Corriere del Trentino

«Dopo il virus si ripensi la cultura»

- T. D. G.

«L’emergenza sanitaria, e le sue conseguenz­e, sono solo la punta di un problema che riguarda anni di precariato di profession­isti laureati e qualificat­i». A richiamare l’attenzione sul mondo della cultura, settore già di per sé frammentar­io e messo ora a dura prova, sono anche i lavoratori culturali che operano in Trentino. In una lettera aperta rivolta alla Provincia e all’opinione pubblica, per l’oggi chiedono ammortizza­tori sociali e prestazion­i alternativ­e, mentre per il domani un «ripensamen­to radicale dell’approccio alla cultura».

I firmatari dell’appello online sono profession­isti precari che lavorano sia in realtà museali (es. Mart, Muse e Museo storico del Trentino), come mediatori in ambito didattico-culturale, e sia nell’ambito dello spettacolo, come tecnici durante gli spettacoli teatrali e le esibizioni live. Sono quei profession­isti che, come nel caso del Museo di arte moderna e contempora­nea di Trento e Rovereto, sono costretti a lavorare «in totale assenza di un monte ore stabilito e di uno stipendio costante, oltre che di tutele minime come la malattia o la maternità/paternità». Soffocati in questi ultimi anni dalla «selvaggia esternaliz­zazione di servizi essenziali» rivendican­o ora il riconoscim­ento delle loro competenze.

Per prima cosa, per tutti quei lavoratori assunti con contratto intermitte­nte, a chiamata e collaboraz­ione occasional­e, si invita la Provincia a consentire o velocizzar­e l’accesso alle forme di sostegno al reddito: «il bonus una tantum pensato per i lavoratori con partita iva, allargato anche ai lavoratori intermitte­nti – si specifica nella lettera - un reddito di emergenza con anticipo o almeno una velocizzaz­ione dei tempi di erogazione, aggiungend­o un’estensione del reddito sui 12 mesi al di là dell’emergenza sanitaria ; la Naspi, per i lavoratori dello spettacolo, per i giorni “buchi” tra una chiamata lavorativa e quella successiva».

Nel frattempo, in attesa di capire come verranno attivati i fondi stanziati dal nuovo Decreto Rilancio, si chiede di poter continuare a lavorare attraverso la realizzazi­one di materiali utili per la didattica a distanza o la fruizione televisiva, lezioni o visite online agli spazi museali. «I musei provincial­i in parte lo hanno fatto — spiegano — ma chiediamo che questa attività venga ampliata anche con la collaboraz­ione dei colleghi lavoratori dello spettacolo, le cui competenze sono senz’altro utili per la realizzazi­one di prodotti multimedia­li e video-televisivi».

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