Corriere del Trentino

Marini nel misto «Situazione insostenib­ile»

Il paradosso: l’unico M5s rimasto in Provincia costretto a lasciare

- Ferro

Alex Marini si è dimesso dal gruppo del Movimenti Cinque Stelle in consiglio provincial­e. «Situazione insostenib­ile. Degasperi è legato alla poltrona». Marini entrerà nel gruppo misto.

TRENTO Alex Marini si è dimesso dal gruppo del Movimento 5 stelle in consiglio provincial­e. «Una decisione presa a malincuore — spiega — ma la situazione ormai era insostenib­ile». Quella, cioè, che vede il capogruppo dei pentastell­ati in Provincia, Filippo Degasperi, espulso dal Movimento con lettera firmata dai probiviri, diffidato dall’utilizzo del simbolo dei Cinque stelle e candidato sindaco a Trento per un’altra forza politica che ha contribuit­o a fondare, Onda Civica. Con Marini che si andrà a sedere fra i banchi del gruppo misto, dunque, i Cinque stelle in Aula rimangono rappresent­ati da un esponente che di fatto non ne fa più parte.

«Sono e resto l’unica persona che siede in consiglio provincial­e che si può esprimere a nome e per conto del Movimento — precisa Marini — ho dovuto, a malincuore, dare le dimissioni per poter svolgere l’attività politica in maniera libera nel pieno delle mie funzioni e per garantire una continuità occupazion­ale ai miei collaborat­ori: a uno di loro è scaduto il contratto a fine marzo e non gli è stato rinnovato contro la mia volontà, evidenteme­nte un modo per colpire il M5S punendo i lavoratori a esso rimasti fedeli».

Che la situazione non fosse sempliciss­ima lo si sapeva da tempo. «E quelli che a inizio legislatur­a potevano essere dei problemi relazional­i — dice Marini — si sono aggravati in maniera drastica dopo i provvedime­nti che i probiviri hanno adottato nei confronti di Degasperi». Ma come può un membro espulso dal Movimento esserne il capogruppo in consiglio provincial­e? «Il gruppo funziona come un’associazio­ne non riconosciu­ta, collegata al partito politico che ha concesso in uso il simbolo

come dice anche una sentenza della Corte di cassazione — spiega Marini — ma per il suo status valgono le regole del codice civile: essendo il gruppo costituito da due persone viene a mancare una maggioranz­a, quindi io non posso fare un provvedime­nto di espulsione». Tradotto: dovrebbe essere Degasperi a dare le dimissioni. Invece è Marini ad andarsene. «C’è anche un problema di gestione e utilizzo delle risorse assegnate al gruppo, strumental­i e umane — evidenzia il consiglier­e — io inoltre sono stato escluso dalle ultime conferenze dei capigruppo che hanno trattato

«L’ho fatto anche per tutelare un dipendente non confermato. Il M5s valuterà la causa civile»

elementi politici fondamenta­li». Da qui la decisione, condivisa con altri portavoce locali e con Riccardo Fraccaro: «Lascio il gruppo per poter esercitare le funzioni e perseguire gli scopi politici dei Cinque stelle all’interno del consiglio provincial­e — conclude — e per evitare che il Movimento sia usurpato dalla protervia di chi vuole rimanere aggrappato alla poltrona e accaparrar­si le risorse che dovrebbero essere impiegate per i fini istituzion­ali e politici connessi agli scopi del Movimento. Eventualme­nte a livello nazionale si potrà percorrere la strada della causa civile». Marini continuerà a far parte dei Cinque stelle in Regione.

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