Montesano, sit-in a Montecitorio: «Clemenza per Chico»
L’attore in piazza a Roma con i sostenitori: una questione di reciprocità, come per il caso Amanda Knox
TRENTO Enrico Montesano di nuovo in prima linea per sostenere la causa di Chico Forti, l’imprenditore e produttore televisivo trentino di 60 anni in carcere da 20 con l’accusa di omicidio per il quale si è sempre professato innocente. Il celebre attore romano ieri ha partecipato al sit-in promosso in mattinata dai sostenitori di Forti davanti a Montecitorio con cartelli e lo striscione con la scritta «Aiutateci a riportare Chico Forti a Casa».
Montesano, che con la moglie Teresa Trisorio, è diventato un sostenitore della causa di Chico, è stato intervistato in diretta nell’ambito del programma di Raiuno «Italia Sì» di Marco Liorni dove ha spiegato perché l’ex surfista trentino deve tornare in Italia: innanzitutto per una questione di reciprocità, ha detto. «Quando sono successi eventi analoghi con cittadini americani — ha spiegato ai microfoni Montesano — i vari governi italiani li hanno restituito all’America (riferendosi al caso Amanda Knox ma non solo, ndr), noi abbiamo Chico che ha scontato già 20 anni, mi sembra abbastanza: che venga possa tornare in Italia e si decida». E ha aggiunto: «Mi aspettavo dal governatore della Florida ci fosse un atto di clemenza».
Poi l’attore, che è rimasto tutta la mattina davanti a Montecitorio insieme agli altri sostenitori che si sono susseguiti dalle 10.30 a mezzogiorno, ha ribadito il concetto di «clemenza». «Serve un gesto di clemenza, un’attenzione verso questo cittadino italiano che, tra l’altro, ha una mamma anziana: fategliela riabbracciare», ricordando anche la battaglia degli zii Gianni e Wilma «che si battono da anni». Come lui. «Mia moglie — ha rivelato — ha preso a cuore questa battaglia e anch’io lo faccio con grande piacere».
Dal punto di vista diplomatico, Montesano ha poi ricordato il suo precedente intervento a favore di Chico: «Ho già scritto una lettera pubblica rivolgendomi al ministro degli esteri Luigi Di Maio, ricordando come la Farnesina si muove bene ed ha fatto tanto e chiedendo: perché non per Chico?». Serve — ancora — un atto di clemenza.
Tra i sostenitori noti — molti quelli che si sono spesi come Fiorello, Valeria Marini, Jovanotti, Rocco Siffredi, Claudio Marchisio — ieri in piazza Montecitorio doveva esserci anche l’attore Maurizio Mattioli, mancato per un infortunio. «Oggi dovevo essere anch’io per sostenere la voce del nostro connazionale Chico Forti — ha detto in un post sul suo profilo Facebook — che da anni porta avanti la sua battaglia dell’innocenza, ma nessuno lo ascolta. Ora basta! Quanti anni deve ancora aspettare? Spero che il ministro degli Esteri e le autorità italiane competenti, riescano a riportarlo in Italia».
Intanto lunedì 15 giugno saranno 20 anni dalla data della sentenza di omicidio di primo grado senza prove e senza testimoni, come sostengono sempre i legali di Forti, quando gli fu comunicata la condanna di fine pena mai.