Corriere del Trentino

Fugatti: negozi aperti da venerdì

Bar, ristoranti, barbieri, estetiste da lunedì. Locali, il caos distanze: l’Inail chiede due metri, la Provincia uno

- di Annalia Dongilli

Maurizio Fugatti decide di anticipare il calendario nazionale. E da venerdì riapre i negozi al dettaglio. Da lunedì ripartiran­no invece bar, ristoranti, barbieri ed estetiste. Ma scoppia il caos sulle distanze di sicurezza nei locali.

Un metro tra un tavolo e l’altro. Anzi no, due. E quattro per cliente. Divergono, e non di poco, le indicazion­i che la Provincia prima e l’Inail poi danno per riaprire bar ristoranti e alberghi. In mezzo, confusi e arrabbiati, ci stanno loro, i titolari degli esercizi pubblici. «Politica e sindacati, sono tutti irresponsa­bili: così non apriamo proprio» tuona Massimilia­no Peterlana (Fiepet, Federazion­e italiana esercenti pubblici e turistici). E Confcommer­cio ieri ha abbandonat­o il tavolo tecnico che lavorava sui protocolli. Intanto sul fronte dei negozi la Provincia riapre venerdì.

Le regole

Il nodo riguarda i protocolli. Il tavolo tecnico provincial­e, per il comparto della ristorazio­ne, aveva dato via libera venerdì a un protocollo che sanciva la distanza minima di un metro tra un tavolo. Ma senza l’ok dei sindacati e dell’Inail: in assenza delle linee guida nazionali per Inail, e di conseguenz­a per Cgil, Cisl e Uil, era impossibil­e riaprire. Ieri, dopo il via libera da parte del ministro Boccia alle riaperture differenzi­ate su scala regionale, l’Inail ha mandato le proprie linee. Più stringenti di quelle locali: al di là delle misure come igienizzaz­ione dei bagni, areazione dei locali, pulizia di superfici, divieto di buffet, sono le distanze il pomo della discordia: due metri tra tavolo e tavolo, 4 per cliente. E così al tavolo, convocato ieri mattina per discutere del protocollo degli alberghi, si è scatenato il caos: Confcommer­cio ha abbandonat­o inizialmen­te i lavori. Che sono proseguiti fino a tarda sera per trovare un’omogenizza­zione tra le due misure. Sono stati poi sospesi: oggi dovrebbe arrivare un decreto del premier Giuseppe Conte con indicazion­i su tutto il comparto. E quindi si è preferito attendere.

La rabbia

Peterlana, presidente della Fiepet, non ci sta: «C’è irresponsa­bilità da parte di tutti, penso che i politici nazionali e locali abbiano sottovalut­ato la gravità della situazione economica: se non si riapre tra due mesi non ci saranno i soldi per pagare le pensioni. Il punto non è se aprire il 18 ma se apriremo. I protocolli provincial­i, con qualche difficoltà, ci consentiva­no di riaprire, quelli dell’Inail, se saranno confermati i 2 metri, consentira­nno a meno della metà di noi di alzare le saracinesc­he. Con i 4 metri poi non se ne parla nemmeno. Siamo preoccupat­i, questi enti non comunicano tra di loro». A questo si aggiunge la partita del credito: «A oggi sul fondo di solidariet­à per il comparto del commercio sono arrivate 4.022 domande, le rurali ne hanno soddisfatt­e solo 146, di cui 11 con garanzia dei Confidi perché superiori a 25.000 euro, 213 sono in lavorazion­e, il resto è fermo: una situazione vergognosa. E la cassa integrazio­ne in deroga? Ci avevano promesso una proroga di altre nove settimane ma non abbiamo alcun documento ufficiale. E senza questa misura e garanzie sulla riapertura siamo in una situazione paradossal­e».

Negozi in zona Cesarini

Che i protocolli non collimino lo conferma anche il presidente Maurizio Fugatti che rivela però anche la strategia della Provincia: «È un dato di fatto — dice — che i protocolli nazionali siano più stringenti, cerchiamo di interpreta­rli per mettere i nostri lavoratori in

Fugatti Le linee dell’istituto nazionale possono essere interpreta­te per consentire ai locali di lavorare

Le categorie Peterlana: politici e sindacati irresponsa­bili, così restiamo chiusi. Bort e Villotti: bene per i negozi

condizione di lavorare». Tradotto, agire nelle pieghe delle norme per trovare un compromess­o che accontenti tutti. «Auspico — prosegue — che l’Inail ritorni al tavolo per chiudere i protocolli».

E sempre ieri la giunta ha sciolto le riserve sulla riapertura anticipata dei negozi, annunciata per l’11 e slittata invece a venerdì, due giorni prima della riapertura concordata con Roma. Una mezza vittoria se si pensa che Bolzano ha agito molto prima. E che si rischia comunque l’impugnativ­a da parte del ministro Boccia: «Valuteremo il provvedime­nto della Provincia» fa infatti sapere in serata il ministero. Ma Fugatti tira dritto: «La legge è stata approvata domenica, pubblicata domani (oggi, ndr). Giovedì faremo la delibera e venerdì si alzano le serrande. Noi rispettiam­o le regole. Abbiamo voluto così evitare la massiccia riapertura al 18. Bolzano ha approvato un disegno di legge come noi, il percorso è lo stesso. Certo, siamo stati più prudenti di Bolzano, ma la Provincia di Trento non deve guardare a quello che fanno gli altri».

Le categorie

Esultano per i negozi Giovanni Bort presidente di Confcommer­cio e Renato Villotti, alla guida di Confeserce­nti. «Sono felice — afferma quest’ultimo — per le riaperture. Certo si poteva anticipare di qualche giorno, ma va bene

Credito carente Fondo di solidariet­à, su 4.022 domande presentate solo 146 sono state evase

così: togliamo dall’angoscia quegli imprendito­ri di negozi che si vedevano precluse attività e entrate finanziari­e. Suggerisco però molta prudenza».

Anche Villotti se la prende con l’Inail per i protocolli «contraddit­tori: perché devo stare a un metro al supermerca­to e a due al bar?. La responsabi­lità penale dell’imprendito­re per la malattia Covid di un collaborat­ore è una cosa che grida vendetta, mi auguro che si possa metterci mano». È dello stesso avviso Bort che conferma di aver fatto pressioni su Roma perché questo aspetta venga eliminato. Quanto ai protocolli «riteniamo che la Provincia, avendo approvato una legge, abbia margine di autonomia per applicare ad alberghi le distanze stabilite per i ristoranti. Le linee dell’Inail imprescind­ibili? Io penso che ci sia, nel rispetto dei livelli di sicurezza, margini di interpreta­zione».

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 ??  ?? Serrande alzate I negozi di Trento si preparano a riaprire: giovedì la giunta approverà una delibera che consente di alzare le serrande venerdì
Serrande alzate I negozi di Trento si preparano a riaprire: giovedì la giunta approverà una delibera che consente di alzare le serrande venerdì
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