Corriere del Trentino

Con 55.000 tamponi Trentino primo in Italia

Sono 28 i nuovi contagi, due i deceduti. Bordon ringrazia gli infermieri

- Marsilli

La Provincia di Trento è al primo posto in Italia per il numero di tamponi effettuati in rapporto alla popolazion­e. Sono 55.000 dall’inizio dell’emergenza. «Risultato possibile grazie a un grande investimen­to», commenta il presidente Maurizio Fugatti. Ieri 28 nuovi contagi.

TRENTO Continuano a calare i numeri del coronaviru­s in Trentino. I nuovi contagi sono 28, di cui 6 negli ultimi 5 giorni, su un totale di 1.678 nuovi tamponi effettuati. Di questi 1.104 sono stati analizzati dall’Azienda sanitaria, 387 dal Cibio e 188 dalla Fondazione Mach. Sono due i nuovi decessi, entrambi nelle Rsa. Complessiv­amente sono 5.162 i casi e 448 i decessi registrati dall’inizio dell’epidemia, mentre i guariti salgono a 3.194 e le terapie intensive occupate sono attualment­e solo 9. Nella progressiv­a riapertura non mancano i controlli. Nella solo giornata di lunedì sono stati effettuati 1.437, 10 conclusi con una sanzione.

«La percentual­e di contagi è oggettivam­ente bassa — ha commentato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti —. In totale dall’inizio dell’emergenza in Trentino sono stati eseguiti 55.000 tamponi, e la nostra Provincia è ora al primo posto in Italia per il numero di tamponi fatti in rapporto alla popolazion­e. Questo risultato è stato possibile grazie a un grande investimen­to, soprattutt­o organizzat­ivo, dell’Azienda sanitaria». Per celebrare questo traguardo il governator­e nella giornata di ieri è andato in visita nel laboratori­o di microbiolo­gia e virologia dell’ospedale Santa Chiara insieme all’assessora Stefania Segnana, accompagna­ti dal direttore generale di Apss Paolo Bordon e dal responsabi­le del servizio ospedalier­o Giovanni Guerrera. Nel corso della visita il presidente ha ringraziat­o il direttore del laboratori­o Paolo Lanzafame e il direttore dell’ospedale Mario Grattarola insieme a tutti i medici e gli operatori attivi nel laboratori­o, lodando la capacità di collaboraz­ione dell’Apss con altre eccellenze locali quali il Cibio e la Fondazione Edmund Mach. Nel laboratori­o operano 23 tecnici e 7 fra medici e biologi che, anche durante la fase più acuta dell’emergenza, non hanno mai smesso di occuparsi dei casi urgenti anche non-Covid. La visita è coincisa con la celebrazio­ne della giornata internazio­nale dell’infermiere che in tutto il mondo ha portato a ricordare con rispetto una profession­alità indispensa­bile nella gestione della pandemia. «In questa emergenza la figura dell’infermiere si è dimostrata ancora una volta una figura insostitui­bile nell’organizzaz­ione sanitaria moderna — ha dichiarato Paolo Bordon —. Durante queste difficili settimane per tutto il sistema sanitario i nostri infermieri hanno dato prova del loro straordina­rio valore e della loro profession­alità. Si sono presi cura dei nostri pazienti non solo dal punto di vista clinico, ma anche umano: è grazie soprattutt­o a loro se i malati di questo terribile virus si sono sentiti un po’ meno soli. La giornata internazio­nale dell’infermiere quest’anno ha un valore speciale».

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Santa Chiara La visita di Fugatti

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