CORPUS DOMINI, FRONDE SUI BALCONI E FALCI BENEDETTE
La festa del Corpus Domini è considerata una delle più popolari della cristianità, come popolari sono le processioni solenni che l’hanno da sempre caratterizzata in tutti i paesi di fede cristiana. A Roma il Papa stesso presiedeva quella che si svolgeva da San Giovanni in Laterano a Santa Maria Maggiore.
Ora niente processione del Corpus Domini per le strade di Roma. L’emergenza sanitaria continua a prolungare i suoi effetti anche sui riti e le tradizioni della Chiesa.
Nella nostra terra paesi e città si contendevano il ruolo della processione più importante. Di quella di Bolzano ricordo che, quando ero bambina, agli angoli delle strade si preparavano degli altari ornati di drappi, gonfaloni, fiori e fronde. Fronde intrecciate in corone ornavano le finestre delle strade dove passava la processione e, sempre alle finestre venivano sciorinate lenzuola e drappi.
Preghiere, canti, suoni di campane e musica accompagnavano le processioni. Le bande musicali, i portatori di statue e gonfaloni vestivano ancora le strade delle città o dei paesi con i loro costumi colorati.
Sempre legati a queste feste ci sono detti e proverbi riguardanti il tempo atmosferico. Si dice che se la Pentecoste e il Corpus Domini «cadono» di Maggio, è facile che il tempo sia variabile, se cadono di giugno sono foriere di buon tempo.
Così sembra sia proprio il timore del cattivo tempo l’origine dei botti e dello schioccare di fruste che, da lontano, accompagnavano le processioni.
In alcuni luoghi montani, su un colle o in un luogo in alto, veniva situato una specie di imbuto, un amplificatore dei suoni rivolto a valle, in modo che il suono degli scoppi e delle fruste schioccate al vento riempissero tutto lo spazio dalla terra al cielo.
Un proverbio vecchio di molti anni riprende «a fulgore et tempestate, a peste, fame et bello, libera nos Jesus Christe» dove le calamità naturali sono mescolate nelle tragedie dell’umanità, alla guerra, alla peste, alla fame e alla morte, tragedie che la fede e la pietas rituale possono, forse allontanare.
Ora il rito rimane, ma più contenuto e senza processione.
Certo anche ora il pensiero di esorcizzare con i riti questo periodo di prima estate rimane, almeno nel cuore dei fedeli. Ricordo di quando, in processione, si passava salmodiando per vie e sentieri per invocare la protezione divina. Ora ci si chiede: l’estate come sarà? Tornerà il tempo di vacanza, intesa come sospensione degli affanni, dei negotia, per dedicarsi agli otia?
Un tempo al Corpus Domini seguivano i riti e gli esorcismi più vari. In prossimità del solstizio d’estate, si accendevano fuochi sulle montagne per consolare il sole che inizia il suo corso verso il buio. Nei campi si iniziava lo sfalcio e si benedivano le falci che tagliavano «i capelli del mondo», sia sotto forma di fieni che di grani. E la falce o il falcetto venivano unti con sputo e rugiada per manifestare il consenso degli uomini e della natura.