Soldi da Roma, l’ira di Fugatti «Insufficienti»
Il leghista: non si fa cassa sulla nostra pelle
Ieri il confronto tra i governatori e il ministro Boccia. Fugatti alza la voce: «L’abbiamo messa giù dura. Sono stati stanziati 1,5 miliardi quando ne avevamo chiesto più di 5. Insufficienti». Per questo i governatori hanno chiesto un incontro con il premier Conte. Se i fondi rimanessero questi al Trentino spetterebbero 130 milioni.
TRENTO Maurizio Fugatti lo aveva già anticipato mercoledì: «Sulle risorse siamo pronti a dare battaglia». E ieri, nel video-confronto tra i governatori e il ministro Francesco Boccia, il presidente trentino ha ribadito il concetto senza mezzi termini. Incontrando il sostegno di tutti i presidenti. «L’abbiamo messa giù dura» ha sintetizzato a fine conferenza Fugatti. Deciso a non darla vinta a Roma: in ballo, in questo caso, ci sono i soldi chiesti dalle Regioni al governo. E rimasti in gran parte sulla carta. «Un tema centrale» ha insistito il governatore.
Lo scontro
Sotto la lente dei territori, in sostanza, è finito l’ultimo decreto del premier Conte. «Un decreto da 55 miliardi: tanta roba, quasi due manovre» ha commentato Fugatti. Miliardi destinati a famiglie e categorie in crisi. «Niente da dire» ha aggiunto il governatore. Che poi però ha puntato il dito sui miliardi mancanti. Quelli per i territori appunto: «Le Regioni e Province autonome avevano chiesto circa 5,2 miliardi per far fronte alla pandemia e al calo di gettito. Ma il governo ne ha stanziato solo 1,5. Una cifra del tutto insufficiente». Di più: «Prevedere per le Regioni solo un miliardo e mezzo su 55 vuol dire non prendere in considerazione le nostre richieste, vuol dire fare cassa sulla pelle dei territori. Questo è un approccio poco rispettoso per le Autonomie speciali, ma anche per le Regioni ordinarie: si rischia di voler scaricare sulle Regioni responsabilità che non hanno». Per questo, i governatori hanno chiesto all’emiliano Stefano Bonaccini (referente dei presidenti) di convocare il premier Conte. «Siamo sempre stati costruttivi — ha ricordato Fugatti — e non vogliamo fare polemica nemmeno adesso. Ma non possiamo far finta di nulla». Anche perché se la cifra rimarrà quella, le difficoltà saranno su più livelli. Il primo è quello fra Regioni: un miliardo dovrebbe andare alle Speciali «e la cosa non sarà facile da far accettare alle Regioni ordinarie». Il secondo è quello locale: al Trentino toccherebbero 130 milioni circa. «Troppo pochi con un assestamento da impostare a breve e una perdita di gettito di 400 milioni» ha tuonato il governatore. Che ha ricordato anche la partita della sospensione dei patti: «Se si tornasse a una quota di 5,2 miliardi per le Regioni, al Trentino toccherebbero 350400 milioni. Di fatto si otterrebbe lo stesso risultato della sospensione». E sulla questione ieri è intervenuto anche il presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder, che in una videoconferenza dei presidenti dei consigli regionali e delle Province autonome ha sollecitato una presa di posizione congiunta: da palazzo Trentini partirà dunque la proposta al coordinatore dei presidenti Roberto Paccher per elaborare un documento unitario, «che sia di sostegno agli esecutivi — ha sottolineato Kaswalder — impegnati nella trattativa con il governo». Critici invece i sindacati: «Sulla revisione dei patti — dicono Cgil, Cisl e Uil — serve una trattativa vera con Roma, non bastano i post sui social».
Le misure
Intanto l’11 giugno partirà il termine per la presentazione delle domande di contributo legato alla manovra «Riparti Trentino». «Mi preme sottolineare — precisa l’assessore provinciale allo sviluppo economico Achille Spinelli — che non si tratterà di un click day, ovvero di un provvedimento che favorisce chi arriva per primo. Tutte le domande presentate dai soggetti aventi diritto riceveranno la dovuta attenzione. Raccomandiamo di utilizzare questi giorni per raccogliere la documentazione necessaria sulla base di quanto previsto dalla delibera approvata recentemente». Per inviare la domanda ci sarà tempo fino al 31 luglio.
Il report
Buone notizie, infine, sul fronte dei contagi. Ieri in Trentino per il terzo giorno non sono stati registrati decessi. Quindici invece i nuovi contagiati, dieci dei quali negli ultimi 5 giorni (e di questi 5 in Rsa). Sei le persone ricoverate in terapia intensiva. Con una ulteriore buona notizia a livello ospedaliero: nei giorni scorsi infatti, segnala l’Azienda sanitaria, è stato dimesso l’ultimo paziente del reparto di pneumologia del Santa Chiara. Per quanto riguarda i tamponi, quelli di ieri sono stati 1.878, per un totale in provincia dall’inizio della pandemia di circa 74.000 (il 13,9% della popolazione, in Veneto la percentuale è dell’11%). E nelle prossime settimane verrà avviato uno screening su tutta la popolazione dei 15 comuni trentini che presentano un indice di positività superiore al 2%.