Vola il corvo, nove minuti di musica, dolori e poesia
Il nuovo disco Il poliedrico musicista trentino Marco Olivotto, nel nuovo video, con la ballerina Paci. Il brano (influenzato dalla quarantena) è stato scritto da Del Pero
Marco Olivotto è abituato a lavorare dietro le quinte, ma nel caso di Vola il corvo di Lorenzo Del Pero esce allo scoperto. Il poliedrico musicista trentino è protagonista di uno dei brani più intensi realizzati nel corso di questa quarantena. Si tratta di Vola il corvo, appunto, canzone scritta dal cantautore pistoiese Del Pero e realizzata a distanza assieme allo stesso Olivotto.
Il video si avvale del contributo della ballerina Irene Paci che, nel corso dei nove minuti del brano, ne accompagna il senso doloroso e claustrofobico con una performance di straordinaria bellezza. Una canzone che riflette il senso di spaesamento che questo tempo suggerisce e si inserisce perfettamente nelle corde dell’artista trentino, che nel corso della sua carriera ha rivestito più ruoli: da musicista a tecnico del suono, da fotografo a produttore fino all’insegnamento alla Trentino Art Academy. Sempre seguendo la passione per la musica, fino alla collaborazione con artisti come Giulio Casale, Gianni Maroccolo e i Deproducers.
Com’è nata la collaborazione con Del Pero?
«Io e Lorenzo non ci siamo ancora incontrati di persona.
A dicembre ho ascoltato il suo disco “Dell’amore animale, dell’amore dell’uomo, dell’amore di un Dio” e gli ho scritto per fargli i complimenti. Da lì è cominciata una cortese frequentazione, gli ho chiesto di farmi sentire le cose nuove e il 1° aprile mi ha mandato Vola il corvo».
Come avete realizzato il video?
«Quando la canzone era già pronta con l’aggiunta delle mie parti, si è proposta Irene Paci, artista che è riduttivo definire
Olivotto durante un’esibizione con Maroccolo (foto di Friederike Haase) ballerina. Lei ha ballato davanti all’ipad improvvisando per i nove minuti della canzone e ci ha mandato il video originale. A quel punto io e Lorenzo ci siamo autoripresi e unito il tutto in postproduzione. L’artwork di copertina è
stato realizzato da una mia allieva della Trentino Art Academy».
In cosa consiste la sua attività didattica?
«Insegno per l’Alta formazione dell’Istituto Artigianelli e per la Trentino Art Academy in cui insegno tecniche e tecnologie della fotografia, color design e computer graphic. Per venticinque anni il mio lavoro è stato quello di tecnico del suono nel mio studio di registrazione, ma dieci anni fa ho avvertito il cambiamento nelle modalità di fare musica e mi sono specializzato nella teoria del colore e a lavorare con le immagini digitali».
Tra gli artisti con cui lavora stabilmente ci sono Gianni Maroccolo e Giulio Casale.
«Con Gianni e Giulio la collaborazione va avanti da quattro o cinque anni: il mio ruolo spazia dal management alla comunicazione ma devo dire che con loro c’è una grande consonanza artistica e umana. Al momento curo anche il sito web dei Deproducers e grazie a loro si sono aperti anche i contatti con Max Casacci e Riccardo Sinigallia. Devo dire che non mi è mai interessato il lato più commerciale della musica».
Le conseguenze della quarantena sul mondo della musica?
«I problemi sono molteplici: in primis quanti artisti saranno in grado di continuare? Stesso discorso si può fare per i locali o i club che resisteranno a questa crisi. Rimane aperta poi la questione delle modalità della riapertura: la gente sarà ancora disposta a chiudersi in un locale?»