ISTRUZIONE, CINQUE DOMANDE
Sono passati quasi tre mesi dalla chiusura delle scuole in alcune regioni. Dal punto di vista della pianificazione scolastica, settembre e il nuovo anno scolastico sono ormai dietro l’angolo. Sarebbe molto importante poter rispondere quanto prima ad alcune domande.
1. Quante ore di didattica online sono state erogate? Quanti docenti (in percentuale sul totale) sono stati effettivamente attivi nell’insegnamento online? Quanti studenti ne sono rimasti esclusi, e per quali ragioni? Sono stati messi in campo strumenti di valutazione delle diverse modalità di insegnamento online da parte di docenti e studenti?
2. In vista della possibilità che almeno alcune attività a settembre debbano continuare online, si pensa di continuare ad utilizzare piattaforme informatiche private? Si prevede di sostenere le scuole quantomeno nell’acquisto di versioni a pagamento, o altre misure per migliorarne la funzionalità e la sicurezza?
Ein particolare, quali soluzioni sono allo studio per le scuole elementari, che ancora più degli altri livelli di istruzione hanno sofferto l’impossibilità di andare in aula? 3. Anche in vista delle nuove assunzioni di docenti previste con l’ultimo decreto, è stato avviato un dialogo con i sindacati per rendere la didattica online un’attività stabile e riconosciuta, o si continuerà anche il prossimo anno ad affidarsi alla buona volontà dei singoli?
4. Nella migliore delle ipotesi, le scuole resteranno chiuse quasi 7 mesi. Sarebbe stata una grande opportunità per un piano straordinario di edilizia scolastica, per mettere in sicurezza e migliorare l’agibilità delle strutture (non solo rispetto all’emergenza coronavirus). Questo avrebbe inoltre prodotto importanti benefici economici e occupazionali nel settore edilizio. Non resta molto tempo: quali azioni sono previste?
5. Si è molto parlato del rischio di ripresa dei contagi in seguito alla riapertura delle attività, scuole incluse; un rischio da valutare. Ma sono stati stimati i costi diretti e indiretti (salute fisica e mentale, perdita di competenze) di prolungare ancora la chiusura delle scuole? Il ministro dell’Istruzione, con i 18 esperti della task force, sarà in grado a breve di fornire delle risposte esaurienti a questi interrogativi? Senza queste risposte sembra infatti difficile fare scelte ragionate, efficaci e condivise sul prossimo anno scolastico.