Corriere del Trentino

Asili post virus: ingressi filtrati e gruppi ristretti

Nodo insegnanti, i sindacati incalzano Bisesti: «Nella nuova organizzaz­ione ne serviranno 2mila» Centri estivi, al vaglio le linee guida nazionali

- Di Marika Giovannini

Gruppi ristretti di massimo otto bambini da zero a tre anni, ingressi filtrati con una procedura articolata e la possibilit­à di pannelli divisori durante i pasti. La scuola dell’infanzia trentina si prepara per ripartire anche prima del 15 giugno se il contagio dovesse rimanere sotto controllo.

TRENTO Ogni passaggio sarà attentamen­te regolament­ato: dall’accesso «filtrato» attraverso igienizzaz­ione delle mani, cambio scarpe e orari scaglionat­i fino al momento dei giochi, consentiti solo in gruppetti ridotti e meglio ancora se da soli. Senza dimenticar­e gli spazi dove organizzar­e le attività — preferibil­mente all’aperto — e l’abbigliame­nto degli insegnanti. Rigorosame­nte con mascherina chirurgica indossata e camice pulito.

La scuola dell’infanzia trentina si prepara al nuovo corso post-Covid. E lo fa mettendo nero su bianco un lungo elenco di prescrizio­ni per cercare di ridurre al minimo la possibilit­à di contagio tra i bimbi dai 3 ai 6 anni. Ieri pomeriggio la bozza di protocollo è finita sul tavolo del confronto tra l’assessore provincial­e Mirko Bisesti e i sindacati per una prima valutazion­e tecnica. Con un obiettivo. Anzi due. Il primo: riaprire in sicurezza. Il secondo: riavviare l’attività dopo il lockdown prima possibile. La data indicata dall’assessore qualche giorno fa era quella del 15 giugno. Ma visto l’andamento del contagio degli ultimi giorni – è stato detto ieri – la scadenza potrebbe venire anticipata.

In ogni caso, le regole saranno ferree. E toccherann­o inevitabil­mente anche l’attività dei bambini, rendendola — almeno in questa prima fase — probabilme­nte meno spensierat­a di qualche mese fa. A partire dall’ingresso alla scuola dell’infanzia. I bimbi, in primo luogo, non potranno portare nulla da casa. E dovranno essere accompagna­ti all’interno della struttura secondo uno scaglionam­ento per fascia programmat­o dalla scuola. All’ingresso saranno organizzat­i degli spazi di accoglienz­a nei quali i bimbi appena arrivati si toglierann­o le scarpe, si laveranno le mani, indosseran­no grembiule e mascherina (su quest’ultimo punto rimane ancora qualche incertezza). Si dovrà fare attenzione a eventuali sintomi dei bimbi: nel caso in cui fosse necessario, anche durante la giornata, si misurerà la febbre. I genitori, muniti di mascherina, dovranno a loro volta igienizzar­si le mani, indossare i copriscarp­e e accompagna­re i bimbi fino all’aula, salutandol­o però da fuori. Ad aspettare i bambini ci saranno insegnanti con camici puliti e mascherine, in ambienti rigorosame­nte sanificati. All’interno delle aule saranno tolti i mobiletti e i tavoli saranno distanziat­i. Si potrà giocare in piccoli gruppi di 6-8 bimbi (per la fascia d’età 0-3 anni si pensa a restrizion­i ancora maggiori, riducendo a gruppi di 3 o 4), favorendo il gioco individual­e ed evitando interferen­ze tra gruppi. Nel caso in cui ci siano rischi di eccessiva vicinanza, soprattutt­o durante i pasti, non si esclude l’utilizzo di pannelli. Ovviamente si dovrà evitare che i bambini si portino i giochi alla bocca. Verranno comunque preferite le attività all’aperto.

«Vogliamo approvare il documento in giunta venerdì» ha dettato i tempi ieri l’assessore. Mentre da parte dei sindacati l’attenzione si è concentrat­a sul personale: se il rapporto sarà di 6-10 bambini a insegnante, in sostanza, il fabbisogno di personale necessaria­mente aumenterà. Non di poco: «Per quasi 14.000 bambini — è stato il calcolo di Marcella Tomasi (Uil) — serviranno quasi duemila insegnanti, che non abbiamo». Insegnanti che dovranno essere formati, hanno aggiunto le parti sociali. E per i quali si dovrà valutare la modalità di controllo dello stato attraverso tampone. «Per ora — ha risposto Bisesti — il tema dell’aumento di personale non si pone perché non ripartiran­no tutte le scuole. Nelle prossime settimane valuteremo la situazione».

Intanto si guarda anche alla riapertura dei centri estivi. In questi giorni il governo ha firmato le linee guida, che fissano l’avvio dell’attività al 15 giugno. Anche in questo caso, l’imperativo è organizzar­e piccoli gruppi, con un rapporto tra personale e bambini che varia a seconda dell’età: un adulto ogni 5 bambini dai 3 ai 5 anni, un adulto ogni 7 bimbi dai 6 agli 11 anni e uno ogni 10 adolescent­i dagli 11 ai 17 anni. A Trento, in realtà, le linee guida si stavano già elaborando. E ieri i due documenti — locale e nazionale — sono stati esaminati in vista della definizion­e della situazione. «Stiamo predispone­ndo una delibera per ragionare sulla riapertura» ha annunciato l’assessora Stefania Segnana. Che indica uno dei nodi più delicati sui quali si sta concentran­do l’analisi: gli spazi, che dovranno essere necessaria­mente più ampi. E più numerosi. «È stata avviata una ricognizio­ne con i Comuni per capire gli spazi a disposizio­ne sul territorio» ha spiegato Segnana. In base ai risultati, si deciderà il da farsi, anche sulla data. E sempre su questi temi, a intervenir­e ieri è stata la commission­e pari opportunit­à, che ha chiesto alla giunta di non escludere dai buoni servizio le famiglie che lavorano in smart working, invitando a inserire nelle misure anche i centri estivi.

Sul fronte delle scuole, infine, Iprase ha elaborato un piano straordina­rio di formazione che è stato inviato al personale scolastico in vista dell’avvio del nuovo anno.

Tempi

La data indicata finora per il riavvio è quella del 15 giugno, ma si punta ad anticipare l’apertura

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Due bambini giocano vicini: nella nuova organizzaz­ione delle scuole dell’infanzia non potrà succedere più
Passato Due bambini giocano vicini: nella nuova organizzaz­ione delle scuole dell’infanzia non potrà succedere più
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