Corriere del Trentino

Bonus vacanze, arriva l’altolà degli albergator­i

Le strutture dovrebbero anticipare l’80% del buono. Battaiola e Pinzger: «Così non funziona»

- Mapelli

Il bonus vacanze viene bocciato dagli albergator­i prima ancora che riparta il turismo. L’80% del buono a disposizio­ne delle famiglie dovrebbe essere anticipato dalle strutture, senza tempi sicuri per l’arrivo della somma. Battaiola e Pinzger concordi: «Così non funziona». E si attendono novità per la riapertura delle frontiere.

TRENTO Bocciato senza appello. Il bonus vacanze pensato dal Governo, per le sua modalità di applicazio­ne, diventa quasi irricevibi­le per le strutture alberghier­e regionali. Circa 2,4 miliardi di euro per invogliare gli italiani a trascorrer­e le vacanze nel nostro Paese che, secondo quanto dicono gli albergator­i, rischiano di non essere utilizzati. «La cifra stanziata da Roma è imponente — ammette Gianni Battaiola, presidente dell’Associazio­ne albergator­i e imprese turistiche della Provincia di Trento —, ma l’aiuto andava strutturat­a in un altro modo». «La procedura per usufruirne è troppo complicata — gli fa eco Manfred Pinzger, a capo dell’Unione albergator­i altoatesin­i (Hgv) —. Come al solito in Italia le buone intenzioni affogano nella burocrazia».

Il bonus vacanze è stato introdotto dal Decreto Rilancio e stabilisce che, chi ha un Isee inferiore a 40.000 euro, potrà ottenere un bonus (500 euro per le famiglie di almeno tre persone, 300 per le coppie e 150 per i single) da utilizzare nelle strutture alberghier­e italiane che aderiscono all’iniziativa. Il problema consiste nel fatto che l’albergo dovrebbe anticipare con uno sconto sul prezzo finale l’80% del buono, per poi essere rimborsato con un credito d’imposta, cedibile anche a parti terze. Tale credito non è ancora chiaro con quali tempi potrà essere liquidato dalle banche o se si tradurrà in una detrazione fiscale. Insomma, gli albergator­i si troverebbe­ro ad anticipare servizi per somme consistent­i senza certezze su quando potranno efnon fettivamen­te riscuoterl­e.

«In un momento di grande difficoltà non so quanti albergator­i potranno permetters­i di anticipare le spese, senza avere certezze sui tempi che serviranno per ottenerle indietro», commenta Battaiola. Ancora più critico è Pinzger: «L’idea di base è buona, ma servirebbe una procedura molto più snella, meno burocratic­a. Gli albergator­i non sono obbligati ad accettare questo buono e non vedo come potrebbero farlo in una situazione così incerta».

Il mondo del turismo rimane in sospeso anche sulla querelle del Brennero, con i confini con l’Austria che rimangono ancora chiusi. «È pericoloso avere dei corridoi preferenzi­ali solo tra alcuni Paesi, si influenza la scelta dei potenziali consumator­i», commenta il presidente di Asat, che aggiunge: «Come è possibile stabilire quali stati sono sicuri e quali meno se la politica sui tamponi e il tracciamen­to del contagio è diverso per ognuno di essi? Le regole base (distanziam­ento sociale e le mascherine) le utilizziam­o tutti, non capisco perché si debbano fare distinzion­i tra i paesi dell’Unione europea». Molto dura anche la posizione di Hgv: «Il cancellier­e Kurz sta esagerando nei confronti dell’Italia — osserva Pinzger —, non è corretto che tutti i territori italiani vengano trattati allo stesso modo, anche se non ci sono situazioni di difficoltà». In attesa di novità, Idm Alto Adige ha deciso di ampliare la propria campagna pubblicita­ria anche in Germania, Svizzera e Austria, fiduciosa della riapertura dei confini. «Vogliamo che l’Alto Adige sia la prima destinazio­ne di vacanza a cui i nostri ospiti pensano appena potranno programmar­e le loro ferie — sostiene il direttore generale di Idm Erwin Hinteregge­r —. Vogliamo raggiunger­e un numero particolar­mente elevato di potenziali ospiti, soprattutt­o coloro che hanno un’affinità con l’Alto Adige. Ci concentria­mo sulle caratteris­tiche che rendono il nostro territorio unico, come la grande ospitalità e l’alta qualità dell’esperienza altoatesin­a».

Anche a Trento proseguono le manovre di avviciname­nto al 3 giugno. Mercoledì è arrivato il protocollo per gli alberghi da Piazza Dante. Tra i nodi la sospension­e di piscine e centri benessere in attesa di valutazion­e dell’Iss: «Sono parte importante dell’offerta di strutture trentine, aspettiamo le indicazion­i dell’Iss». E anche sui buffet gli albergator­i chiedono di rivedere il protocollo: «Speriamo si possa discutere perché aumenta in maniera importante la spesa del personale in sala».

Il settore turismo guidato dai giovani è quello più a rischio. Quasi un’azienda trentina su due, tra quelle gestite da under 42, è a rischio di chiusura a causa della crisi economica causata dalla pandemia. Il dato emerge da una ricerca effettuata, su un campione di 250 aziende, da parte dei Giovani imprendito­ri (Git) di Confcommer­cio del Trentino. «Il settore più colpito è quello del turismo, seguito dalle attività di ristorazio­ne. Molti imprendito­ri ammettono una grande sfiducia nelle istituzion­i», ha detto il presidente del Git Paolo Zanolli.

Zanolli

Quasi un’impresa su due guidata da under 42 è a rischio chiusura. Il settore più colpito è quello del turismo

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Il protocollo definito da Piazza Dante mercoledì sospende l’utilizzo di piscine e centri benessere negli hotel.
Piscine Il protocollo definito da Piazza Dante mercoledì sospende l’utilizzo di piscine e centri benessere negli hotel.
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