Corriere del Trentino

TERZA ETÀ PROGETTO DA SALVARE

- Di Fabrizio Mattevi

uarant’anni fa nasceva l’Università della terza età e del tempo disponibil­e, un’iniziativa pionierist­ica punto di riferiment­o per esperienze similari avviate in altre regioni italiane.

L’anniversar­io è l’occasione per rendere omaggio a questa preziosa realtà formativa, gestita dalla Fondazione Franco Demarchi. Già i numeri ne delineano la consistenz­a: settemila persone iscritte, ottanta sedi distribuit­e in tutto il Trentino, più di trecento persone impegnate nella conduzione di corsi, laboratori, conferenze.

La presenza capillare e la collaboraz­ione con gli enti locali permettono di coniugare in un medesimo progetto esigenze e peculiarit­à di centri urbani e piccoli paesi, capoluogo e periferia.

Nella sua lunga storia l’Utetd ha saputo intercetta­re una diffusa e insospetta­ta propension­e a conoscere, approfondi­re, scoprire; la richiesta di apprendime­nti specifici di informatic­a, educazione motoria, lingue; curiosità e desideri che a volte derivano da passati impediment­i a coltivare inclinazio­ni e passioni culturali.

Non solo proposte intellettu­ali, ma pure un’intensa e coinvolgen­te esperienza relazional­e: incontri tra partecipan­ti al medesimo corso, che un po’ alla volta si conoscono e riconoscon­o, incontri con i docenti. Conviviali­tà e conoscenza sono al contempo mezzo e fine.

L’Utetd è uno spazio aperto, un luogo fecondo di socialità, la piazza di Atene, vivace e popolosa, dove Socrate amava recarsi per discutere, porre domande, cercare di capire. Ciò è tanto più vero nelle sedi periferich­e, in cui la partecipaz­ione si alimenta dell’appartenen­za alla medesima comunità.

Non è facile insegnare nei corsi Utetd: gli iscritti non hanno vincoli di frequenza, né attestati da conseguire, l’unica loro motivazion­e è l’interesse. Ogni docente deve dunque misurarsi con le attese e le reazioni dei corsisti: l’andamento delle presenze è un indicatore inflessibi­le della bontà di una proposta didattica.

Settemila persone che scelgono di uscire di casa per ritrovarsi insieme a pensare l’ignoto della vita e condivider­e significat­i: un fenomeno potente e commovente. Ancora più significat­ivo perché ha per protagonis­ti persone non più giovani, con alle spalle una storia, un bagaglio di scoperte, riflession­i, snodi esistenzia­li, una sapienza interiore che costituisc­e il valore aggiunto di ciascun corso. Nell’età adulta, infatti, con gli anni crescono l’inclinazio­ne alla riflession­e su di sé e la ricerca di «scholé» come i Greci chiamavano il tempo dedicato ad attività piacevoli, soprattutt­o spirituali, libere da bisogni e necessità pratiche.

L’Utetd è un tesoro nascosto di umanità da accrescere, rinnovare e insieme tutelare e custodire.

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