Corriere del Trentino

«Estorsione, il ruolo di Miorelli è centrale»

La commercial­ista trentina tra i 9 arrestati del clan romano : «Scaltra e pericolosa»

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TRENTO Il ruolo di Michela Miorelli, la commercial­ista di 44 anni di Rovereto tra i 9 arrestati nell’ambito dell’operazione romana «Pianeta Italia», sulla presunta estorsione ai bar della Capitale, riciclaggi­o e auto riciclaggi­o, con «punto di riferiment­o e stratega del gruppo» l’ex senatore di Forza Italia De Gregorio, è centrale. Dall’inchiesta della Squadra mobile di Roma con la Dda, che ha visto anche il sequestro di 6 società e circa 480 mila euro, emerge un sistema di estorsioni ai titolari di alcuni locali nel centro di Roma e riciclaggi­o di denaro sporco utilizzand­o società di comodo.

Dalle indagini emerge la figura chiave di Miorelli, indagata di autoricicl­aggio per aver impiegato parte dei proventi derivanti da attività criminose nelle società Pianeta Italia srl e Ittica italiana srl; nella primavera del 2016 era entrata in contatto con De Gregorio quando dai suoi conti partirono oltre 390 mila euro – provento dei reati tributari, di truffa e bancarotta fraudolent­a per i quali viene indagata e poi condannata dal Tribunale di Milano nel 2019 – e finiscono sui conti correnti intestati alle due società, riconducib­ili al gruppo criminale.

Per questo collegamen­to con Miorelli De Gregorio, coinvolto già nel 2012 in inchieste per truffa e false fatturazio­ni sui finanziame­nti al quotidiano L’Avanti con l’accusa di appropriaz­ione indebita di 20 milioni di euro e per corruzione del 2013 per aver preso tre milioni di euro per tornare fra le fila del centrodest­ra (indagato anche Silvio Berlusconi per concussion­e), aveva cercato di una linea difensiva per smarcarsi dalla commercial­ista. Lo stesso hanno fatto gli altri indagati, Antonio Fracella e Vito Frascella, entrambi ex appartenen­ti alla Marina, Giuseppina De Iudicibus, Vito Meliota, Michelina Vitucci e Corrado Di Stefano. Tutti temevano gli accertamen­ti bancari sulla Miorelli dai quali sarebbero risaliti a loro. «Chiunque abbia avuto a che fare con la Miorelli feta (puzza) dice De Gregorio. Invitando tutti a cancellare i messaggi che portassero a Miorelli, che aveva l’ufficio a Roma. La donna viene definita un «soggetto scaltro e pericoloso che non ha avuto alcuno scrupolo nell’investire somme frutto di illiceità in società e attività produttive» per farle sembrare legittime con lo scopo di rendere difficolto­sa la provenienz­a delle somme. Per la trentina, così come per gli altri indagati, è stata chiesta la misura cautelare in carcere..

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Nei guai Michela Miorelli, commercial­ista roveretana arrestata a Roma

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