Negozi pronti a riaprire Lo sprint dei cinquemila tra sanificazioni e dubbi
Pronte le linee guida: schermi facciali se non si rispetta la distanza
TRENTO Nonostante le indicazioni non siano ancora chiare per molti — sanificazione all’ozono o con virucida, igienizzazione dei vestiti col vapore o con gli spray, utilizzo dei guanti o uso di gel, plexiglas alle casse o solo mascherine — tutti i commercianti al dettaglio sono ai nastri di partenza. Pulendo e sanificando per adeguarsi e rialzare le serrande al più presto: anche martedì o mercoledì. L’importante è ricominciare in sicurezza. Sono 4.500-5.000 i negozi al dettaglio no-food del Trentino pronti per la nuova avventura della Fase 2. Investendo, solo per la sanificazione per la ripartenza, dai 1.000 ai 10.000 euro. «Ci giochiamo tutto qui, dobbiamo investire al massimo», dicono. «Certo che sono pronti ad aprire — assicura il presidente della Camera di commercio Gianni Bort — si sentiranno liberati dal “sequestro” subito finora e apriranno tutti, tranne forse qualche eccezione». Concorda Giovanni Profumo, direttore di Confcommercio, che sottolinea «il grande coraggio e senso di responsabilità dei commercianti per la ripartenza: si tratta di piccole realtà che senza ricavi sono in grave difficoltà, ma che si sono attivati al meglio per rendere sicuri per i clienti e per se stessi i negozi». E poi parla di liquidità «fondamentale ora: ci preoccupa la lentezza delle banche». Invitando a regole chiare e precise.
Di chiaro e preciso, intanto, tra i negozianti del centro storico di Trento c’è di sicuro un concetto: aprire. La maggior parte dei commercianti propende per domani, altri preferiscono attendere il 18 per vedere il trend dei contagi. Come Gabriella Capuzzo, dell’omonima profumeria di piazza Pasi, in attesa di sanificare con l’ozono: «Non ha senso aprire prima, meglio aspettare il 18: non voglio mettere a repentaglio la vita degli altri e la mia». Intanto, in tema di sanificazione sono diverse le ditte di pulizia che si occupano della disinfezione in azione, tute e cannoni nebulizzanti in mano. «Ne abbiamo già sanificati molti in questi giorni con il verucida — spiega Ermanno Baldo titolare della IpService pack — utilizziamo presidi medici certificati, oggi abbiamo ricevuto una ventina di chiamate. Il costo? Si va da un minimo di 100 euro per un locale di 50-100 metri quadrati». E si dirige verso il Giro al Sass.
Qui c’è un grande fermento dentro i negozi, chi con serrande a metà, chi alzate, dove si disinfetta, si sistemano i nastri distanziatori, si posizionano i totem, si attendono con trepidazione i pacchi con i kit dei Dpi, come da Intimissimi di via Oriola: «Stiamo attendendo i kit con gel, mascherine e guanti — spiega la responsabile Roberta Brignoli — intanto abbiamo già disinfettato i filtri dell’aria condizionata e continuiamo a disinfettare tutto». In attesa di ripartire anche da Oriola 16 dove Sara Libardi, spray e gel in mano e Vaporella accesa, pulisce abiti e superfici: «Prima si parte meglio è — dice la titolare — io sono pronta». Intanto ha già investito 1.000 euro per un negozio di 50 metri quadrati. Altre metrature per Sportler di via Mantova, già aperto per il reparto bambino e per le bici, dove hanno già investito 10.000 euro per ognuno dei due punti vendita. «Prima di aprire abbiamo fatto una sanificazione totale all’ozono del negozio, pur non essendoci un’indicazione chiara su come farla, ci siamo mossi — spiega lo store manager Luca Bonfante — mentre per i Dpi abbiamo predisposto protezioni di plexiglass alle casse, cartelloni e segnaletiche, dispenser per le mani su tutti i piani e per l’affluenza ci sarà una persona all’entrata e un “contapersone” agli infrarossi che segnerà il numero dei clienti. Poi attendiamo i termometri». Un impegno massimo «per dare un messaggio di tranquillità» e perché «ce la giochiamo». Quando aprire? «Meglio l’11 per noi, calibriamo come muoverci e poi non c’è ressa». Più piccolo il locale ma altrettanto alta l’attenzione all’Arca di via S. Marco: «Siamo prontissimi ad aprire anche subito — spiega Elena Endrici — non avendo linee guida chiare ci siamo attrezzati con totem per le mani, distanziatori, dispositivi igienizzanti per gli stanzini e vapore a 100 gradi per gli abiti». E aggiunge: « Speriamo vada tutto bene, certo che c’era una grande confusione tra la gente sulle aperture». Regna la confusione anche per Raffaele Pedrotti, del negozio di scarpe Pedrotti di via Manci: «Abbiamo sanificato tutto, per la prova scarpe abbiamo calzini monouso e per le scarpe prodotti ad hoc: vediamo di capire, invece, in quanti potremo stare in negozio e quanti clienti fa entrare», spiega il titolare. Che sulla data di partenza non ha dubbi: «Meglio in sicurezza il 18 e tutti assieme». E trova uno dei lati positivi dell’epoca Covid: la riscoperta della gentilezza tra le persone.
E quelle linee guida tanto attese sono state sottoscritte ieri dalla Provincia: nel protocollo si fissa l’attenzione sulla questione dell’aerazione (va garantito il ricambio di aria naturale), ma anche sul nodo dei distanziamenti, con strisce a terra e transenne. Dove non potrà essere garantita la distanza, oltre a mascherine e guanti si dovranno usare occhiali e schermi facciali o pareti in plexiglas.
Partiranno tutti dopo due mesi di chiusura a parte rare eccezioni
Profumo
Hanno tutti dimostrato un grande senso di responsabilità e di coraggio