Il fruttivendolo, l’imprenditore e il barista: «Insospettabili»
BOLZANO Il barista, il fruttivendolo, l’imprenditore che installava pannelli solari. E poi quello che amava i cani e inondava i social di foto, quello che inveiva contro la corruzione. Persone apparentemente normalissime, insospettabili che però, secondo gli inquirenti avevano dato vita ad una vera e propria organizzazione criminale. Una ‘ndrina collegata al clan Papalia-Barbar-Italiano di Delianuova, attivo già dall’inizio degli anni 90. Sono questi i profili degli arrestati nell’ambito dell’operazione Freeland in seguito alla quale sono finite in manette 20 persone di cui 11 residenti a
Bolzano.
Uno di loro, il commerciante Daniel Crupi, nel 2016 era stato candidato alle Comunali di Bolzano. A 28 anni aveva deciso di presentarsi con il partito pensionati.
«Ne uscirà pulito, ne sono certo» dice Franco Murano che guidava quella lista come candidato sindaco. «Quando ho letto il suo nome mi si è ghiacciato il cuore. Frequento da anni la latteria gestita dalla sua famiglia, sono persone splendide. Niente mi ha mai lasciato credere che Daniel potesse avere delle frequentazioni così negative. Men che meno la sua famiglia merita di essere additata per qualcosa che non è. Per questo credo che riuscirà a dimostrare la sua estraneità». E dice la stessa cosa Angelo Gennaccaro che gli aveva proposto la candidatura nella sua lista. «Non entro nel merito delle inchieste. Per come ho conosciuto lui e la sua famiglia posso solo dire che mi hanno sempre fatto una bella impressione. Questa inchiesta è un brutto colpo per calabresi e meridionali che lavorano duramente e fanno il bene della nostra città. Non dobbiamo permettere che tornino a galla certi stereotipi».
Crupi, è accusato di concorso esterno. Secondo gli inquirenti avrebbe fatto l’autista del capo ‘ndrina Mario Sergi custodendone anche delle armi senza, tuttavia, essere parte della struttura mafiosa. Una posizione simile a quella dell’altro giovane bolzanino, Luca Guerra, che avrebbe procacciato e custodito le armi proprio per conto di Sergi. Amante dei pitbull, i social sono piene di sue foto in stile Gomorra in cui mostra tatuaggi e catene d’oro.
Trai volti noti finiti nel mirino della Polizia di Stato c’è anche Angelo Perri, 65 anni, che nell’organizzazione secondo l’inchiesta si occupava dell’approvvigionamento e dello smistamento della droga a Bolzano. E stato gestore del cafè teatro e del bar Heidi, un luogo che ricorre nelle intercettazioni. Francesco Perri, invece, era salito alla ribalta delle cronache cittadine come gestore del locale «New Bar» in via Claudia Augusta. Nell’agosto 2013 venne sorpreso dagli agenti della squadra volante della polizia mentre picchiava violentemente con il bastone un avventore del bar. Perri era in stato di ebbrezza e il bastone fu trovato e sequestrato dai poliziotti ancora sporco di sangue.
Altra figura chiave è Giuliano Callipari: secondo gli inquirenti era addetto a procurare la droga ma è anche stato protagonista di svariate minacce. Tutto questo mentre sui social condivideva post contro i politici che affamano il popolo.