Il regno magico delle rose è Castel Trauttmansdorff
A Merano riapre a fine mese il giardino botanico amato dalla principessa Sissi Terrazze di fiori da ogni parte d’Europa, clematidi e ulivi di 600 anni fa
Afine mese gli spazi di Castel Trauttmansdorff a Merano riaprono al pubblico. Il meraviglioso giardino botanico è un tripudio di profumi e colori grazie alle protagoniste di maggio: le rose, sbocciate rigogliose durante il lockdown. Le rose, simboli di amore e passione, ma anche di purezza, nei giardini tanto amati dalla principessa Sissi sono fiorite in abbondanza.
«Lavoro nel posto più bello al mondo, immersa tra piante e fiori che sono la mia passione fin da piccola - racconta Karin Kompatscher, curatrice botanica dei Giardini di Castel Trauttmansdorff -. Ho studiato botanica a Innsbruck e ho iniziato qui come tirocinante nel 1997. Sono arrivata quando c’era il deserto, il laghetto era senz’acqua e ho potuto assistere all’evoluzione del giardino creando un legame molto stretto anche con le piante. Ho girato l’Europa con l’allora capo giardiniere per comprarle. In Toscana abbiamo scelto cipressi, mirti, corbezzoli, ulivi, l’albero di giuda, e poi capperi, lecci, sugheri... In Germania, vicino a Brema, abbiamo acquistato i rododendri e sul Lago Maggiore quelli più grandi, che oggi arrivano a 10 metri e in piena fioritura sono spettacolari».
Tra un vecchio bagolaro celtis australis, antiche palme e un ulivo di seicento anni, ecco le rose che rendono i giardini di Merano invidiati da tutti. Ci sono le specie rampicanti, come l’incantevole Pierre de
Ronsard dall’aria antica, o la Tempi moderni, con i suoi colori fiammeggianti che spaziano dal giallo oro all’arancio vermiglio. «Non tutti sanno che le rose fanno parte della famiglia che include anche il melo, l’albicocco e il mandorlo - spiega l’esperta -. Oppure che tutte le rose selvatiche fioriscono una sola volta e hanno solo cinque petali: ne esistono centinaia di tipologie, tra cui la rosa canina. Le rose con i petali gialli da noi in Europa non esistevano, arrivano dalla
Cina, e tutti i colori che oggi conosciamo derivano dal lavoro plurisecolare di innesti per creare migliaia di ibridi e combinare le varietà con le caratteristiche delle rose inglesi, create dal floricoltore David Austin: forma a campana, profumo inebriante, colorate, centifogli e rifiorenti».
Sfugge a molti che «i fiori doppi», cioè le rose con oltre cinque, sono sterili e si riproducono solo tramite talea: «I petali hanno preso il posto degli stami. Quindi non hanno polline e si possono riprodurre solo con riproduzione vegetativa, asessuata - fa sapere Karin Kompatscher -. Vale per la Graham Thomas, una rosa gialla splendida che abbiamo sia in cespuglio sia rampicante. E anche per la
Fortune’s Double Yellow, che sta fiorendo adesso e ha una lunga tradizione nei giardini di Merano: è una vecchia rosa
Tea scoperta nell’Ottocento nel giardino di un ricco mandarino in Cina e i suoi fiori molto apprezzati sono color ambra-bronzo, talvolta venati di rosa, salmone o porpora». Tra le più sorprendenti, la
rosa banksia lutea che fiorisce ad aprile e ha una crescita impressionante. Le rose si trovano spesso associate alle clematidi. «Il re e la regina dei fiori, perché anche le clematidi hanno fiori grandi, spettacolari, appariscenti e si avvolgono attorno alle rose creando un’immagine romantica».