In aumento i casi di violenza domestica in Trentino
Codice rosso, cinque misure durante la pandemia
TRENTO Il lockdown, la convivenza forzata durante la pandemia, ha acuito le divergenze familiari, soprattutto in contesti già fragili. La violenza è esplosa tra le mura domestiche e sono aumentate le richieste di aiuto da parte delle donne. In regione, secondo i dati dell’Istat, le richieste di aiuto al numero verde «1522» sono raddoppiate durante la quarantena, ma la maggior parte delle vittime non denuncia.
Una triste realtà con la quale deve fare i conti la società, ma anche la giustizia. Durante la pandemia la Procura di Trento ha chiesto e ottenuto cinque misure cautelari a carico di altrettanti mariti e padri violenti nel periodo dal 9 marzo all’11 maggio. Uno di loro, un cinquantenne albanese, da tempo residente in Val Rendena, è stato arrestato il 12 marzo scorso. L’uomo aveva picchiato i figli che si erano nascosti in camera con la madre. Altri due uomini sono invece stati allontanati da casa, come disposto dal procuratore Sandro Raimondi, che ha firmato una direttiva per tutelare maggiormente le vittime. Solitamente sono loro a lasciare il domicilio, ma considerata l’emergenza è stato deciso che siano i mariti violenti a dover andarsene di casa. I casi di violenza in Trentino sono in costante aumento, analizzando il periodo che va da agosto 2018 a maggio 2019 con quello di agosto 2019 e maggio 2020 si scopre che gli indagati sono raddoppiati. Sono passati da 151 a 338.