Corriere del Trentino

Torna il mercato Poche resse, trentini diligenti

Controlli del Comune. «Ma sono tutti diligenti»

- di Donatello Baldo

Torna il mercato a pieno ritmo in centro a Trento. Confeserce­nti: «27.000 attività sono ripartite».

Con le dovute distanze, rispettand­o tutte le prescrizio­ni, Confeserce­nti ha salutato l’inizio delle attività con un brindisi davanti al ristorante Due Spade, nel cuore delle vie del mercato cittadino che ieri, dopo i due mesi di lockdown, è tornato con le sue bancarelle: «Un brindisi per le 27 mila attività che in questi giorni alzano la serranda dopo la chiusura forzata. Un augurio di buon lavoro agli esercenti ma anche un ringraziam­ento ai nostri clienti che dovranno aiutarci rispettand­o tutte le regole per non dover tornare a chiudere un’altra volta».

Per i rappresent­ati dell’associazio­ne di categoria — ieri con il presidente Renato Villotti c’erano il direttore e gran parte della giunta esecutiva — «tutti, anche le istituzion­i, hanno fatto del loro meglio per affrontare questa situazione», e superata la polemica sulle linee guida Inail si guarda avanti: «Il nostro spirito è questo, guardare avanti, anche se dobbiamo sottolinea­re che il problema per le imprese rimane quello della troppa burocrazia».

Alla conferenza stampa della ripartenza era presente anche l’assessore alle Attività economiche del comune di Trento Roberto Stanchina: «Il mercato che torna a occupare le vie nell’appuntamen­to settimanal­e del giovedì è il simbolo della ripartenza vera, frutto dell’impegno di tutti». Anche della Polizia locale, «che in questi giorni cercherann­o di informare più che controllar­e e sanzionare, per aiutare gli esercenti a organizzar­si con le nuove regole di distanziam­ento».

Tra le bancarelle del mercato il solito via vai, con la differenza che tutti indossano le mascherine: «Sono tutti bravi — dicono alcune dipendenti del comune che si sono rese disponibil­i per il servizio di vigilanza — siamo intervenut­e soltanto in pochi casi isolati per chiedere di aumentare le distanza tra i clienti o per ricordare a qualcuno di posizionar­e correttame­nte la mascherina». Ma davanti alla merce scontata qualche assembrame­nto si crea: «Non so più cosa fare — dice affannata Beatrice, un’ambulante che vende pentolame — continuo a gridare di mantenere le distanze, abbiamo fatto i cartelli e giuro che la prossima settimana me lo scrivo anche sulla maglietta che si deve stare a un metro gli uni dagli altri». La sua paura non è tanto il contagio: «È la multa. Io sono contenta di ripartire con l’attività, non vedevo l’ora, ma non ho dormito stanotte per la paura della ressa che come al solito si concentra davanti alla bancarella. Dovrebbero esserci più addetti alla sicurezza, volontari, perché da soli non ce la facciamo».

I clienti non sembrano spaventati: «La paura dei mesi scorsi è passata — ammettono due insegnanti, una di loro ha provato addirittur­a un vestito — e spesso la paura fa peggio del virus. Ho provato un vestito, ma non temo il contagio perché poi a casa mi faccio la doccia». Ma una storica venditrice ambulante è cauta: «Io non mi fido a far provare i vestiti sul posto alle mie clienti, quindi li consegno loro che se li provino a casa, poi me li riportano il prossimo giovedì se non desiderano comperarli. Io metto tutto in un sacco e la sanificazi­one la faccio io, così sono sicura». Più facile per chi vende oggetti oppure calzini, come Cristian: «Da questo punto di vista siamo fortunati, anche se alcune misure dobbiamo metterle in atto anche noi, come la predisposi­zione dei flaconi di disinfetta­nte per pulirsi le mani prima e dopo aver toccato la merce». La sensazione è che ci sia un po’ meno gente, «ma sembra che spenda di più»: «Forse — ipotizza Cristian — si recuperano i due mesi di lockdown senza spendere, o forse le persone preferisco­no i mercati ai negozi, perché si sentono più sicuri all’aria aperta».

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(foto Pretto) Protezioni Mascherine e inviti a distanziar­si al mercato

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