Corriere del Trentino

Tunnel e A22, appalti nel mirino

Inchiesta della Procura distrettua­le antimafia. Si indaga sugli incarichi alla «Emaprice»

- Roat, Angelucci

La Procura di Trento ha aperto un’inchiesta sugli appalti per la realizzazi­one del tunnel del Brennero. La Finanza ha acquisito documenti in A22, Bbt e in Provincia a Bolzano. Si indaga sugli incarichi a Emaprice spa.

TRENTO Lo scontro ai vertici della Bbt, società responsabi­le della costruzion­e del tunnel del Brennero, sembrava aver imboccato un binario morto. Dopo il durissimo j’accuse di Raffaele Zurlo, amministra­tore italiano della Brennerbas­istunnel Se, al suo collega austriaco Konrad Bergmeiste­r dello scorso agosto e la decisione delle Ferrovie di rimuovere i due amministra­tori nominando al loro posto Gilberto Cardola e Martin Gradnitzer, era calato il silenzio sulla vicenda. Almeno fino a qualche settimana fa quando gli investigat­ori della guardia di finanza del comando provincial­e di Trento si sono presentati negli uffici della società con in mano un decreto di acquisizio­ne documenti firmato dalla Procura distrettua­le trentina.

I finanzieri hanno acquisito una vasta mole di documenti relativa a opere, capitolati e affidament­i di lavori, su cui la Procura, che ipotizza anche il reato di turbativa d’asta, intende far luce. Al centro dell’attenzione c’è la società di costruzion­i Emaprice, di proprietà della famiglia Daniele che, per le progettazi­oni, spesso e volentieri si affida allo studio dell’ingegner Konrad Bergmeiste­r.

Era stato stesso Zurlo con le sue dichiarazi­oni a far partire l’inchiesta contro Bergmeiste­r che teneva letteralme­nte il piede in due scarpe. Oltre ad amministra­re la parte austriaca della Bbt, Bergmeiste­r infatti lavorava come progettist­a per la società Emaprice spa, impegnata in diversi canera tieri collegati al tunnel di base del Brennero. In Austria in val Padaster, nei pressi di Steinach dove — tra il 2012 ed il 2013 — la società ha realizzato il portale di accesso per il cunicolo di drenaggio. Ma anche in Italia dove nel 2019 Emaprice si è aggiudicat­a l’appalto da 7,5 milioni per il collegamen­to tra la statale 12 e l’area di cantiere della Bbt. Incarichi ottenuti sempre con regolari gare d‘appalto. Tuttavia spesso e volentieri Emaprice ha assegnato la progettazi­one allo studio di Bergmeiste­r che anche il committent­e. Praticamen­te un serpente che si morde la coda.

Altra nota dolente sollevata da Zurlo era stata l’esplosione dei costi nel lotto di TulfesPfon­s, affidato a due colossi delle costruzion­i, l’italiana Salini Impregilo e l’austriaca Strabag. Secondo Zurlo si parla di una cifra attorno ai 210 milioni di euro di costi supplement­ari autorizzat­i direttamen­te da Bergmeiste­r senza passare dal consiglio di sorveglian­za.

L’amministra­tore austriaco si era difeso chiarendo di aver voluto stringere i tempi e specifican­do che i costi supplement­ari nascevano da difficoltà tecniche ma anche da ulteriori lavori non previsti nel capitolato originario. Una prassi consentita dalle leggi austriache ma non da quelle italiane.

Una delle conseguenz­e è che gli extra costi dovranno essere interament­e pagati dai governi di Italia e Austria perché, non essendoci la vidimazion­e del consiglio di sorveglian­za, non sarà possibile rendiconta­re le spese all’Ue. Ma soprattutt­o Zurlo aveva chiarito che le va Su questo punto si è consumato uno scontro furibondo tra Italia e Austria culminato con la rimozione di entrambi gli amministra­tori.

Nel frattempo però la macchina della giustizia è andata avanti e la Procura di Trento ha aperto un’inchiesta a carico di imprendito­ri e amministra­tori della Bbt, ma sulla vicenda gli inquirenti mantengono il massimo riserbo anche perché l’indagine è solo agli inizi. I filoni però sono molteplici. La guardia di finanza infatti è andata a bussare anche alla sede di Autobrebbe­ro spa, in Provincia a Bolzano e negli uffici della Emaprice spa, società con sede legale a Bolzano e altre sedi in Austria e in Veneto, a Possagno (Treviso) dove c’è la sede amministra­tiva del gruppo Daniele.

Gli uomini delle Fiamme gialle hanno acquisito una serie di documenti relativi anche all’appalto per il nuovo svincolo di Trento nord (opera da 31 milioni di euro affidata da Autobrenne­ro spa), gara vinta proprio da Emaprice. La società ad aprile dello scorso anno era finita al centro di un’interrogaz­ione del consiglier­e provincial­e di Onda, Filippo Degasperi, che aveva sollevato qualche perplessit­à sul ruolo di Bergmeiste­r a cui è stato affidato il progetto dello svincolo di Trento nord. Il consiglier­e nell’interrogaz­ione

Il filone Brennero L’ex amministra­tore Zurlo aveva sollevato il «doppio ruolo» del collega Bergmeiste­r

Il filone trentino L’esposto di Degasperi su Trento nord ha fatto attivare la direzione distrettua­le antimafia

aveva ricordato i numerosi incarichi di Bergmeiste­r, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Bolzano, nel cui palazzo sorge anche la sede di Emaprice. L’ex amministra­tore di nomina austriaca della Bbt era stato anche direttore tecnico dal ‘98 fino al 2006 dell’A22, società che cofinanzia l’opera di Trento nord. Un particolar­e che non è passato inosservat­o. Dopo l’interrogaz­ione del consiglier­e di Onda la società Autobrenne­ro aveva infatti svolto una verifica interna e gli esiti sono stati poi trasmessi alla Procura di Trento che ora dovrà cercare di tirare le fila sulla complessa vicenda e verificare se ci sono ipotesi di natura penale.

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