Corriere del Trentino

«Mobilità tra regioni? Non possiamo attendere»

- Donatello Baldo

«Non si può pensare di tenere chiuso il Paese dopo la data del primo giugno, bisogna riaprire le regioni». Il governator­e ligure e vice presidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, sprona il governo sulla questione della riapertura dei confini a partire da giugno. «Sulla finanza ci deve ascoltare».

TRENTO Governator­e Giovanni Toti, come per la Liguria anche per il Trentino il turismo rappresent­a una fetta importante dell’economia. Le incertezze e le incognite sulle aperture dei confini regionali e nazionali stanno di fatto impedendo la ripartenza. A che punto siamo?

«Il tema della riapertura dei confini tra regioni sarà argomento dei prossimi giorni, dopo una attenta valutazion­e dei dati del contagio successivi alla fine del lockdown. La decisione spetterà al governo ma non penso si possa continuare a tenere il Paese chiuso oltre la data del primo giugno, perché è impossibil­e parlare di turismo senza il passaggio interregio­nale».

Per le Regioni che confinano con altri Stati nazionali sarebbe opportuno agevolare accordi bilaterali? La Liguria con la Francia, il Trentino Alto Adige con l’Austria.

«Certo, è una strada obbligata: gli altri paesi europei lo stanno già facendo e l’Italia non può certo rimanere indietro, sarebbe un disastro per tutti. Pensiamo che la stagione turistica possa essere recuperata se le persone riuscirann­o a muoversi in sicurezza, ma se la frontiera di Ventimigli­a rimanesse chiusa per noi sarebbe un problema serio».

Cosa chiedono le Regioni, e con quali tempi si chiede al governo di dare risposte sulle aperture dei confini?

«Le regioni chiedono di non tenere chiuso il Paese ancora a lungo, perché il danno economico sarebbe ancora più rilevante di quello sanitario che abbiamo già subito. Il lockdown è stata una scelta difficile ma giusta in quel momento. Abbiamo evitato il collasso degli ospedali, delle terapie intensive. Ora l’epidemia sta rallentand­o, gli italiani hanno interioriz­zato (in larga maggioranz­a) comportame­nti responsabi­li, le procedure per lavorare e incontrars­i in sicurezza stanno prendendo piede di giorno in giorno e soprattutt­o i nostri medici e infermieri sanno, molto meglio di tre mesi fa, come affrontare la pandemia. Come detto, occorre tornare al più presto ad aprire i confini regionali: è tema di confronto con il governo in questi giorni».

Al governo, da parte delle Regioni, era stata avanzata la richiesta di uno stanziamen­to cospicuo, sull’ordine dei 5 miliardi. Ma lo stanziamen­to si ferma a 1,5 miliardi. Cosa ne pensa?

«I numeri parlano chiaro e sono impietosi: le minori entrate che hanno subito le regioni devono essere compensate, altrimenti si blocca tutto. Il miliardo e mezzo prospettat­o è del tutto insufficie­nte, siamo largamente al di sotto per coprire le esigenze minime: dai trasporti al sociale a tutti quei servizi che dovrebbero essere garantiti ai cittadini a cui questo governo con una mano fa finta di dare e con l’altra invece toglie risorse essenziali, e questo vale anche per i Comuni».

Pochi soldi che rischiano di far litigare i governator­i e di aprire una nuova polemica verso le Speciali?

«No, le regioni sono compatte. Anzi, abbiamo chiesto al governo un tavolo insieme proprio per portare all’attenzione le esigenze dei territori. Territori che in questi mesi hanno dimostrato tanto nel saper affrontare l’emergenza sanitaria».

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Genova Il presidente della Liguria Toti

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