Bilancio, tagli alla cultura per risarcire Pruner
Consiglio: critiche al documento predisposto da Kaswalder che potrebbe essere bloccato
Minoranze ancora all’attacco del presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder. Ieri l’opposizione si è astenuta in capigruppo sul bilancio di previsione del consiglio, che prevede anche lo stanziamento dei fondi per il caso Pruner. Nel mirino i tagli alla comunicazione per far fronte alle spese. Il bilancio ora rischia di bloccarsi in ufficio di presidenza.
TRENTO La mozione di sfiducia dovrebbe essere pronta in queste ore. In tempo per essere depositata prima della conclusione della tornata consiliare di questa settimana (oggi è l’ultimo giorno di dibattito in agenda).
Ma in attesa di completare il testo, le minoranze non mollano la presa. E continuano il pressing sul presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder. Obiettivo: convincerlo a farsi di lato e lasciare libera, quindi, la poltrona più importante dell’emiciclo. Una prospettiva ufficializzata dall’opposizione già martedì, in apertura di tornata. E ribadita poche ore dopo durante l’incontro tra la stessa minoranza e il leader degli Autonomisti popolari. Il quale ha fatto sapere di volersi confrontare con il proprio avvocato prima di valutare il da farsi.
Intanto però la vicenda, già intricata, si arricchisce di un ulteriore passaggio. Non proprio secondario. Ieri, in sostanza, la minoranza non ha voluto garantire il sostegno al bilancio preventivo del consiglio provinciale per gli anni 2020-2022 nella conferenza dei capigruppo, scegliendo il voto di astensione. Con Paolo Ghezzi di Futura che ha deciso di votare contro. «Si è derogato a una prassi consolidata che prevede il consenso trasversale sui documento contabili del parlamento della nostra autonomia» ha precisato Giorgio Tonini (Pd). Il motivo? Il caso Pruner, ovviamente, che «entra» nel bilancio: nel 2020 infatti è stata messa in conto una prima tranche di 95.000 euro per far fronte agli effetti della sentenza (che condanna il consiglio al pagamento degli stipendi dell’ex segretario particolare di Kaswalder dal licenziamento di maggio 2019 fino alla fine della legislatura nel 2023, per un totale di circa 200.000 euro), altri 56.000 euro sono stati previsti nel 2021 e nel 2022 e 53.000 euro nel 2023.
«Non posso votare un documento che certifica il danno economico arrecato dal presidente al consiglio» ha chiarito Ghezzi. Mentre Tonini ha posto l’accento sugli spostamenti di risorse effettuati per affrontare la causa: «Si prevede un taglio severo alle risorse per le manifestazioni culturali e per la comunicazione delle iniziative del consiglio. Tagli che allargano ulteriormente il divario tra le ingenti risorse comunicative delle quali dispone la giunta e quelle messe a disposizione delle minoranze». E ancora: «Il presidente oggi ci chiede di pagare con le risorse destinate a dare voce al pluralismo politico i danni causati dalla sua improvvida decisione».
Critiche, quelle delle minoranze, che potrebbero trasformarsi ben presto in muri invalicabili. Il bilancio del consiglio (che prevede tra le altre cose anche la restituzione di due milioni di euro da parte dell’Aula, per stanziarli a favore delle famiglie trentine più bisognose) finirà infatti ora sul tavolo dell’ufficio di presidenza. Dove, come è noto, l’opposizione ha a disposizione tre poltrone su cinque. E può quindi bloccare il documento votando contro o, come era stato prospettato nei giorni scorsi, facendo mancare il numero legale attraverso le dimissioni dei suoi tre componenti. In entrambi i casi, il risultato sarebbe lo stesso: arrivare a quella «paralisi» dell’Aula ipotizzata dall’opposizione per spingere Kaswalder a farsi da parte.
C’è però un ostacolo: le divisioni che si respirano anche all’interno dell’opposizione. Dove Alex Marini (M5s) ha chiesto, insieme alle dimissioni dell’ufficio di presidenza, anche la rotazione delle cariche. Una linea sostenuta da Futura, che punta a una rappresentanza di genere all’interno dell’organismo. Richieste che, di fatto, farebbero traballare la poltrona di Filippo Degasperi (Onda).