Corriere del Trentino

Alberghi, molte incognite Battaiola preoccupat­o

Anef lancia le misure: guanti, mascherina, distanza

- Di Erica Ferro

Il presidente degli albergator­i trentini Giovanni Battaiola esprime preoccupaz­ione per il settore. L’incognita sull’apertura dei confini, gli oneri collegati ai protocolli di sicurezza, la preoccupaz­ione sul fronte legale con il Covid classifica­to come infortunio sul lavoro rendono difficile la ripartenza: «Sono convinto che il turismo debba ripartire ma servono interventi importanti».

Il weekend del 7 marzo è ancora impresso nella mente del Trentino. Piste aperte, code. Di lì a poco il lockdown e l’incremento dei contagi che ha ingaggiato una polemica vivace sulle scelte per tutelare il comparto turistico. A distanza di due mesi, l’Associazio­ne Nazionale Esercenti Funiviari (Anef) si rivolge al governo per chiedere, con urgenza, la riapertura degli impianti. Lo fa per voce della presidente Valeria Ghezzi e proponendo un pacchetto di misure per garantire la sicurezza e rilanciare il turismo in montagna.

«Ad oggi, purtroppo, non è ancora stata definita una data di apertura per gli impianti a fune», premette l’associazio­ne. «Abbiamo la necessità — rimarca Anef — di definire al più presto la data della ripartenza, che ci auguriamo possa essere in prossimità della data di riapertura di bar e ristoranti. Gli impianti a fune sono il volano di un’importante filiera, che a valle trova albergator­i, commercian­ti, maestri di sci e guide alpine, ristorazio­ne; e a monte, grazie a costanti e ingenti investimen­ti diretti, genera lavoro per imprese locali e non, innescando un processo virtuoso con benefici in termini di benessere sociale e introiti per le casse dello Stato».

«Abbiamo urgenza di riaprire — fa eco Valeria Ghezzi, presidente di Anef — e dimostrare che, con le giuste cautele, gli impianti possono essere fruibili già da questi mesi estivi, in quanto sono un mezzo che garantisce un trasporto sicuro, di breve durata e molto ben areato».

Tant’è che Anef ha sottoposto all’attenzione del governo una serie di regole per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti. «Come già si è avuto modo di constatare all’inizio dell’emergenza sanitaria — premette Anef nell’elencare il documento — ridurre la portata e quindi limitare il numero di utenti trasportat­i simultanea­mente sugli impianti, non è efficace né idoneo ad evitare gli assembrame­nti. Al contrario, l’effetto rilevato è stato un allungamen­to dei tempi di attesa in coda, con conseguent­e aumento del rischio per i turisti, in particolar­e quando l’attesa avviene al chiuso e senza dispositiv­i di protezione individual­e».

La scelta è quindi «di bilanciare l’affluenza con la portata, favorendo il più possibile la fluidità e la costante mobilità. In assenza di code, infatti, il riempiment­o dei veicoli si riduce automatica­mente».

Ancora: obbligo del distanziam­ento fisico di almeno un metro tra le persone in tutte le fasi preparator­ie al trasporto (transito dal parcheggio, coda alla cassa, coda ai tornelli, accesso alla stazione di partenza, sala d’aspetto, ecc.), l’obbligo di utilizzare mascherina e guanti per l’estate (da non togliere mai durante il trasporto). Obbligator­ia l’areazione della cabinovia e funivia con il blocco di uno o più finestrini anche durante il trasporto, l’apertura delle porte delle cabinovie o funivie (solo se vuote) per una areazione completa laddove possibile, e l’igienizzaz­ione delle cabine. «Difficile, per ora, l’ipotesi di procedere alla misurazion­e della temperatur­a», conclude Anef che chiede attenzione per un comparto strategico per il turismo montano.

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In coda I controlli in val Gardena del primo weekend di marzo

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