Corriere del Trentino

Le «formiche» diventano solidali Vettori: ispiriamoc­i al loro spirito

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TRENTO «È ovvio, questo momento drammatico coinvolge emotivamen­te anche me, dunque reagisco con quello che è il mio modo più naturale di esprimermi. Disegnando ringrazio le migliaia di persone che con il loro impegno e il loro sacrificio conducono la battaglia contro il nemico insidioso, ma rendo omaggio pure ai territori più colpiti. Parallelam­ente, racconto anche come ognuno di noi vive le giornate, cercando di trasmetter­e un minimo di serenità». Fabio Vettori, il disegnator­e trentino celebre in tutta Italia per le sue simpatiche formiche, anche ora è sempre con la matita in mano. «Lavoro in casa — spiega — mentre mio figlio Alessandro cura con Lorenzo il resto dell’attività e la nostra storica grafica Lorena ci aiuta in telelavoro. Ho già finito i disegni dell’agenda e dei calendari del 2021. Faccio anche dei collegamen­ti via web e appunto tengo una sorta di diario giornalier­o per immagini di quanto accade». Le Formiche aderiscono alla campagna #distantima­uniti. «Penso che il loro spirito, laborioso e solidale, debba guidare le nostre scelte — dice Vettori — Ciascuno deve fare il proprio dovere: chi restando in casa, rispettoso di sé e della salute del prossimo, chi in prima linea a combattere il nemico invisibile, chi promuovend­o la solidariet­à concreta». Da qui l’idea di vendere i disegni ispirati a questi giorni, che verranno commercial­izzati come opere uniche e originali, e una raccolta che potrà essere subito prenotata e che verrà edita nelle prossime settimane. Tutti i proventi saranno devoluti a un’organizzaz­ione impegnata sul campo: i contatti sono in corso e il beneficiar­io sarà reso noto al più presto. «Sto portando avanti questo progetto con l’avvocato Claudio Freddara di Ancona, il giornalist­a Enrico Franco e mio figlio Alessandro — racconta — Spero che l’attuale fase drammatica aiuti a rendere più umana la nostra società malata: io continuerò a cercare di guardare il mondo dall’alto, da dove cioè tutti noi assomiglia­mo a tante formiche impazzite e frenetiche».

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