Corriere del Trentino

L’appello di Meloni «Per vincere a Trento un centrodest­ra unito»

Meloni: non si voti prima del 27 settembre, sennò pieghiamo il turismo

- Di Marika Damaggio

TRENTO Cita Charlotte Whitton, femminista canadese e sindaca di Ottawa dal 1951 al 1956 e di nuovo dal 1960 al 1964. «Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà», dice Giorgia Meloni. Leader e fondatrice di Fratelli d’Italia, infaticabi­le volto dell’opposizion­e al governo Conte, la deputata oggi si appella alla coesione del centrodest­ra. Anche a Trento. «Per vincere — dice pensando al capoluogo — dobbiamo aggregare più forze politiche e liste civiche possibili».

Onorevole, partiamo dai numeri: Fratelli d’Italia è la forza politica che in questi mesi è cresciuta maggiormen­te. Perché? Quali sono le risposte che avete dato?

«Oggi stiamo raccoglien­do i frutti di otto anni di lavoro. Gli italiani stanno premiando la nostra coerenza, la concretezz­a delle nostre proposte e stanno riconoscen­do il fatto che Fratelli d’Italia non ha mai cambiato idea e ha sempre tenuto fede al patto con gli elettori. Quello che diciamo in campagna elettorale corrispond­e esattament­e a quello che facciamo dopo le elezioni. I cittadini stanno capendo che con noi non c’è trucco e non c’è inganno: sai esattament­e cos’è, cosa trovi e cosà farà in Parlamento. In un tempo nel quale le forze politiche e i politici sono come foglie al vento, noi siamo come alberi con le radici ben piantate a terra. Abbiamo una visione chiara e le nostre proposte sono frutto di un grande lavoro, spesso invisibile, di ascolto e confronto con le categorie e gli amministra­tori locali. E in Parlamento i risultati si vedono: grazie alla capacità dei nostri deputati e senatori siamo stati determinan­ti su molti provvedime­nti, riuscendo a tenere in scacco la maggioranz­a. Le cronache parlamenta­ri lo testimonia­no e siamo fieri di questo».

Per la prima volta dopo mesi di lockdown siete tornati in piazza con Matteo Salvini e Antonio Tajani. Con gli alleati ha sempre mantenuto un rapporto alla pari, al di là delle percentual­i. Anche, quando necessario, dissentend­o. Come nell’avventura poi naufragata del governo Conte I. Oggi che Fratelli d’Italia ha una voce ancora più robusta qual è il rapporto che costruiret­e con gli storici alleati?

«Siamo una coalizione forte e coesa, condividia­mo valori e programmi, e grazie a questo riusciamo a governare bene migliaia di Comuni e la maggioranz­a delle Regioni italiane. Certo, ci sono differenze tra di noi ma è naturale che sia così, altrimenti saremmo un partito unico. D’altronde, anche il collocamen­to di Fratelli d’Italia è molto chiaro, anche in Europa: facciamo parte della famiglia dei conservato­ri europei, ne deteniamo la copresiden­za nel Parlamento europeo, abbiamo alleanze internazio­nali definite. La coalizione è compatta e lo dimostra anche il no agli Stati generali: un’inaccettab­ile messinscen­a, aperta peraltro dai rappresent­anti di Commission­e europea, BCE e Fondo Monetario, cioè la cara vecchia Troika. Sono sempre più fiera di non aver accettato di partecipar­e a questa assurda messinscen­a, utile solo all’ego di Conte mentre ci sono milioni di italiani che non sanno come arrivare a fine mese».

Sulla data delle elezioni amministra­tive ancora non c’è certezza. In Veneto Zaia spinge per tempi stretti – propose l’estate – in Trentino Alto Adige il calendario è deciso dalla Regione ma il tema è il medesimo: quando si dovrebbe tornare alle urne, considerat­e anche le indicazion­i dei virologi che ipotizzano nuove ondate di Covid in autunno?

«Per noi si poteva votare anche a luglio, sarebbe bastato saperlo in tempo. Ma ora che non è più possibile farlo, abbiamo chiesto in Parlamento di non votare prima del 27 settembre, per evitare ad esempio di mettere definitiva­mente in ginocchio il turismo con la campagna elettorale. Ma al Pd e ai Cinquestel­le non è interessat­o nulla, perché loro si preoccupan­o solo dei giochi di palazzo».

In Alto Adige tornano venti secessioni­sti con azioni provocator­ie degli Schützen. Il governo ha mostrato scarsa attenzione verso territori sensibili come l’Alto Adige, incrudelen­do tensioni mai sopite, o si tratta di provocazio­ni fini a sé stesse?

«È stato vergognoso che alcune forze politiche secessioni­ste abbiano approfitta­to dell’emergenza coronaviru­s per riaccender­e rivendicaz­ioni indipenden­tiste e lanciare messaggi anti-italiani, ricorrendo a iniziative come i fuochi sulle montagne dell’Alto Adige che risveglian­o fantasmi del passato e riaprono pagine buie della storia. Allo stesso modo non ci sono piaciute alcune dichiarazi­oni del governo austriaco, che ha tentato di portare avanti la sua politica da “Stato protettore” dell’Alto Adige quando ha annunciato la riapertura dei confini in modo selettivo, ovviamente con la complicità del governo provincial­e di Bolzano. L’Italia è una e indivisibi­le e noi continuere­mo a sostenerlo, chiedendo al Governo di difendere l’interesse nazionale italiano».

Baracetti? Non lo conosco di persona, ci premono nomi aggreganti 

Fuochi in Alto Adige vergognosi, l’Italia è una sola e indivisibi­le

In Trentino, durante il lockdown, la coalizione di centrodest­ra ha perso qualche pezzo: la lista civica Agire, fondatrice dell’alleanza, ma anche Progetto Trentino, che correrà solo con la sua candidata, e Democrazia cristiana. Alcuni alleati hanno chiesto di rimettere in discussion­e il candidato sindaco Alessandro Baracetti che ha reagito cacciando Agire. Una scelta che ha preoccupat­o il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Bertoldi che ha chiesto alla Lega di ascoltare tutti. «Noi — ha detto — siamo alleati leali, non sudditi». Condivide? Come dovrebbe costruirsi il confronto fra forze alleate?

«Non entro nella scelta del nome perché non ho avuto ancora la fortuna di conoscere personalme­nte nessuno dei possibili candidati in campo. Ma sicurament­e, per provare a vincere, dovremmo cercare di tenere unito il centrodest­ra e di aggregare più altre forze politiche e liste civiche possibili compatibil­i con le nostre idee e i nostri programmi. In queste ore stiamo affrontand­o insieme a Lega e Forza Italia la scelta dei candidati presidenti di Regione e dei sindaci. Fratelli d’Italia sta facendo tutto il possibile per tenere unito il centrodest­ra e trovare i candidati più competitiv­i e aggreganti. Faremo così anche a Trento e negli altri importanti comuni al voto in Trentino».

Lei è l’unica leader donna nel nostro Paese. Malgrado di equità si parli in altri schieramen­ti, la dirigenza dei partiti in quei casi è spesso esclusivam­ente maschile. Esistono ancora resistenze nel favorire l’ascesa, politica ma anche profession­ale, delle donne? E dove si annidano?

«Purtroppo, sono spesso le donne stesse a cadere in alcuni tabù. A volte non credono di potercela fare a competere con gli uomini e finiscono per competere tra loro stesse, convinte che ci sia un livello più basso nel quale relegare le proprie competenze. Non è così, e questo tabù io non l’ho mai avuto. Mi sono sempre confrontat­a con i miei colleghi uomini senza problemi. Certo, le resistenze ci sono ed è vero quello che diceva l’allora sindaco di Ottawa Charlotte Whitton: “Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà”. Ma io credo in una società dove uomini e donne, con le loro differenze e peculiarit­à, siano alleati e non nemici».

C’è però chi indica una contraddiz­ione: lei è l’unico volto femminile di spicco nel panorama politico italiano (e non solo) ma il modello proposto da Fratelli d’Italia è patriarcal­e. Cosa risponde?

«Non so cosa che cosa lei intende per “patriarcal­e” e sinceramen­te non capisco a cosa si riferisca. Le sembrerà strano ma la verità è che c’è molto più rispetto per le donne a destra che a sinistra, che spesso utilizza la questione femminile strumental­mente e per fare propaganda. Non è un caso che io sia l’unico segretario di partito donna in Italia. Ricopro questo incarico grazie al mio lavoro e ho la fiducia degli uomini e delle donne di Fratelli d’Italia per le mie capacità, non per il mio sesso. A destra è il merito a fare la differenza».

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 ??  ?? Determinat­a Giorgia Meloni è leader di Fratelli d’Italia. È stata ministra nel quarto governo Berlusconi, la più giovane nella storia della Repubblica
Determinat­a Giorgia Meloni è leader di Fratelli d’Italia. È stata ministra nel quarto governo Berlusconi, la più giovane nella storia della Repubblica

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