Corriere del Trentino

TRENTINO DIGITALE, UN’AGENDA PER ACCELERARE

- Di Lorenzo Dellai

Un punto pare fuori discussion­e: è necessario potenziare la cultura digitale e le infrastrut­ture.

TRENTO Non solo le aziende hanno bisogno di formazione. La proposta dei formatori e consulenti trentini di creare dei voucher finanziati dalla Provincia per favorire la transizion­e a una nuova modalità di lavoro potrebbe applicarsi anche ai settori della scuola e del turismo. Ad allargare il bacino potenziale dei voucher è lo stesso gruppo delle Partite Iva Trentino. Oltre a diverse proposte per favorire la gestione e l’efficienza dello smartworki­ng dei singoli lavoratori e la transizion­e delle imprese al lavoro agile, l’ultima proposta delle Partite Iva Trentino è di finanziare formazione e consulenza anche in altri ambiti.

Per il settore scolastico la necessità, secondo i formatori, è quella di prevenire problemi che si sono già verificati in questi due mesi di lezioni a distanza e che si potrebbero ripresenta­re anche a settembre, nel caso in cui non si dovesse rientrare in classe. In tal senso la formazione potrebbe rivolgersi a tutti gli attori coinvolti: ragazzi, genitori e insegnanti. Se per studenti e famiglie il rischio è di avere problemi a gestire lo stress creato dalle lezioni a distanza, per i professori i rischi riguardano la capacità di tenere vivo l’interesse a distanza e di avere strumenti adeguati per gestire e includere tutti i ragazzi, anche quelli con disabilità. La formazione potrebbe provare a sopperire a queste mancanze.

Per il settore turistico, invece, il voucher sarebbe dedicato al supporto strategico delle piccole realtà di uno dei settori più colpiti dalla crisi. In questo contesto il voucher turismo si inserirebb­e in quella fascia di interventi di piccola e media entità (05.000 Euro) non contemplat­i nell’iter della legge 6, che prevede una base minima di investimen­to di 5.000 Euro e un iter burocratic­o piuttosto oneroso. Nello specifico, i formatori e i consulenti aiuterebbe­ro nella creazione di piani di marketing e di comunicazi­one dedicati, soprattutt­o per quelle piccole realtà che potrebbero trovarsi in difficoltà a vendere in maniera tradiziona­le il proprio prodotto. L’obiettivo sarebbe quello di trovare altri canali attraverso cui rendere appetibile l’offerta al mercato nazionale e di prossimità. Un’altra tematica che potrebbe essere approfondi­ta è quella del crisis management: per esempio, come comportars­i se si individuas­se un ospite colpito da Covid, per mitigare l’impatto sull’immagine della struttura e della località.

La direttiva europea del 12 giugno 1989 esclude la responsabi­lità del datore di lavoro in caso di eventi anomali le cui conseguenz­e non si potevano evitare

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