Filosi e gli amici «Li rivedrò quando potrò abbracciarli»
Daniele Filosi, lei è un organizzatore teatrale molto conosciuto in Trentino, ma è originario di Milano. Come ha vissuto la clausola del decreto nazionale che dava il permesso di incontrare solo i congiunti e non gli amici?
«La norma è stata fatta su una logica di progressività per evitare il diffondersi del contagio, perché estendendo la rete sociale aumenta il rischio. Certo che per chi come me ha la famiglia fuori regione c’è la difficoltà della distanza e della separazi one. Dopo un primo moment o passato a preoccuparmi della salute dei miei genitori e dei miei parenti è subentrato un senso di solitudine e smarrimento».
Da ieri è possibile incontrare anche gli amici. Questo cambierà il suo modo di vivere?
«Non credo. Ho già avuto l’occasione di rivedere, magari incrociandosi al supermercato, alcuni amici. In ogni occasione abbiamo scoperto l’imbarazzo e la titubanza di non poterci salutare come prima: niente abbracci o strette di mano. Ora il sentimento prevalente è ancora la paura e non sappiamo più relazionarci nella maniera consueta. Preferisco aspettare e stringere poi le persone care in un abbraccio fortissimo».
Quindi cosa succederà?
«Dovremo re-imparare il linguaggio del corpo. Nei prossimi mesi dovremo recuperare quel senso di fiducia nell’avvicinarci alle altre persone che in questi mesi purtroppo abbiamo perso».