«Mi mancano nipoti e amici C’è egoismo»
Diego Mosna, fondatore e presidente della Diatec holding, patron di Trentino volley, come ha vissuto questi mesi di emergenza sanitaria?
«Fornendo manufatti non soggetti al fermo produttivo, l’attività dell’azienda non si è mai fermata. Questo mi ha consentito di continuare ad andare in ufficio tutte le mattine, per me la salvezza: non riuscivo a immaginarmi bloccato in casa a operare solo virtualmente». La sua vita, insomma, non è cambiata di molto?
«Scherza? Non ricordo l’ultima persona alla quale ho stretto la mano, non parliamo di un abbraccio. Dover stare lontani, fare le riunioni “mascherati”: il cambiamento è epocale. Indispensabile, ma che pesa molto. Non riesco a immaginare quello che potrà lasciarci».
Niente di positivo?
«Ci è stata tolta la libertà, perché dovremm o diventare più buoni? Ho scoperto che le persone hanno sviluppato l’istinto di sopravvivenza e lo manifestano calpestando i sentimenti con estrema facilità. A prevalere non è la responsabilità, o il senso di accoglienza, di appartenenza a una collettività o il senso del dare ma quello del tenere, di pensare esclusivamente alla propria salute, alla propria persona e questo secondo me degenera in cose non belle, spero di sbagliarmi». A parte la libertà, cosa le è mancato di più?
«Sicuramente i miei nipoti, che non ho visto per oltre due mesi, anche se la tecnologia un po’ ha aiutato. Ma anche molto gli amici: mantenere un rapporto non diretto non è semplice, soprattutto per uno come me che non chiama per ogni sciocchezza. A deludermi, poi, è l’assenza dello Stato: c’è grande distanza e lentezza nella reazione e negli interventi, che non mi sembrano adeguati. Questo mi preoccupa molto, soprattutto per bambini e giovani».
Ora che le maglie del lockdown si sono allentate, si è concesso qualcosa di particolare?
«No, ho solamente fatto qualche camminata in più, l’altra sera sono salito al Calisio. Ma questo non ha spostato di molto i miei equilibri».