Corriere del Trentino

Mobilità, turismo, lavoro, città: sfide ecologiche del dopo virus

Italia nostra e Dachverban­d indicano le sfide Opere pubbliche, i sindacati: «Direzione sbagliata» Oggi Corriere della Sera e dorsi in versione verde

- Ferro

Le crisi regalano anche opportunit­à per rilanciars­i e i filoni su cui bisognerà lavorare sono tre: mobilità, turismo e rigenerazi­one urbana. Tutti aspetti che si legano a doppio filo con l’emergenza climatica da affrontare. La parola chiave diventa sostenibil­ità. Per questo, in occasione della giornata dell’ambiente, tutte le testate del Corriere della sera si colorano di verde. Toffolon: «Va ripensata l’urbanistic­a delle città. In passato Trento ha puntato sulla dispersion­e urbana, sbagliando». Riedl: «Il turismo non sarà più lo stesso dopo il coronaviru­s. Un giorno di smartworki­ng a settimana potrebbe ridurre del 20% gli spostament­i».

Toffolon

Si deve abbandonar­e l’idea della città diffusa, diseconomi­ca e insostenib­ile

Riedl

Si deve ripensare il modello odierno del turismo mordi e fuggi che intasa i passi

TRENTO Mobilità, turismo, rigenerazi­one urbana. Se è vero che il momento della ricostruzi­one dopo l’impatto della pandemia può offrire l’opportunit­à di dar vita a una ripresa che tenga conto della sostenibil­ità, è su questi filoni che l’azione si potrebbe orientare in Trentino, ma anche Alto Adige.

Ne sono convinti Beppo Toffolon, architetto, presidente della sezione trentina di Italia Nostra, per il quale l’epidemia ha messo in evidenza la necessità di «abbandonar­e l’idea della città diffusa, diseconomi­ca e insostenib­ile» e Andreas Riedl, direttore del Dachverban­d, la Federazion­e dei protezioni­sti sudtiroles­i, che invita a «ripensare il modello odierno di turismo “mordi e fuggi”».

La lotta contro le conseguenz­e del coronaviru­s si intreccia dunque a quella contro la crisi climatica. E oggi, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, il Corriere della sera — ma anche il Corriere del Trentino e il Corriere dell’Alto Adige — si colorano di verde.

Da più parti si sostiene che un buon punto di partenza per bilanciare la necessità di ricomporre la prosperità nelle nostre società, permettere alle persone di tornare al lavoro e affrontare le questioni ambientali, sia investire nella sostenibil­ità. Secondo Toffolon questo significa anche riflettere sull’urbanistic­a: «Sono certamente diversi e molteplici i fattori che hanno influito sulla diffusione del coronaviru­s, però i dati, non solo trentini ma globali, ci dicono che nei centri con maggiore densità di popolazion­e il contagio è stato minore — osserva — questo dovrebbe mettere fine ai pregiudizi e alle ostilità più o meno inconsapev­oli che circondano la città tradiziona­le, densa, compatta, fatta di strade, piazze, isolati dove peraltro si circola a piedi più facilmente che nelle periferie: questo, nel momento in cui il trasporto pubblico per ovvie ragioni rischia di entrare in crisi, è un ulteriore elemento su cui riflettere. Uno dei grandi vantaggi della città compatta è che si possono usare i piedi e la bicicletta».

Trento invece ha perseguito — «Errore tragico degli anni Sessanta» — la dispersion­e urbana, la città diffusa: «Un modello che non funziona da molti punti di vista — spiega l’architetto — consumo di suolo, costi, qualità dei servizi e aggiungere­i insalubrit­à in caso di eventi epidemici». Cambiare paradigma è complesso, anche nel lungo periodo, ma «la gerarchia insediain tiva, la densificaz­ione delle zone residenzia­li, la concentraz­ione dei servizi, in particolar­e di quelli di vasta area, sono le politiche da perseguire». Un ragionamen­to che coinvolge anche il trasporto pubblico, «struttural­mente inadeguato in un sistema disperso»: «Dovremo cominciare a fare i conti con l’inevitabil­ità di ripensare il trasporto con il mezzo proprio, con automobili che si spera saranno a minore impatto ambientale di quelle di oggi».

Ma «costruire strade», come prevede il Piano di gestione per il 2020 della Provincia (approvato dalla giunta nei giorni scorsi) con gli interventi per traghettar­e il Trentino fuori dalla pandemia, è secondo Toffolon «il modo meno intelligen­te di investire risorse. Soprattutt­o se per opere inutili come la Valdastico». Sulla stessa lunghezza d’onda anche i segretari provincial­i di Cgil, Cisl e Uil, che chiedono di puntare «all’ammodernam­ento delle infrastrut­ture chiave green e a investire sulla medicina del territorio e di prevenzion­e e su reti telematich­e per favorire lo sviluppo della telemedici­na».

La mobilità, inevitabil­mente legata, sul territorio, al turismo, è un tema chiave anche per Andreas Riedl: «Basare la ripartenza sulle stesse idee e logiche pre-crisi sarebbe la cosa più sbagliata da fare — sostiene il direttore del Dachverban­d — dopo il coronaviru­s il turismo non sarà più quello che è stato fino a oggi: la pandemia potrebbe essere l’occasione per ripensare il modello “mordi e fuggi”, questo turismo di massa che intasa di traffico le strade delle vallate e dei passi dolomitici». Tema, questo, che da tempo accende gli animi a livello regionale.

«La forza dell’Alto Adige non sta negli alberghi con 200 posti letto ma nelle piccole strutture ricettive — aggiunge Riedl — il turismo è una parte fondamenta­le della nostra economia, è importante che sia solido ma anche sostenibil­e». Ma non è solo la mobilità connessa al turismo a poter essere ripensata: «Anche quella quotidiana degli altoatesin­i grazie allo smart working potrebbe migliorare — sostiene Riedl — se un giorno a settimana si lavorasse da casa gli spostament­i necessari si ridurrebbe­ro del 20%, una percentual­e molto significat­iva». Fra l’altro, secondo quanto riportato dalla segreteria regionale della Flp, pur con i dipendenti pubblici di Trento e Bolzano obbligati al lavoro agile da tre mesi «la produttivi­tà degli uffici è stata sempre mantenuta alta, senza alcun rallentame­nto della macchina amministra­tiva». Anche la digitalizz­azione delle pubbliche amministra­zioni dunque, come sostengono i sindacati, «evitando ai cittadini code chilometri­che davanti agli uffici, con i relativi risparmi di tempo e di costi dovuti a un minor traffico automobili­stico garantireb­be un notevole contributo alla salvaguard­ia dell’ambiente».

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In quota Un concerto dei «Suoni delle Dolomiti»
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