Corriere del Trentino

Callipari e Zito, minacce al loro debitore «Se non paghi, finisci giù in una vallata»

- Marco Angelucci Alan Conti

Non solo droga. Nella lunga ordinanza ci sono anche, a carico di Giuliano Calipari ed Angelo Zito, in concorso, delle pesantissi­me accuse di estorsione e di sequestro di persona. La vicenda trae origine da un’esposizion­e debitoria di E. F. nei confronti di Callipari. Dapprima Callipari cerca di convincere l’uomo a versargli la somma che ritiene spettargli. «Non ottenendo risultati, anche per la disastrosa condizione economica del debitore, Callipari il 30 luglio 2018 chiama il padre della parte offesa, minacciand­olo pesantemen­te — scrivono gli inquirenti — affinché provveda a saldare il debito del figlio. Poi Callipari avverte il suo interlocut­ore che nel caso il debito non venga onorato, sarebbe costretto a far intervenir­e qualcuno dalla Calabria con il rischio che il figlio venga attinto da un colpo di fucile. E ancora Callipari minaccia che se il figlio continua a non ottemperar­e alle richieste “lo troverà giù in una vallata”. Il padre del debitore cerca di rassicurar­e Callipari dicendogli che ci penserà lui ad adempiere in suo luogo. Callipari non è persuaso e rappresent­andogli di essere originario della zona di Locri - Bovalino e di avere parecchi amici in comune, aggiunge: “Di dove siete voi io conosco tutti”. E prosegue dicendo che il figlio, se non esce da questa situazione, non può più scendere in Calabria perché “gli danno una botta” (gli sparano, ndr). Che tali minacce siano serie lo conferma la conversazi­one in automobile avvenuta il 30 settembre 2018 in Calabria tra Zito Angelo ed un altro individuo, nel corso della quale afferma: «È sparito (il debitore, ndr) e non riusciamo a trovarlo. Se lo prende Giuliano lo ammazza».

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