«Spettacoli dal vivo e contatto con gli allievi Così vive la musica»
Dillon, direttore di Castelcello, lancia la sua sfida
Francesco Dillon, violoncellista e sperimentatore dei suoni, è anche direttore artistico di Castelcello, il festival che si tiene in agosto al Brunneburg (Castel Fontana), la residenza sopra Merano nel comune di Tirolo di Mary de Rachewiltz (figlia di Ezra Pound), del figlio Siegfried e dei due figli di lui.
Dillon ha raccolto l’eredità di Marcello Fera, pioniere del festival di Brunnenburg e anche il prossimo agosto promette di proporre alcuni concerti dedicati al violoncello, sia pure con formula ridotta e rivista. «La musica dal vivo e il confronto anche fisico tra maestri e allievi vanno ripresi al più presto», dice. Dillon ha al suo attivo una lunga carriera internazionale e l’intensa attività solistica lo ha visto esibirsi su palcoscenici quali il Teatro alla Scala di Milano, la Konzerthaus di Vienna, il Muziekgebouw di Amsterdam, la Philharmonie di Berlino, l’Herkulessaal di Monaco. Si è diplomato sotto la guida di Andrea Nannoni a Firenze, perfezionandosi con Anner Bijlsma, Mario Brunello, David Geringas e Mstislav Rostropovich. La sua passione per la musica da camera lo ha portato a esibirsi con interpreti quali Mario Brunello,
Giuliano Carmignola, Piero Farulli, David Geringas, Veronika Hagen, Alexander Lonquich, Enrico Pace. Dal 2010 è il direttore artistico del Festival di musica contemporanea «Music@villaromana» di Firenze e dal 2019 anche del Castelcello al Brunnenburg in Alto Adige.
Maestro Dillon, quanto valuta l’insegnamento online?
«Non mi è capitato. E, per dirla tutta, non ci credo neanche tanto. Io mi dedico da anni anche all’insegnamento ma in estate e con un contatto fisico con allieve e allievi».
Le novità su Castelcello 2020?
«Con Siegfried de Rachewiltz ci sentiamo spesso. E mi ha davvero rincuorato quanto ci siamo detti che anche quest’anno Castelcello si farà».
Non è un anno normale, però.
«Certo. Non lo è soprattutto per la nostra collettività.
Abbiamo avuto molti morti, il lavoro negli ospedali è stato straordinario e non va dimenticato. Ma anche per chi fa musica non si tratterà di un’ estate semplice. Attendiamo le prossime disposizioni sui concerti dal vivo e poi fisseremo il programma definitivo».
Probabilmente lei inviterà solo musicisti italiani allo scopo di evitare sorprese ad alcune frontiere con l’Italia.
«Sì. E naturalmente il livello del festival non ne sarà affatto penalizzato. Ho sentito alcuni giovani e bravi colleghi e alla fine di maggio potrò fare i nomi. Oltre tutto, Castelcello è ormai – grazie a Marcello Fera e alla famiglia de Rachewiltz – un appuntamento importante per chi ama il violoncello».
Frau Mary (che tra due mesi compirà 95 anni) al figlio e ai nipoti tutta la famiglia ha sempre seguito tutti i concerti. Dovere da padroni di casa?
«Non solo. La signora Mary ha ancora un’energia straordinaria, ci segue, ci consiglia, ci assiste. E uno dei suoi nipoti da quest’anno è molto più coinvolto nella organizzazione di Castelcello».
L’edizione 2020 sarà dal 4 al 10 agosto, dal 7 i concerti.
«Sì, queste le date, con la speranza per me di poter tenere anche la masterclass che avevamo previsto. I concerti saranno più brevi e saranno replicati ogni sera, alle 19 e alle 21 per poter comunque accontentare il pubblico di appassionati. Un pubblico in carne e ossa, come noi musicisti. Non intendo rinunciarvi. Tanto più che spazieremo di nuovo tra stili, modi e generi musicali».
Lezioni online
Non mi è mai capitato e per dirla tutta non ci credo poi tanto. Mi dedico all’insegnamento solo d’estate, in presenza