Macchine con plexiglass e corsi (anche) all’aperto: le palestre verso la fase 2
La data della ripartenza non c’è, ma si studiano idee Defant: «Niente spogliatoi e docce, si arriva pronti» Juta: «Valutiamo se congelare gli abbonamenti»
— le zone grigie sono ancora moltissime, soprattutto per quanto riguarda i comportamenti degli utenti.
«Gli spogliatoi e le docce dovranno stare chiusi per ragioni di spazio, quindi le persone dovrebbero venire in palestra già vestite per l’attività fisica — spiega Defant — Ma anche così rimane il problema di dove potersi cambiare le scarpe, per ragioni di cura e di igiene della palestra. La misurazione della febbre spetta solo a noi lavoratori o anche agli iscritti? E le mascherine? Non si può pensare di fare attività fisica con naso e bocca coperti, è pericoloso».
Alcune delle soluzioni verranno mutuate da quanto messo in campo nelle settimane immediatamente precedenti il lockdown, come i corsi a numero ridotto e il distanziamento tra le macchine per fare cardio, mentre altre sono in corso di elaborazione proprio in questi giorni: «Gli abbonamenti verranno congelati per la durata del lockdown — anticipa Defant — Organizzeremo lezioni all’aperto e grazie ai corsi online penseremo anche a chi avrà troppa paura per tornare ad allenarsi in sede. Purtroppo il fisiologico calo estivo quest’anno sarà enfatizzato dalla crisi: ci aspettiamo che anche dopo la riapertura verranno circa un quarto dei nostri 1200 iscritti. A livello economico sappiamo che fino all’autunno ci sarà un blocco quasi totale. Sappiamo che molte realtà aspetteranno settembre per riaprire definitivamente».
Gli stessi problemi sono comuni a un’altra grande realtà di fitness e benessere trentina, lo Juta Center di via Galilei gestito da Giorgio Bertoluzza. «Stiamo studiando percorsi alternativi, modi per distanziare e adeguare le macchine, forse installeremo anche dei plexiglas tra un macchinario e l’altro — spiega — Certo è difficile perché stiamo cercando di adeguarci a dei regolamenti che ancora non esistono».
Altra grande incognita il destino degli utenti, un problema che si prolungherà ben oltre i mesi estivi: «La nostra politica sarà quella di congelare gli abbonamenti, dando la possibilità di recuperare i giorni persi a causa del lockdown — spiega il titolare — Sappiamo che il problema sarà particolarmente grave nei prossimi mesi e stiamo già cercando di capire come si muoverà il mercato. Vogliamo elaborare delle soluzioni anche per chi ha sofferto economicamente perché in questi mesi abbiamo capito tutti che l’unica cosa che conta è aiutarsi a vicenda, e sarà un atteggiamento tanto più necessario per tutto il prossimo anno. Per questo stiamo pensando a delle formule di abbonamento per venire incontro alle esigenze di chi vorrebbe continuare a frequentarci ma ha subito dei problemi economici a causa dell’emergenza, dandogli la possibilità di continuare a fare attività fisica».