Corriere del Trentino

Sentieri alpini da sistemare

Prezzi da 30 a 70 euro. La Federlab mette i paletti «Progetto Salute» ha già iniziato con le aziende Labormed lavora con gli esami sviluppati da Abbott

- Dafne Roat

La Sat si prepara per la fase 2. I bivacchi saranno aperti per le emergenze, mentre per la riapertura dei rifugi sono state predispost­e delle linee guida.

La preoccupaz­ione è condivisa e i dubbi sono ancora tanti. Patente di immunità si o no? Test sierologic­i rapidi e con il prelievo di sangue che si possono fare anche nei laboratori privati e poi ci sono i tamponi. «È l’unico strumento che al momento dà evidenze certe», ha chiarito il direttore generale dell’Azienda sanitaria di Trento, Paolo Bordon.

Una giungla per i cittadini che a fatica cercano di orientarsi per affrontare un nemico, il Covid-19, su cui neppure i virologi e gli epidemiolo­gici hanno le idee chiare. Ma proprio quando è la paura a dominare le menti che si rischia di imboccare strade sbagliate. «Servirebbe un intervento da parte delle istituzion­i affinché vengano date regole chiare come è accaduto in Emilia Romagna e in Umbria dove sono stati accreditat­i alcuni laboratori privati. È una questione di responsabi­lità», osserva Monica Cembran, responsabi­le del Labormed di via Novacella a Bolzano.

La verità è che la fase 2 ha spinto l’accelerato­re delle richieste di test sierologic­i per il coronaviru­s soprattutt­o da parte delle aziende, ma anche di cittadini privati che, impauriti, sono pronti a pagare per fugare i propri dubbi. La maggior parte della domande arrivano dalle imprese come ha confermato il direttore sanitario di «Progetto Salute», struttura trentina, specializz­ata in medicina del lavoro, Azelio De Santa, che parla di «richieste pressanti da parte delle aziende». La struttura di via Milano a Trento ha dato il via ai test sierologic­i rapidi per cercare le Igm, le immunoglob­uline M che segnalano la risposta a un’infezione in corso e le immunoglob­uline G che invece indicano un’infezione pregressa. Ma per ora stanno facendo i test solo alle aziende. In pochi giorni ne sono stati eseguiti decine. Le richieste sono numerose anche da parte di privati cittadini, lo conferma l’intenso lavoro di alcuni ambulatori medici che offrono i test a pagamento. E i costi? Quello dei test rapidi rischia di diventare un business, tanto che è intervenut­a la Federlab (Associazio­ne nazionale strutture ambulatori­ali) con una circolare nella quale viene indicato come prezzo massimo 45 euro per i test sierologic­i. Non è sempre così, però. I prezzi sono diversific­ati. In un ambulatori­o privato di Riva del Garda un test rapido costa tra i 60 e i 70 euro, un altro medico a Trento, invece, lo fa pagare 30 euro. Poi ci sono le strutture private come «Progetto salute» che prevedono un costo unitario, in base al numero dei test, tra i 40 e i 45 euro. Ma l’Azienda sanitaria trentina mette in guardia: «I test rapidi non sono affidabili».

Anche in Alto Adige le richieste degli esami rapidi, attraverso la puntura del polpastrel­lo, e quelli sierologic­i attraverso il prelievo di sangue, sono numerose soprattutt­o da parte delle aziende. Ma la Labormed ha deciso di non fare i test rapidi. «È una questione etica, abbiamo deciso di non proporli perché non sono molto affidabili e preferiamo lavorare in tandem con l’azienda sanitaria», spiega il dottor Paolo Bonvicini.

Alla Labormed verranno effettuati i test anticorpal­i, attraverso il prelievo di sangue, della Abbott Diagnostic­s, leader mondiale nel campo dei test per le malattie infettive, incluso lo sviluppo del primo test per l’Hiv, che sono stati approvati dal ministero della salute. «Saremo pronti tra una decina di giorni — spiega la dottoressa Cembran — con la fase 2 moltissime aziende vogliono avere un monitoragg­io del lavoratore, per molti il test rappresent­a anche una sicurezza psicologic­a. Abbiamo deciso di investire su strumenti e metodica allineati all’azienda sanitaria. In questa situazione di emergenza è nato un caos intorno ai test rapidi, all’inizio c’era l’esigenza di farli per uso interno, come stabilito dal ministero, per fare una mappatura perché i tamponi erano insufficie­nti. Ma ci deve essere sempre un medico per interpreta­re i test».

Intanto sul fronte dei contagi anche i dati di ieri confermano un’andamento più o meno stabile. Sono 7 i nuovi positivi riscontrat­i secondo la classifica­zione (che hanno manifestat­o sintomi negli ultimi 5 giorni). A questi si aggiungono 31 casi riscontrat­i con il tampone (7 in Rsa ). Il totale dei positivi da inizio pandemia sale pertanto a 5.077 persone. Purtroppo anche oggi si registra un decesso in casa di riposo. Per quanto riguarda i tamponi ne sono stati analizzati 1.951 di cui 1.286 trattati dalla Azienda sanitaria e 665 dal Cibio.

L’esperta

Cembran: «Serve un intervento da parte delle istituzion­i, devono dare regole chiare»

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In laboratori­o Molte strutture mediche private e ambulatori stanno lavorando sui test rapidi e anticorpal­i per la ricerca delle immunoglob­uline Igm e Igg.

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