Cagol «infiamma» Bressanone: «Denuncia e speranza»
Bressanone si tinge di rosso. «Denuncia e speranza»
Infuocare un’iconica piazza, completamente vuota, al nascere del giorno, creando un forte contrasto con l’austerità della cattedrale sullo sfondo, per dare una scossa e accendere una speranza. L’effetto è avvolgente e straniante, con un tempo e uno spazio che sembra dilatato. Ieri, alle cinque del mattino, nell’ambito del Water Light Festival powered by Durst, l’artista trentino Stefano Cagol ha animato una suggestiva performance in Piazza Duomo a Bressanone. Potente monito simbolico per riaccendere i riflettori e proporre una riflessione, così come l’autore è solito fare da molti anni, sul rapporto con l’ambiente, le risorse energetiche, l’influenza delle nostre scelte sul pianeta. Temi, questi, alla base della ricerca artistica di Cagol, che nei suoi lavori mette sempre una vena apocalittica a marcare lo sconvolgimento dell’ordine delle cose.
Lo ha ribadito ieri all’alba anche l’esibizione artistica Signal to the Future, che ha tinto di rosso la piazza e il Duomo di Santa Maria Assunta e San Cassiano a Bressanone, un’azione forte realizzata utilizzando segnali di emergenza nautici, per un rituale propiziatorio contemporaneo che ha portato tra le Alpi un potente fuoco a far da contrappunto.
Una performance di circa mezzora, nell’orario del giorno in cui si passa dall’oscurità alla luce, basata su un effetto luminoso minimale, ma estremamente presente, estetizzante. «Per molti – sottolinea Cagol - la mia pratica è fuggevole rispetto a quella di un pittore o uno scultore, perché i miei progetti sono multiformi, come tipico degli artisti concettuali; ma una costante è l’uso di elementi della natura, quali il ghiaccio o il fuoco, accanto alla tecnologia».
L’artista, secondo un metodo che gli appartiene, ha utilizzato ancora una volta strumenti per definizione ad alta visibilità, ma estrapolandoli dal consueto utilizzo per caricarli di una nuova capacità espressiva e lanciare un messaggio simbolico. «Un faro su questo difficile periodo – spiega Stefano Cagol - e un avviso di attenzione verso il futuro, quando i riflettori del coronavirus si spegneranno e si tornerà a fare i conti con i problemi che c’erano prima dell’emergenza sanitaria.
Il lockdown ha dato a tutti molto tempo per pensare. Questo lavoro nasce da una mia esperienza nell’Artico, nel 2011, sul confine russonorvegese, in totale solitudine».
Uno spettacolo che ha avuto luogo nella Giornata Internazionale della Luce, richiamando l’attenzione sull’attuale periodo di pandemia e auspicando di poter correggere eventuali errori del passato. «Per salvare noi stessi e il pianeta che ci ospita – dice l’artista che vive in Val di Non - è necessario ristabilire un equilibrio con l’ambiente. Questa è una delle lezioni che questo momento ci ha impartito, un urlo del pianeta che ci deve far cambiare direzione».
«Ci è sembrato importante e doveroso - chiarisce Stefanie Prieth, curatrice del Brixen Water Light Festival e vicedirettrice di Bressanone Turismo - essere ottimisti e dare un segnale di speranza per un futuro più luminoso e migliore. Ci auguriamo che anche il turismo, che sta attraversando un periodo davvero difficile, possa ripartire al più presto e di poter dare il benvenuto agli ospiti graditi. I nostri ristoratori e albergatori si stanno preparando per questo».
Grazie alla collaborazione del team Brandnamic e del supporto di Alperia è possibile rivedere la performance artistica Signal to The Future sul sito del festival: www.waterlightfestival.it