Scuola, caccia agli spazi: prefabbricati nei cortili
La ripartenza Trento, Arco, Pergine e Rovereto si mobilitano «Mancano visioni chiare, ci serve una regia» E il capoluogo avvia i sopralluoghi negli edifici
IComuni trentini iniziano ad organizzarsi per il rientro a scuola. Oss Emer: «Prefabbricati nei cortili». Betta: «C’è incertezza, ma è il momento delle scelte».
TRENTO «Oggi abbiamo solo delle indicazioni, non c’è un protocollo», osserva il sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer. Ipotesi di lavoro, niente di più, in attesa del diktat da Roma, ha ammesso lo stesso assessore all’istruzione Mirko Bisesti. «Il governo deve ancora pronunciarsi», dice. Ma i sindaci si stanno già muovendo. «Brancoliamo ancora nel buio. È il tempo delle scelte, di aver la capacità di progettare e aver coraggio», sprona la Provincia il sindaco di Arco, Alessandro Betta, vice presidente del Consorzio dei Comuni.
A Pergine il confronto sul futuro della scuola dopo la pandemia e sulla ripartenza a settembre è già iniziato. «Questa mattina (ieri per chi legge ndr) abbiamo fatto una riunione con i dirigenti scolastici prospettando una serie di spazi da mettere a disposizione nelle varie scuole», spiega il sindaco e ipotizza «prefabbricati monoblocco da allestire nei cortili esterni». «Non si può pensare di avere una scuola in una zona e le altre classi in un’area opposta della città, le aule devono essere allestite nelle immediate vicinanze — afferma — c’è un problema logistico e di personale, gli insegnanti non hanno il dono dell’ubiquità, servirebbe il doppio dei docenti». Oss Emer è favorevole anche all’uso delle sale pubbliche e circoscrizionali, «ma se vicine alle scuole». Ci sono anche le mense, non saranno più utilizzate, perché il pranzo sarà consumato in classe. «Possono essere riorganizzate — dice—. Aspettiamo indicazioni, dobbiamo avere il tempo materiale di adattare gli edifici».
Nel comune di Trento, dovendo rispettare l’indicazione dello spazio minimo di tre metri per ogni studente, sono circa novanta le nuove aree da trovare. Il Comune sta pensando a sale pubbliche e sedi circoscrizionali, ma anche agli spazi nelle scuole ex Bellesini di Cristo Re. L’idea di Palazzo Thun prima del Covid era quella di spostare le classi nella scuola primaria Aldo Schmid per riqualificare l’edificio e ricavare una sede per l’associazione di volontariato, ora l’emergenza ridisegna le necessità. «L’unica strada è andare sul posto insieme ai dirigenti scolastici e vedere — ragiona l’assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi — insieme all’assessora Chiara Maule domani pomeriggio (oggi per chi legge ndr) faremo un sopralluogo a Povo e Villazzano».
Anche a Rovereto il Comune si è già mosso. Ma il problema potrebbero essere le risorse. «Ho già detto alla Provincia che serve un sostegno economico — spiega l’assessora all’istruzione Cristina Azzolini sono tanti gli interventi da fare, la responsabilità non può cadere solo sulle spalle dei comuni, Rovereto ha al suo interno una quantità di scuole importanti. La scuola in presenza è necessaria, soprattutto per i ragazzi che hanno vissuto con grande dignità questo periodo difficile e l’istruzione è il perno attorno a l quale ruota la ripartenza della città. Dobbiamo ragionare in maniera flessibile e coordinata — aggiunge — . Anche gli istituti stanno riorganizzando gli spazi interni, ma ci sono scuole più attrezzate altre meno. A brevissimo ci troveremo con uffici tecnici per verificare l’elenco. Sarebbe interessante avere a disposizione anche spazi privati da prendere in affitto».
Il messaggio dei Comuni è chiaro: bisogna agire in fretta. «È meglio sbagliare ma avere un progetto piuttosto che stare fermi e aspettare — commenta il sindaco di Arco — . Ad oggi non abbiamo linee guida precise. Ci sono palestre le aule magne, varie cose su cui si può ragionare e avere delle progettualità e flessibilità, bisogna capire anche il numero di allievi. Non è per tutti uguale». Betta scuote Piazza Dante: «La Provincia deve fare delle linee guida che valgano per il Trentino a costo di andare contro Roma, la scuola è uno degli ambiti strategici, se non vogliamo perdere tutto deve vivere. È il momento che Trentino si presenti unito e faccia valere la sua autonomia». Il vice presidente del Cal guarda a nord. «Bisogna trovare una linea comune con Bolzano. Si deve superare la storica “competizione”, le autonomie speciali devono far valere la loro specialità». Poi si appella alla politica: «Degasperi diceva che il peggior politico è colui che pensa alla prossime elezioni. I politici devono smettere di pensare al consenso».
Oss Emer Le aule devono essere allestite nelle immediate vicinanze serve sforzo logistico
Betta È ancora tutto incerto. È il tempo delle scelte, di aver la capacità di pensare il futuro