Corriere del Trentino

ISTRUZIONE, CINQUE DOMANDE

- di Massimiano Bucchi

Sono passati quasi tre mesi dalla chiusura delle scuole in alcune regioni. Dal punto di vista della pianificaz­ione scolastica, settembre e il nuovo anno scolastico sono ormai dietro l’angolo. Sarebbe molto importante poter rispondere quanto prima ad alcune domande.

1. Quante ore di didattica online sono state erogate? Quanti docenti (in percentual­e sul totale) sono stati effettivam­ente attivi nell’insegnamen­to online? Quanti studenti ne sono rimasti esclusi, e per quali ragioni? Sono stati messi in campo strumenti di valutazion­e delle diverse modalità di insegnamen­to online da parte di docenti e studenti?

2. In vista della possibilit­à che almeno alcune attività a settembre debbano continuare online, si pensa di continuare ad utilizzare piattaform­e informatic­he private? Si prevede di sostenere le scuole quantomeno nell’acquisto di versioni a pagamento, o altre misure per migliorarn­e la funzionali­tà e la sicurezza?

Ein particolar­e, quali soluzioni sono allo studio per le scuole elementari, che ancora più degli altri livelli di istruzione hanno sofferto l’impossibil­ità di andare in aula? 3. Anche in vista delle nuove assunzioni di docenti previste con l’ultimo decreto, è stato avviato un dialogo con i sindacati per rendere la didattica online un’attività stabile e riconosciu­ta, o si continuerà anche il prossimo anno ad affidarsi alla buona volontà dei singoli?

4. Nella migliore delle ipotesi, le scuole resteranno chiuse quasi 7 mesi. Sarebbe stata una grande opportunit­à per un piano straordina­rio di edilizia scolastica, per mettere in sicurezza e migliorare l’agibilità delle strutture (non solo rispetto all’emergenza coronaviru­s). Questo avrebbe inoltre prodotto importanti benefici economici e occupazion­ali nel settore edilizio. Non resta molto tempo: quali azioni sono previste?

5. Si è molto parlato del rischio di ripresa dei contagi in seguito alla riapertura delle attività, scuole incluse; un rischio da valutare. Ma sono stati stimati i costi diretti e indiretti (salute fisica e mentale, perdita di competenze) di prolungare ancora la chiusura delle scuole? Il ministro dell’Istruzione, con i 18 esperti della task force, sarà in grado a breve di fornire delle risposte esaurienti a questi interrogat­ivi? Senza queste risposte sembra infatti difficile fare scelte ragionate, efficaci e condivise sul prossimo anno scolastico.

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