Bezzi, ferita aperta: ora chiede i danni
Fuori dal Consiglio per un voto, ricorre contro la Provincia. Conto da mezzo milione
È rimasto fuori dal consiglio provinciale per un solo voto. E ora, Giacomo Bezzi, attraverso il suo avvocato Lorenzo Eccher, si appella nuovamente alla giustizia amministrativa e ha depositato un nuovo ricorso, questa volta contro la Provincia. L’ex consigliere presenta il conto «salato»: 539.197 euro, di cui 326.100 di danni patrimoniali, 47.000 euro di indennità fine lavoro, 70.560 di trattamento previdenziale e 95.497 di spese sostenute nei giudizi.
TRENTO Il Consiglio di Stato nel luglio scorso aveva messo la parola fine alla battaglia legale tra lo storico esponente leghista Alessandro Savoi e l’ex consigliere dell’Udc Giacomo Bezzi, che si sono sfidati a suon di ricorsi sull’ultimo voto. I giudici avevano assegnato la poltrona di consigliere provinciale a Savoi, di fatto annullando la sentenza del Tar di Trento, che aveva assegnato un seggio in più all’Udc a scapito della Lega. Ma la vicenda è tutt’altro che chiusa. Bezzi, infatti, attraverso il suo avvocato Lorenzo Eccher, si appella nuovamente alla giustizia amministrativa e ha depositato un nuovo ricorso, questa volta non contro Savoi, ma contro la Provincia. E l’ex consigliere presenta il conto «salato»: 539.197 euro, di cui 326.100 euro di danni patrimoniali, 47.000 euro di indennità fine lavoro, 70.560 di trattamento previdenziale e 95.497 di spese sostenute nei giudizi. A tanto ammonterebbero infatti i danni subiti per la mancata elezione.
«Avrei preferito sedere in consiglio e fare il mio lavoro, ma ho comunque subito un danno», commenta Bezzi. Nel ricorso, depositato sul tavolo del Tar di Trento, si ipotizza «l’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa svolta dall’ufficio circoscrizionale» che avrebbe sbagliato procedura non contabilizzando i voti in modo corretto. Un «errore» che rischia di costare caro a Piazza Dante. Ma cerchiamo di capire, tutto ruota attorno a una scheda contestata e non assegnata che non sarebbe stata valutata del seggio di Bleggio Superiore.
Bezzi era candidato nella lista numero 19 «Unione di centro con Fugatti» e alle elezioni aveva ottenuto 5.315 voti. L’ex consigliere aveva mancato l’elezione per uno scarto di appena 1,69 voti. La lista numero 1 «Lega Salvini Trentino», con nomina alla carica di consigliere di Gianluca Cavada, aveva infatti incassato 5.316,69 voti. Successivamente a seguito della rinuncia del consigliere Vanessa Cattoi veniva nominato il primo dei non eletti, ossia Alessandro Savoi. Da qui è iniziata la battaglia legale. Il primo round davanti al Tar era stato vinto da Bezzi, i giudici avevano assegnato tre voti in più all’Udc, tra cui uno del seggio del Comune di Ville d’Anaunia che si aggiunge a quelli assegnati di Bleggio Superiore e Pomarolo. I giudici trentini avevano infatti chiesto i verbali e le schede scoprendo il mancato calcolo. Savoi aveva impugnato davanti al Consiglio di Stato. Il massimo governo della giustizi amministrativa non aveva però riconosciuto uno dei due voti assegnati a Bezzi dal Tar di Trento restituendo la poltrona a Savoi. Il motivo? La doglianza per una delle schede contestate e non attribuite della sezione 1 del seggio di Bleggio non era contenuta nel ricorso principale. Ma Bezzi non poteva saperlo, il presunto pasticcio sarebbe infatti stato scoperto solo nelle more del giudizio davanti al Tar. «L’ufficio centrale circoscrizionale nel verbale del 23 ottobre 2018 — scrive l’avvocato Eccher — non faceva alcuna menzione di tale scheda contestata che era stata illegittimamente ignorata nelle operazioni effettuate da tale ufficio». In sintesi i documenti del seggio non corrispondevano al verbale dell’ufficio centrale. Bezzi non può tornare in consiglio al posto di Savoi, ma ha deciso di chiedere i danni per i presunti errori fatti.