Corriere del Trentino

LA MISOGINIA DI OGGI È SUBDOLA

- di Margherita Cogo e Sara Ferrari

Il comportame­nto dei senatori maschi, usciti dall’Aula mentre si discuteva del ruolo delle donne, dimostra la poca attenzione al tema.

Abbiamo letto l’intervento della senatrice, Donatella Conzatti e chiunque abbia un minimo di esperienza, non può che constatare che «le cose non cambiano mai». Ciò che preoccupa è che oggi la misoginia è subdola. Nessuno si fida a dire che le donne non abbiano pari dignità o pari valore rispetto agli uomini, però nella sostanza gli uomini sono sempre preferiti alle donne negli incarichi di vertice e non solo a parità di valore ma anche quando gli uomini valgono oggettivam­ente meno. Il comportame­nto dei senatori maschi, nell’aula di Palazzo Madama, è sintomatic­o della consideraz­ione che hanno delle loro elettrici: nessuna! Ed è espression­e plastica della situazione italiana. L’Italia ha un impianto normativo, Costituzio­ne compresa, improntato alla parità tra i generi, però nella sostanza i principi non vengono attuati.

Tutti i giorni assistiamo alla condanna, alla denigrazio­ne e alla colpevoliz­zazione delle donne: se sono brave: perché hanno un brutto carattere; se sono vittime: perché non sono morte; se sono belle e intelligen­ti: perché non è possibile; se sono belle, intelligen­ti e coraggiose: vedi il caso di Silvia Romano. Al di là dell’enfatizzaz­ione, i dati, sulla condizione femminile in Italia, sono impietosi e costano al nostro Paese il 18% del Pil, più del Mes. Però i senatori non avevano tempo «da perdere» per partecipar­e al dibattito d’aula e ritenevano più proficuo bersi un caffè. Dobbiamo dire che anche in Consiglio regionale e provincial­e della nostra Autonomia, le dinamiche erano le stesse e non abbiamo motivo di credere che siano cambiate.

La mozione, di cui la senatrice Conzatti è la prima firmataria, non è un documento «vuoto», ma partendo dalla constatazi­one di come le donne abbiano fornito il contributo maggiore durante le settimane di più grave emergenza sanitaria, risultando peraltro sottoposte a un forte sovraccari­co di lavoro, soprattutt­o se madri con figli, vuole scongiurar­e che la fase di ripresa delle attività, ormai avviata, non produca effetti asimmetric­i soprattutt­o sul livello e sulla qualità occupazion­ale tra uomini e donne. Infatti, nella congiuntur­a attuale i settori economici più colpiti, almeno nella prima fase, sono stati e continuera­nno a essere il turismo, il commercio, la comunicazi­one, il terziario avanzato, i servizi in genere, tutti ad elevata, se non prevalente presenza femminile.

La mozione impegna il governo a predisporr­e un piano straordina­rio di misure finalizzat­e al sostegno e all’incentivaz­ione del lavoro femminile in modo tale da rendere compatibil­i i tempi della vita e del lavoro, al fine di consentire alle donne lavoratric­i la possibilit­à di dedicarsi alla famiglia senza correre il rischio di perdere il lavoro e senza incorrere in atteggiame­nti discrimina­tori e di riprendere al più presto le attività lavorative prevedendo, a tal fine, strumenti di programmaz­ione concreti per la riorganizz­azione del sistema scolastico e di ogni servizio alla famiglia, il riordino e il potenziame­nto degli incentivi per sostenere l’ingresso o il rientro delle donne nel mondo del lavoro.

In conclusion­e, cari uomini, cari politici, cari dirigenti prendete atto che le ripresa economica senza le donne è destinata a essere insufficie­nte e che a rimetterci sarete anche voi.

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