Per le scuole servono novanta spazi
Anche Rovereto punta sui bambini e investe 4 milioni per il post Covid Nel capoluogo ricognizione edifici
Si cercano 90 spazi extra per la riapertura delle scuole di Trento. E anche Rovereto investe 4 milioni per i post Covid.
TRENTO Organizzazione in piccoli gruppi, tre o al massimo quattro bambini per ogni educatore nei nidi d’infanzia e da cinque a otto nelle scuole materne. Potenziamento degli organici. Allungamento dei tempi di apertura dei servizi prevedendo due o più turni al giorno. Rigenerazione degli edifici scolastici e utilizzo di nuovi spazi. Rovereto sceglie di risollevarsi dall’emergenza coronavirus puntando sul mondo della scuola e dei bambini e vi dedica una sezione speciale del documento contenente gli interventi d’urgenza e la strategia messi a punto per la ripartenza. Nel frattempo anche Trento si concentra sulla scuola, cominciando a ragionare sul bisogno di spazi aggiuntivi che gli istituti manifesteranno.Gli assessori Italo Gilmozzi e Chiara Maule hanno incontrato ieri i dirigenti scolastici degli otto istituti comprensivi del capoluogo e i rappresentanti della Provincia: «Pur essendoci confrontati a livello ipotetico, perché i protocolli sanitari diranno molto ma non ci sono ancora, siamo comunque contenti di averlo fatto — sottolinea Maule — perché il tema degli spazi lo dovremo senza dubbio affrontare a settembre. Abbiamo almeno cominciato un dialogo, rimanere fermi senza fare nulla non è possibile».
«Abbiamo ragionato sul tempo obbligatorio garantito — fa sapere la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Trento 6 Paola Pasqualin — quindi su 26 ore per la scuola primaria e 30 per la secondaria di primo grado, ipotizzando la presenza di tutti gli studenti e facendo una simulazione degli spazi che servirebbero a queste condizioni. Sia chiaro, si tratta di supposizioni basate su dati che a oggi nessuna normativa o protocollo indica, ma il ragionamento andava comunque iniziato».
Con queste premesse, all’istituto Trento 6 servirebbero almeno 12 spazi in più: «Ma siamo fortunati perché la primaria Bellesini viene trasferita in parte alla Schmid lasciando liberi degli spazi» chiosa la dirigente. Calcolando tutte le scuole, di spazi in più ne potrebbero servire almeno una novantina. Ma la situazione varia da istituto a istituto: «Per questo faremo dei sopralluoghi mirati in tutti i plessi insieme ai dirigenti scolastici per verificare le necessità di ognuno — dichiara Gilmozzi— aspettando che nel frattempo sia a livello nazionale che provinciale vengano date direttive precise. Però è meglio intanto attivarsi e avere idee pronte per quando occorrerà muoversi».
E dal mondo della scuola e dei bambini sceglie di ripartire anche Rovereto: «Perché sono fondamentali per programmare il futuro di una comunità — spiega il sindaco Francesco Valduga — e occuparsene significa anche parlare di lavori pubblici, trasporti e sostenibilità, innovazione tecnologica, conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Si tratta di una cartina di tornasole attraverso la quale progettare la ripartenza a vari livelli»
Ecco allora che nel documento con le proposte per il post-emergenza, che mette complessivamente sul piatto 4 milioni di euro, una sezione speciale è dedicata proprio a questo: per adeguare i 35 edifici scolastici del Comune alle misure che verranno adottate per fronteggiare il Covid 19, ridefinirne gli spazi interni e migliorare quelli pertinenziali con gazebi, tensostrutture o altro si stanziano 400.000 euro; un milione è destinato alla manutenzione degli spazi pubblici all’aperto, «che dovranno assumere una nuova prospettiva di significato e conseguentemente di fruizione»: piazze, strade, viali, camminamenti, ciclabili, parchi urbani, aree e impianti sportivi, spazi demaniali, giardini collettivi.
Attenzione anche al potenziamento della ciclabilità e all’attivazione di concorsi di idee intergenerazionali (ad esempio per mettere in pratica azioni che evitino l’attesa in piedi, soprattutto per le fasce di popolazione più debole, quando ci si troverà inevitabilmente in fila per accedere a negozi, bar o ristoranti).
Articolate anche le misure per la riapertura di nidi e scuole d’infanzia: «Il periodo estivo —si legge nel documento — potrebbe rappresentare un’opportunità per iniziare a sperimentare con gradualità nuove soluzioni».
Francesco Valduga Bambini dimenticati, ma sono fondamentali per programmare il futuro di una comunità