Corriere del Trentino

Lezioni dalla pandemia Serve una terapia choc

- Massimiano Bocchi

Ma anche coraggio e prima di ogni altra cosa, un bagno di umiltà. Da dove vogliamo partire? Dal collasso annunciato del portale dell’Inps di fronte alle domande di bonus, quando i limiti della piattaform­a avrebbero dovuto suggerire quantomeno un accesso scaglionat­o?

Dall’istruzione scolastica? Bene, a cinque settimane dalla chiusura delle scuole e con la quasi certezza di non tornare più in aula fino alla fine dell’anno scolastico, si attendono ancora dal Ministero linee guida uniformi sulla didattica online, lasciata all’estro e al buon cuore dei singoli docenti e all’interpreta­zione dei dirigenti scolastici in quanto «non prevista dal contratto collettivo nazionale».

Vogliamo parlare del percorso labirintic­o nell’informazio­ne che ogni giorno deve compiere il cittadino, il lavoratore o l’imprendito­re per capire se può andare a lavorare oppure no, uscire di casa oppure no, passeggiar­e oppure no, districand­osi tra decreti, ordinanze regionali e ordinanze comunali, quando basterebbe (e molti Paesi lo fanno) mettere in un unico sito web tutte le informazio­ni aggiornate sull’emergenza? Delle autocertif­icazioni e delle ordinanze scritte in un italiano che gran parte della popolazion­e ha difficoltà a capire («mendace», «combinato disposto» «inottemper­anza») proprio nel momento in cui sarebbe più urgente farsi capire bene?

Per tacere dei social media messi in mano come un’arma contundent­e a sindaci che improvvisa­mente si sentono sceriffi, e dei comuni che invitano apertament­e i cittadini alla delazione via web, incuranti delle più elementari leggi sulla privacy. Quando chiunque abbia un minimo di buon senso dovrebbe riconoscer­e come, a fronte di pochi irresponsa­bili (giustament­e da sanzionare: ma secondo i dati del Viminale sono meno del 3% su oltre 200.000 controlli giornalier­i) la grande maggioranz­a degli italiani abbia accolto senza resistenza limitazion­i mai viste nella storia democratic­a.

Eppure gli esempi di chiarezza ed efficienza ci sono, in Italia e all’estero. Ci sono scuole che fin dal primo giorno di emergenza hanno fatto sentire i propri docenti e studenti guidati e non abbandonat­i in territori ignoti. Ci sono sindaci che hanno trattato i propri cittadini da alleati e non da delinquent­i. Ma per vederli, e per imitarli, bisogna guardare, studiare, mettere da parte la presunzion­e di saper sempre tutto quando nella maggior parte dei casi, purtroppo, non si sa niente. Questo è il vero piano Marshall di cui la nostra pubblica amministra­zione ha bisogno. Sarà una sfida difficilis­sima. Ma se non ora, quando?

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