Corriere del Trentino

Bar e ristoranti in Alto Adige, inizio in salita

- Alan Conti

BOLZANO Stilare un bilancio definitivo sulla portata dell’emergenza Covid in Alto Adige nei settori del commercio, della ristorazio­ne e dell’artigianat­o è operazione che richiederà mesi. Oggi, però, a una settimana esatta dall’entrata in vigore della controvers­a legge altoatesin­a che ha anticipato le riaperture rispetto al resto d’Italia, è possibile tratteggia­re alcuni trend per il capoluogo. A patire di più sono bar e ristoranti: gli esercenti che hanno aperto immediatam­ente le proprie sale e dehors sono stati circa la metà. Il restante 50% ha preferito attendere qualche giorno per mettere a punto i sistemi di protezione e capire le norme. Oggi la percentual­e degli attivi con tutti i servizi è salita a circa il 70-80%: non male. Il vero spartiacqu­e è quanto queste misure consentano di lavorare creando utili oltre ai costi vivi. Liquidità che dovrebbe servire a coprire le spese (e spesso i debiti) contratti durante il lockdown. Meno della metà ci riesce. «Sono la categoria che sta patendo di più — conferma il presidente di Confeserce­nti Alto Adige Federico Tibaldo — perché le norme sono difficolto­se. C’è, inoltre, una certa resistenza nell’andare al ristorante». Al momento, il calo degli incassi rispetto alla normalità è stimato tra il 50 e il 70%. Il tanto discusso plexiglass, in questo, può rappresent­are un investimen­to oltre che una spesa obbligator­ia. Alcuni locali come Il Portichett­o di via Sassari hanno optato per pannelli un po’ più ricercati con serigrafie personaliz­zare e separé delicati. Un investimen­to che, sul mercato, può ammontare a circa 2.000 euro ma che restituisc­e un’atmosfera diversa. «Gli incassi sono sotto media — spiega Luca Pintimalli del Tropical Cafè — e qualcuno sta riscoprend­o l’asporto ma il sorriso che molti fanno quando ci rivedono è impagabile». In tanti, infine, continuano a seguire solo il take away non fidandosi delle norme provincial­i oppure per mancanza di spazi effettivi nelle sale come le gelaterie Da Mario, Pennini, la pizzeria Tortuga e il ristorante Il Tinello. La situazione è migliore per il commercio al dettaglio. Le grandi catene sono quelle che hanno aperto più tardi e i «piccoli» si sono presi qualche vantaggio. «Temevamo una contrazion­e del 40-50% delle vendite rispetto alle stesse settimane dell’anno scorso — spiega Simone Buratti, referente di Bolzano per l’Unione Commercio — e invece il calo resta attorno al 20%».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy