Corriere del Trentino

Riaperture, sprint per 5mila

I negozi al dettaglio pronti per martedì: «Sicurezza, costi fino a 10mila euro». Fugatti: non temo impugnativ­e

- Francesco Barana

Quasi 5.000 negozi si stanno preparando a riaprire, rendendo sicuri gli ambienti anche se le misure da prendere non sono chiare. Boom del mercato delle sanificazi­oni: per qualcuno richieste triplicate.

Presidente Fedriga, il Friuli è pronto a riaprire già domani?

«Ho fatto una proposta al ministro Boccia, votata all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni: riaprire il commercio al dettaglio già l’11 maggio e il 18 il resto. Entro domani (oggi, ndr) attendo le linee guida per procedere».

Non arrivasse il via libera forzerà la mano come ha fatto Kompatcher?

«No, la via legislativ­a in consiglio regionale è inutile visto che servirebbe una settimana e il 18 maggio si riapre. Mentre firmando un’ordinanza, in caso di impugnazio­ne e bocciatura, rischierei un effetto boomerang che pagherebbe­ro gli imprendito­ri. Non gioco sulla loro pelle».

Voi governator­i del nord-est vi state impuntando per anticipare la riapertura di una settimana. Ne vale la pena, o è solo una questione di principio?

«È il governo che ne sta facendo una questione di principio, solamente per affermare che decide lui. In Friuli oggi ho zero morti e otto contagi e nel nord siamo quelli che abbiamo contenuto meglio il virus. Zaia in Veneto ha lavorato bene ed è stato riconosciu­to anche dalla stampa internazio­nale, in Trentino e in Alto Adige sono già strutturat­i per riaprire in sicurezza. Chiedo al governo di riaprire perché colgo le tensioni crescenti, percepisco la sofferenza di chi ha attività, dei dipendenti e delle famiglie».

È stato tra i sostenitor­i del lockdown.

«Sono stato il primo in Italia a chiudere e lo rivendico. Ho anticipato il governo, che in quei giorni mi accusava di fare del male al Friuli Venezia-Giulia. È lo stesso governo che ora aspetta a riaprire. La verità è che il sottoscrit­to fin dal primo giorno ha detto: chiudiamo per poter riaprire il prima possibile. Avevo visto la Cina, che aveva chiuso con decisione per poi riaprire in sicurezza con determinaz­ione. Qui il governo ha chiuso tardi e a rilento, e ora vuole aprire tardi e a rilento».

Nella fase 2 si possono creare le premesse per un nuovo assetto di potere tra Stato e Regioni?

«Da federalist­a auspico che le Regioni ne possano uscire rafforzate. Alcune Regioni si sono distinte nella gestione dell’emergenza, eppure ho l’impression­e che sia il governo a forzare la mano in termini di competenze».

In che senso?

“Credo che il governo stia calpestand­o le prerogativ­e istituzion­ali. Se nella fase 1 era accettabil­e, anzi giusto, che lo Stato accentrass­e le decisioni, adesso non lo è più. La Costituzio­ne parla chiaro: le Regioni a statuto speciale non hanno potestà inferiore allo Stato, ma complement­are o concorrent­e».

Con il governo però dovete trattare anche sulla ripartizio­ne del fondo straordina­rio da 1,5 miliardi. Un miliardo andrà alle Speciali.

«È’ sbagliato però considerar­e le Regioni a statuto speciale come una cosa sola. Noi abbiamo esigenze diverse dal Trentino Alto Adige. E viceversa. Ognuno dovrebbe trattare con il governo per conto suo».

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