Corriere del Trentino

Cagol «infiamma» Bressanone: «Denuncia e speranza»

Bressanone si tinge di rosso. «Denuncia e speranza»

- Di Veronica Tuzii

Infuocare un’iconica piazza, completame­nte vuota, al nascere del giorno, creando un forte contrasto con l’austerità della cattedrale sullo sfondo, per dare una scossa e accendere una speranza. L’effetto è avvolgente e straniante, con un tempo e uno spazio che sembra dilatato. Ieri, alle cinque del mattino, nell’ambito del Water Light Festival powered by Durst, l’artista trentino Stefano Cagol ha animato una suggestiva performanc­e in Piazza Duomo a Bressanone. Potente monito simbolico per riaccender­e i riflettori e proporre una riflession­e, così come l’autore è solito fare da molti anni, sul rapporto con l’ambiente, le risorse energetich­e, l’influenza delle nostre scelte sul pianeta. Temi, questi, alla base della ricerca artistica di Cagol, che nei suoi lavori mette sempre una vena apocalitti­ca a marcare lo sconvolgim­ento dell’ordine delle cose.

Lo ha ribadito ieri all’alba anche l’esibizione artistica Signal to the Future, che ha tinto di rosso la piazza e il Duomo di Santa Maria Assunta e San Cassiano a Bressanone, un’azione forte realizzata utilizzand­o segnali di emergenza nautici, per un rituale propiziato­rio contempora­neo che ha portato tra le Alpi un potente fuoco a far da contrappun­to.

Una performanc­e di circa mezzora, nell’orario del giorno in cui si passa dall’oscurità alla luce, basata su un effetto luminoso minimale, ma estremamen­te presente, estetizzan­te. «Per molti – sottolinea Cagol - la mia pratica è fuggevole rispetto a quella di un pittore o uno scultore, perché i miei progetti sono multiformi, come tipico degli artisti concettual­i; ma una costante è l’uso di elementi della natura, quali il ghiaccio o il fuoco, accanto alla tecnologia».

L’artista, secondo un metodo che gli appartiene, ha utilizzato ancora una volta strumenti per definizion­e ad alta visibilità, ma estrapolan­doli dal consueto utilizzo per caricarli di una nuova capacità espressiva e lanciare un messaggio simbolico. «Un faro su questo difficile periodo – spiega Stefano Cagol - e un avviso di attenzione verso il futuro, quando i riflettori del coronaviru­s si spegnerann­o e si tornerà a fare i conti con i problemi che c’erano prima dell’emergenza sanitaria.

Il lockdown ha dato a tutti molto tempo per pensare. Questo lavoro nasce da una mia esperienza nell’Artico, nel 2011, sul confine russonorve­gese, in totale solitudine».

Uno spettacolo che ha avuto luogo nella Giornata Internazio­nale della Luce, richiamand­o l’attenzione sull’attuale periodo di pandemia e auspicando di poter correggere eventuali errori del passato. «Per salvare noi stessi e il pianeta che ci ospita – dice l’artista che vive in Val di Non - è necessario ristabilir­e un equilibrio con l’ambiente. Questa è una delle lezioni che questo momento ci ha impartito, un urlo del pianeta che ci deve far cambiare direzione».

«Ci è sembrato importante e doveroso - chiarisce Stefanie Prieth, curatrice del Brixen Water Light Festival e vicedirett­rice di Bressanone Turismo - essere ottimisti e dare un segnale di speranza per un futuro più luminoso e migliore. Ci auguriamo che anche il turismo, che sta attraversa­ndo un periodo davvero difficile, possa ripartire al più presto e di poter dare il benvenuto agli ospiti graditi. I nostri ristorator­i e albergator­i si stanno preparando per questo».

Grazie alla collaboraz­ione del team Brandnamic e del supporto di Alperia è possibile rivedere la performanc­e artistica Signal to The Future sul sito del festival: www.waterlight­festival.it

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 ??  ?? «Signal to the future» Stefano Cagol ha reso la piazza del Duomo di Bressanone rosso fuoco: l’urlo del pianeta
«Signal to the future» Stefano Cagol ha reso la piazza del Duomo di Bressanone rosso fuoco: l’urlo del pianeta
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