Opere per il tunnel, otto indagati
Sono quattro gli appalti contestati. Falso, truffa e turbativa le accuse mosse a Bergmeister
Sono otto le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sul tunnel del Brennero, tra questi c’è anche l’ex amministratore di nomina austriaca di Bbt, Konrad Bergmeister. Si indaga per falso, turbativa e truffa. Quattro le opere nel mirino, c’è anche il viadotto di Canova e lo svincolo di Trento nord.
TRENTO Le coincidenze possono sollevare dubbi, ma non bastano in un’aula di giustizia. Da tempo le voci sul ruolo di Konrad Bergmeister, ex amministratore della Bbt per la parte austriaca e sul suo doppio incarico, pubblico e privato, si rincorrevano. Lo scorso aprile 2019 il consigliere provinciale di Onda, Filippo Degasperi, lo aveva scritto bianco su nero in un’interrogazione, rimasta peraltro sottotraccia. Almeno da un punto di vista politico, non per gli investigatori della guardia di finanza.
Otto indagati
Dubbi e ipotesi. Ma ora la Procura di Trento, che ha aperto un’inchiesta (Corriere del Trentino di ieri, ndr), ha fatto un passo in più e nel registro degli indagati spunta proprio il nome di Bergmeister insieme a quello di altre sette persone tra tecnici e privati. È finita nei guai anche la società Emaprice e nell’inchiesta è coinvolto pure il direttore della ripartizione Infrastrutture della Provincia di Bolzano, Valentino Pagani. I sostituti procuratori Davide Ognibene e Carmine Russo, titolari del fascicolo d’indagine, ipotizzano una serie di reati che vanno dalla turbata libertà degli incanti, alla truffa, falsità materiale, peculato e rivelazione del segreto d’ufficio. In particolare gli uomini della guardia di finanza di Trento vogliono far luce sul ruolo di Bergmeister, che è indagato per turbata libertà degli incanti, e il presunto conflitto di interessi per il suo doppio ruolo pubblico, in quanto amministratore per la parte austriaca della Bbt Se, società responsabile della costruzione del tunnel del Brennero — poi defenestrato da Ferrovie dopo il duro scontro e le accuse del collega Raffaele Zurlo — e progettista per Emaprice. Società che riveste un ruolo centrale nell’inchiesta in quanto impegnata in diversi cantieri collegati al tunnel del Brennero. In Austria in val Padaster, nei pressi di Steinach dove — tra il 2012 ed il 2013 — la società ha realizzato il portale di accesso per il cunicolo di drenaggio. Ma anche in Italia dove nel 2019 Emaprice si è aggiudicata l’appalto da 7,5 milioni per il collegamento tra la statale 12 e l’area di cantiere della Bbt. Tutti incarichi vinti con regolare gara d’appalto, ma spesso la società con sede a Bolzano in piazza Walther (nello stesso palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio,
di cui Bergmeister è il presidente) avrebbe assegnato la progettazione di lavori allo studio dell’ingegnere altoatesino. Se siano singolari coincidenze o ci sia qualcosa di più sarà la magistratura ad appurarlo.
Sotto la lente 4 appalti
La Finanza si sta concentrando in particolare su quattro opere sulle quali intende fare chiarezza. Oltre al tunnel del Brennero — Emaprice era stata incaricata anche dei lavori di realizzazione della nuova viabilità in zona Rio Riol per la costruzione del nuovo collegamento stradale tra la statale 12 e la futura area di emergenza e di manutenzione a servizio dall’area di base del Brennero — sono state acquisite tutte le carte relative alla realizzazione dello svincolo di Trento nord, opera, commissionata dalla Provincia di Trento, del costo complessivo di 30 milioni, in parte pagata da A22. I lavori sono iniziati a fine maggio del 2019 e prevedono la realizzazione dello svincolo tra la tangenziale di Trento e la strada provinciale 235 dell’Interporto. Un intervento ritenuto strategico per il miglioramento della viabilità. Ma sotto i riflettori ci sono anche il ponte in val Nambrone (costo 500.000 euro) e i lavori di messa in sicurezza del Viadotto Canova di Gardolo, intervento diviso in due tranche, la prima da un milione di euro e la seconda da 1,7 milioni, che mira a rinforzare le pile del viadotto. Opera, anche questa, affidata dalla Provincia di Trento alla società di costruzione bolzanina. Tutte con regolare gara, è doveroso precisarlo.
Le perquisizioni
La Finanza adesso dovrà studiare la mole gigantesca di documenti acquisiti negli uffici della Provincia di Bolzano, nella Bbt, nello studio di Bergmeister e in Emaprice. Le perquisizioni sono scattate il 26 maggio scorso, gli investigatori hanno eseguito dodici decreti di perquisizione e acquisizione e hanno notificato l’avviso di garanzia agli otto indagati. Sono stati acquisiti documenti anche in A22 su Bergmeister per verificare la condotta dell’ingegnere che fino al 2007 era stato direttore tecnico della società Autobrennero. La stessa società, insospettita, lo
Nel mirino 4 opere Contestati i reati falso, truffa e turbativa Emaprice si difende: «Siamo estranei»
scorso anno aveva avviato un audit interno sull’attività pregressa dell’ex dipendente. Ora la Procura dovrà studiare le carte per capire se per le quattro opere finite sotto la lente della magistratura ci siano stati presunti accordi illeciti o anomalie. L’indagine è solo agli inizi e potrebbe allargarsi, non è infatti escluso che gli investigatori possano concentrare l’attenzione anche su altre opere pubbliche, ma tutte le contestazioni dovranno ovviamente essere valutate e provate.
La difesa
Intanto l’ingegnere Bergmeister preferisce non commentare in attesa dello svolgimento delle indagini. Mentre la famiglia Daniele fa scudo sul ruolo della sua azienda, Emaprice, e in serata ha diffuso una nota respingendo le accuse e precisa che per le opere realizzate tra il 2012 ed il 2013 in val Padaster e nel 2019 a Fortezza «non è mai stato conferito alcun incarico allo studio Bergmeister». Per quanto riguarda invece lo svincolo di Trento nord — si precisa — l’impresa avrebbe indicato quali società di progettazione due studi professionali, tra cui Bergmeister». Il gruppo di Possagno infine ribadisce la massima collaborazione con la Finanza «per poter mettere in luce la regolarità e correttezza del proprio comportamento, certa che in tal modo la Procura potrà chiarire l’estraneità di Emaprice alla vicenda».