Le mascherine ci sono ma i termoscanner no
Betti (Federfarma) ad Arcuri: «Situazione umiliante»
In Trentino la situazione delle mascherine è migliore rispetto al resto d’Italia: le protezioni si trovano. Scarseggiano i guanti, introvabili i termoscanner.
Da «ti conosco, mascherina!» a «non ti trovo, mascherina!». Uno scenario che pare accomunare tutti i territori della penisola, ma non il Trentino. «Qua siamo più fortunati — ammette il presidente di Federfarma Trento Paolo Betti — perché Unifarm ha gestito in maniera lungimirante il magazzino e ha cercato di tamponare il più possibile la situazione». Un quadro confermato anche dal direttore generale di Farmacie Comunali spa Lorenzo Arnoldi: «La settimana scorsa ne abbiamo vendute 34.000 — fa sapere — e la disponibilità continua». Contattati, tuttavia, i vertici di Unifarm, gruppo nel quale si riconoscono i farmacisti del Trentino Alto Adige e che si occupa, fra le altre cose, anche di logistica, hanno scelto di non rilasciare dichiarazioni.
Se in molte zone del Paese i dispositivi che proteggono dal virus continuano a mancare, con le farmacie a secco e gli approvvigionamenti a singhiozzo, in Trentino la situazione sembra migliore. «Grazie soprattutto a un atto di responsabilità dei farmacisti, che hanno deciso di smaltire le proprie scorte sotto costo — sottolinea il consigliere comunale di Trento Dario Maestranzi, titolare della farmacia Bolghera — questo ha fatto sì che nelle ultime due settimane i cittadini trentini abbiano trovato le mascherine al prezzo di 61 centesimi stabilito dal governo in maniera improvvida, perché la decisione è arrivata dall’oggi al domani».
Un modus operandi — con la querelle tra i farmacisti e il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri che ne è seguita — che fa letteralmente infuriare Betti: «Una situazione umiliante, siamo tutti desolati e arrabbiati — ammette — in questa emergenza siamo sempre rimasti aperti e al fianco della gente, non possiamo tollerare un simile trattamento». «Le mascherine promesse da Arcuri al prezzo calmierato nessuno le ha mai viste — aggiunge — il nostro magazzino sta facendo salti mortali per rifornirci con 50/100 mascherine al giorno contingentate per soddisfare le richieste. È difficile reperire non solo le mascherine, ma anche alcol e guanti. Per non parlare dei termoscanner: stamattina (ieri, ndr) avrò ricevuto almeno trenta telefonate da parte di aziende, ma sono introvabili».
Proprio ieri mattina Farmacie comunali spa ha effettuato un ordine di guanti in nitrile da 47.000 euro: «Pagamento anticipato, ci arriveranno dall’Olanda — spiega Arnoldi — le nostre 20 farmacie (10 nel comune di Trento, 10 in provincia, ndr) sono sempre riuscite a vendere le mascherine: siamo passati dalle 2 alle 6 per struttura a settimana nella prima parte di febbraio a 34.000 pezzi complessivi la settimana scorsa. Ne abbiamo ancora in magazzino».
Oltre al tema della disponibilità, c’è anche quello — altrettanto importante — della sostenibilità. Proprio ieri l’amministrazione comunale di Trento ha diffuso un appello ai cittadini invitandoli a «utilizzare i numerosi cestini presenti in città e anche in prossimità delle farmacie quando devono gettare i guanti e le mascherine usati. In mancanza di cestini nelle vicinanze, i presidi vanno smaltiti a casa nel residuo».