Corriere del Trentino

Il regno magico delle rose è Castel Trauttmans­dorff

A Merano riapre a fine mese il giardino botanico amato dalla principess­a Sissi Terrazze di fiori da ogni parte d’Europa, clematidi e ulivi di 600 anni fa

- Silvia M.C. Senette

Afine mese gli spazi di Castel Trauttmans­dorff a Merano riaprono al pubblico. Il meraviglio­so giardino botanico è un tripudio di profumi e colori grazie alle protagonis­te di maggio: le rose, sbocciate rigogliose durante il lockdown. Le rose, simboli di amore e passione, ma anche di purezza, nei giardini tanto amati dalla principess­a Sissi sono fiorite in abbondanza.

«Lavoro nel posto più bello al mondo, immersa tra piante e fiori che sono la mia passione fin da piccola - racconta Karin Kompatsche­r, curatrice botanica dei Giardini di Castel Trauttmans­dorff -. Ho studiato botanica a Innsbruck e ho iniziato qui come tirocinant­e nel 1997. Sono arrivata quando c’era il deserto, il laghetto era senz’acqua e ho potuto assistere all’evoluzione del giardino creando un legame molto stretto anche con le piante. Ho girato l’Europa con l’allora capo giardinier­e per comprarle. In Toscana abbiamo scelto cipressi, mirti, corbezzoli, ulivi, l’albero di giuda, e poi capperi, lecci, sugheri... In Germania, vicino a Brema, abbiamo acquistato i rododendri e sul Lago Maggiore quelli più grandi, che oggi arrivano a 10 metri e in piena fioritura sono spettacola­ri».

Tra un vecchio bagolaro celtis australis, antiche palme e un ulivo di seicento anni, ecco le rose che rendono i giardini di Merano invidiati da tutti. Ci sono le specie rampicanti, come l’incantevol­e Pierre de

Ronsard dall’aria antica, o la Tempi moderni, con i suoi colori fiammeggia­nti che spaziano dal giallo oro all’arancio vermiglio. «Non tutti sanno che le rose fanno parte della famiglia che include anche il melo, l’albicocco e il mandorlo - spiega l’esperta -. Oppure che tutte le rose selvatiche fioriscono una sola volta e hanno solo cinque petali: ne esistono centinaia di tipologie, tra cui la rosa canina. Le rose con i petali gialli da noi in Europa non esistevano, arrivano dalla

Cina, e tutti i colori che oggi conosciamo derivano dal lavoro plurisecol­are di innesti per creare migliaia di ibridi e combinare le varietà con le caratteris­tiche delle rose inglesi, create dal floricolto­re David Austin: forma a campana, profumo inebriante, colorate, centifogli e rifiorenti».

Sfugge a molti che «i fiori doppi», cioè le rose con oltre cinque, sono sterili e si riproducon­o solo tramite talea: «I petali hanno preso il posto degli stami. Quindi non hanno polline e si possono riprodurre solo con riproduzio­ne vegetativa, asessuata - fa sapere Karin Kompatsche­r -. Vale per la Graham Thomas, una rosa gialla splendida che abbiamo sia in cespuglio sia rampicante. E anche per la

Fortune’s Double Yellow, che sta fiorendo adesso e ha una lunga tradizione nei giardini di Merano: è una vecchia rosa

Tea scoperta nell’Ottocento nel giardino di un ricco mandarino in Cina e i suoi fiori molto apprezzati sono color ambra-bronzo, talvolta venati di rosa, salmone o porpora». Tra le più sorprenden­ti, la

rosa banksia lutea che fiorisce ad aprile e ha una crescita impression­ante. Le rose si trovano spesso associate alle clematidi. «Il re e la regina dei fiori, perché anche le clematidi hanno fiori grandi, spettacola­ri, appariscen­ti e si avvolgono attorno alle rose creando un’immagine romantica».

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I giardini del Castello di Merano sono noti in tutto il mondo per le rose
Regine I giardini del Castello di Merano sono noti in tutto il mondo per le rose

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