TRENTINO DIGITALE, UN’AGENDA PER ACCELERARE
Un punto pare fuori discussione: è necessario potenziare la cultura digitale e le infrastrutture.
TRENTO Non solo le aziende hanno bisogno di formazione. La proposta dei formatori e consulenti trentini di creare dei voucher finanziati dalla Provincia per favorire la transizione a una nuova modalità di lavoro potrebbe applicarsi anche ai settori della scuola e del turismo. Ad allargare il bacino potenziale dei voucher è lo stesso gruppo delle Partite Iva Trentino. Oltre a diverse proposte per favorire la gestione e l’efficienza dello smartworking dei singoli lavoratori e la transizione delle imprese al lavoro agile, l’ultima proposta delle Partite Iva Trentino è di finanziare formazione e consulenza anche in altri ambiti.
Per il settore scolastico la necessità, secondo i formatori, è quella di prevenire problemi che si sono già verificati in questi due mesi di lezioni a distanza e che si potrebbero ripresentare anche a settembre, nel caso in cui non si dovesse rientrare in classe. In tal senso la formazione potrebbe rivolgersi a tutti gli attori coinvolti: ragazzi, genitori e insegnanti. Se per studenti e famiglie il rischio è di avere problemi a gestire lo stress creato dalle lezioni a distanza, per i professori i rischi riguardano la capacità di tenere vivo l’interesse a distanza e di avere strumenti adeguati per gestire e includere tutti i ragazzi, anche quelli con disabilità. La formazione potrebbe provare a sopperire a queste mancanze.
Per il settore turistico, invece, il voucher sarebbe dedicato al supporto strategico delle piccole realtà di uno dei settori più colpiti dalla crisi. In questo contesto il voucher turismo si inserirebbe in quella fascia di interventi di piccola e media entità (05.000 Euro) non contemplati nell’iter della legge 6, che prevede una base minima di investimento di 5.000 Euro e un iter burocratico piuttosto oneroso. Nello specifico, i formatori e i consulenti aiuterebbero nella creazione di piani di marketing e di comunicazione dedicati, soprattutto per quelle piccole realtà che potrebbero trovarsi in difficoltà a vendere in maniera tradizionale il proprio prodotto. L’obiettivo sarebbe quello di trovare altri canali attraverso cui rendere appetibile l’offerta al mercato nazionale e di prossimità. Un’altra tematica che potrebbe essere approfondita è quella del crisis management: per esempio, come comportarsi se si individuasse un ospite colpito da Covid, per mitigare l’impatto sull’immagine della struttura e della località.
La direttiva europea del 12 giugno 1989 esclude la responsabilità del datore di lavoro in caso di eventi anomali le cui conseguenze non si potevano evitare