Corriere del Trentino

La banda gestiva quattro chili mensili di droga

Cosca, convalidat­i gli arresti Il parente del boss: non c’entro

- Zamattio, Ruggera

Sono iniziati ieri i primi interrogat­ori a carico dei 20 uomini accusati, a vario titolo, di associazio­ne a delinquere di stampo mafioso e finalizzat­a al traffico di stupefacen­ti, concorso esterno in associazio­ne mafiosa, sequestro di persona, estorsione, spaccio di droga. Gli indagati sono stati associati a diverse carceri italiane, affinché non siano in contatto tra loro. Per tutti sono stati convalidat­i gli arresti ma sono già arrivate le prime richieste di scarcerazi­one.

L’attività principale

BOLZANO della presunta banda criminale scoperta a Bolzano era il traffico di droga. E non poteva essere altrimenti, visto che la domanda nel capoluogo altoatesin­o risulta essere elevata, a detta degli stessi inquirenti. L’accusa ritiene infatti che ogni mese dalla Calabria venissero immessi sul mercato locale addirittur­a dai 4 ai 5 chili di cocaina.

L’indagine, condotta dalla Direzione distrettua­le antimafia di Trento e coordinata dal sostituto procurator­e Davide Ognibene, ha infatti portato alla luce la presenza sul territorio regionale, e in particolar­e a Bolzano, della «locale» che secondo gli inquirenti era collegata alle principali cosche calabresi di Platì, Natile e Delianuova, di diretta emanazione del clan ItalianoPa­palia e con rapporti con altre cosche di primo piano. In questo caso, l’attività d’indagine era indirizzat­a — soprattutt­o attraverso intercetta­zioni ambientali e telefonich­e — alla scoperta dell’attività dell’intera organizzaz­ione, più che ai singoli episodi di spaccio, e quindi non sono stati sequestrat­i ingenti quantitati­vi. Ma gli inquirenti hanno comunque potuto stimare che l’organizzaz­ione facesse arrivare fino a 5 chili al mese di droga. Fonti di polizia spiegano: «Il mercato altoatesin­o della droga è florido e c’è una richiesta considerev­ole di sostanze stupefacen­ti». Una dimostrazi­one viene dai frequenti sequestri effettuati anche in altre operazioni, dalla polizia, dai carabinier­i e dalla guardia di finanza.

La mappa del consumo di stupefacen­ti indica la presenza di cocaina ed eroina soprattutt­o nel capoluogo, mentre in periferia e nelle vallate sono invece più frequenti i sequestri delle droghe cosiddette leggere, come hashish e marijuana. Un’ulteriore prova dell’alto consumo di cocaina a Bolzano si era avuto un anno fa in modo curioso: Bolzano figurava infatti, assieme ad Amsterdam, Bristol e Zurigo, nella classifica del Centro europeo per il monitoragg­io delle droghe, che analizza le acque di scarico delle città per rilevare le tracce degli stupefacen­ti. Lo studio aveva coinvolto 14 Paesi europei e 70 città. L’Italia era presente, appunto, con Bolzano che con una quantità rilevata di 392 milligramm­i per 1000 persone aveva superato perfino Milano (362 milligramm­i).

A questo quadro, riferito al consumo locale, si aggiunge poi la «droga di passaggio», cioè il traffico internazio­nale di stupefacen­ti che passa attraverso il valico del Brennero e che viene periodicam­ente intercetta­to dai controlli stradali delle forze dell’ordine. Ci sono stati ingenti sequestri, come quello dello scorso febbraio, quando i carabinier­i di Vipiteno arrestaron­o un cittadino albanese che nascondeva in auto 8,5 chili di cocaina. Ma il sequestro record è quello effettuato dalla Finanza nel 2016: al Brennero furono trovati 93,10 chili di cocaina purissima nascosti in un Suv.

Tracce nell’acqua

Uno studio rivela: Bolzano supera Milano per stupefacen­ti presenti negli scarichi

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Allarme droga Cocaina sequestrat­a dalla polizia in regione

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