Riaperture, sprint per 5mila
I negozi al dettaglio pronti per martedì: «Sicurezza, costi fino a 10mila euro». Fugatti: non temo impugnative
Quasi 5.000 negozi si stanno preparando a riaprire, rendendo sicuri gli ambienti anche se le misure da prendere non sono chiare. Boom del mercato delle sanificazioni: per qualcuno richieste triplicate.
Presidente Fedriga, il Friuli è pronto a riaprire già domani?
«Ho fatto una proposta al ministro Boccia, votata all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni: riaprire il commercio al dettaglio già l’11 maggio e il 18 il resto. Entro domani (oggi, ndr) attendo le linee guida per procedere».
Non arrivasse il via libera forzerà la mano come ha fatto Kompatcher?
«No, la via legislativa in consiglio regionale è inutile visto che servirebbe una settimana e il 18 maggio si riapre. Mentre firmando un’ordinanza, in caso di impugnazione e bocciatura, rischierei un effetto boomerang che pagherebbero gli imprenditori. Non gioco sulla loro pelle».
Voi governatori del nord-est vi state impuntando per anticipare la riapertura di una settimana. Ne vale la pena, o è solo una questione di principio?
«È il governo che ne sta facendo una questione di principio, solamente per affermare che decide lui. In Friuli oggi ho zero morti e otto contagi e nel nord siamo quelli che abbiamo contenuto meglio il virus. Zaia in Veneto ha lavorato bene ed è stato riconosciuto anche dalla stampa internazionale, in Trentino e in Alto Adige sono già strutturati per riaprire in sicurezza. Chiedo al governo di riaprire perché colgo le tensioni crescenti, percepisco la sofferenza di chi ha attività, dei dipendenti e delle famiglie».
È stato tra i sostenitori del lockdown.
«Sono stato il primo in Italia a chiudere e lo rivendico. Ho anticipato il governo, che in quei giorni mi accusava di fare del male al Friuli Venezia-Giulia. È lo stesso governo che ora aspetta a riaprire. La verità è che il sottoscritto fin dal primo giorno ha detto: chiudiamo per poter riaprire il prima possibile. Avevo visto la Cina, che aveva chiuso con decisione per poi riaprire in sicurezza con determinazione. Qui il governo ha chiuso tardi e a rilento, e ora vuole aprire tardi e a rilento».
Nella fase 2 si possono creare le premesse per un nuovo assetto di potere tra Stato e Regioni?
«Da federalista auspico che le Regioni ne possano uscire rafforzate. Alcune Regioni si sono distinte nella gestione dell’emergenza, eppure ho l’impressione che sia il governo a forzare la mano in termini di competenze».
In che senso?
“Credo che il governo stia calpestando le prerogative istituzionali. Se nella fase 1 era accettabile, anzi giusto, che lo Stato accentrasse le decisioni, adesso non lo è più. La Costituzione parla chiaro: le Regioni a statuto speciale non hanno potestà inferiore allo Stato, ma complementare o concorrente».
Con il governo però dovete trattare anche sulla ripartizione del fondo straordinario da 1,5 miliardi. Un miliardo andrà alle Speciali.
«È’ sbagliato però considerare le Regioni a statuto speciale come una cosa sola. Noi abbiamo esigenze diverse dal Trentino Alto Adige. E viceversa. Ognuno dovrebbe trattare con il governo per conto suo».