Corriere del Trentino

LO SNOBISMO MUSCOLARE DI CENTRODEST­RA

- Di Paolo Ghezzi

Se si critica, anche aspramente, lo si deve fare con il proposito di aiutare chi è al potere. Nessuno infatti ha in appalto tutta la dignità umana.

Per la prima volta (e forse l’ultima, ma non si sa mai) nella mia breve vita politica, vorrei dare ragione a Mirko Bisesti: sì, proprio all’assessore provincial­e alla cultura, nonché luogotenen­te salvinista in Trentino, con il quale sono quasi sempre in sanguigno e schietto dissenso. Quando, nel Consiglio provincial­e dedicato alla scuola ai tempi del Covid-19, Bisesti ha polemizzat­o con i «leoncini da tastiera» — cosa che ha ovviamente indignato noi leoncini e i nostri alleati — se la prendeva, dal suo punto di vista, con quella sinistra snob che sa solo criticare e schernire sui social l’operato degli «umili servi del popolo», i leghisti ascesi alle stanze del potere provincial­e il 18 ottobre 2018. Nulla di nuovo. Secondo il populismo salvinista, gli intellettu­ali («vil razza dannata» come i cortigiani del Rigoletto) e il popolo sono contrappos­ti: due diversi tipi antropolog­ici. Dalle persone di cultura («i maestrini dalla penna rossa» secondo la celebre etichetta che un giorno lontano mi affibbiò personalme­nte il venerabile Feltri, perché avevo osato scrivere un libretto antiberlus­coniano) non può venire nessuna buona idea, perché frequenter­ebbero solo i salotti e non i bar: Fugatti ha più volte esecrato, con aperta insofferen­za, «quelli che scrivono sui giornali». (Da quando anche i suoi scrivono sui giornali e lui, grazie al Covid-19, può contare su una media di 33 titoli che amplifican­o ogni suo sussurro e grido, forse ha cambiato idea. Ma questo è un altro discorso). Su un punto, solo su un punto, Bisesti ha ragione: governare è una cosa; criticare chi governa, un’altra. Fare bene la prima cosa è difficile (e difatti lui non ci è riuscito tanto bene, né sulla scuola né sulla cultura). Fare la seconda cosa è più agevole. Perciò se giustament­e si critica, in questa fase di epocale emergenza lo si deve fare senza spocchia snob. A proposito, casualment­e, in questi giorni, nella «Montagna incantata» (è ancora la vecchia traduzione) di Thomas Mann, ho letto un passaggio illuminant­e. A pagina 362 dell’edizione Corbaccio degli anni

Trenta si legge questa critica a Settembrin­i, l’italiano che simboleggi­a l’illuminist­a, il progressis­ta, l’anticleric­ale, il moderno: «...c’è lo stato di devozione e quello di libertà. Ambedue hanno i loro vantaggi; ma contro l’indirizzo di Settembrin­i io ho una certa avversione, perché egli crede di avere in appalto tutta la dignità umana, e questa è un’esagerazio­ne». In questo periodo senza precedenti dobbiamo evitare qualsiasi forma di presunzion­e, riscoprire riserve straordina­rie di modestia e di pazienza (queste due virtù le ho evocate all’ultimo Consiglio, e a Fugatti sono piaciute!). Di fronte a chi governa alla giornata, rifuggendo dalla visione politica come se fosse un virus, con orizzonti asfittici e salvinisti, noi opposizion­i dobbiamo comunque dare il nostro piccolo contributo perché si faccia il meglio possibile. Senza la presunzion­e esagerata di avere «in appalto tutta la dignità umana». Se si critica, anche aspramente, lo si deve fare con il proposito di aiutare chi è al potere a governare meglio. Con convinzion­e e con modestia. Se Fugatti aprirà lo sguardo alla fascia più debole e al pieno rispetto di chi chiede trasparenz­a e chiarezza sulla propria sicurezza ci troverà dalla sua parte. I due ordini del giorno delle minoranze unite, su finanza pubblica e assegno unico provincial­e, votati all’unanimità, vanno in questa direzione, di contributo a governare meglio il Trentino. Il fatto che un terzo ordine del giorno delle minoranze unite, che dava termini precisi per il piano sanitario della fase 2, sia stato respinto senza che il presidente o l’assessora sentissero neppure il dovere di spiegare perché, è stato invece una brutta prova di snobismo muscolare di destra. Domani il Consiglio provincial­e (per la prima volta in modalità televoto), affronterà tutte le questioni aperte dell’emergenza sanitaria: vediamo se Fugatti sarà più ricettivo e dialettico. Sulla legge per la ripresa economica ha incassato 30 sì su 35 consiglier­i. A causa delle evidenti contraddiz­ioni e insufficie­nze della legge, un settimo dell’aula si è astenuto: solo 5 di noi consiglier­i non gli hanno dato la benedizion­e politica. Tra questi, due di Futura, che quindi in questa fase può considerar­si la maggior forza di opposizion­e.

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