Famiglie cooperative e Sait, un fondo per la prevenzione Covid
Il 10% del prezzo di alcuni prodotti andrà all’Apss. Simoni: nelle valli nessun rialzo
TRENTO Consorzio Sait e Famiglie cooperative e la Provincia si uniscono per un nuovo progetto che intende mettere le produzioni alimentari locali al servizio dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Da giovedì per ogni acquisto di alcuni prodotti trentini a chilometro zero, Sait destinerà il 10% a un fondo speciale da impiegare in opere di prevenzione contro il Covid-19.
«Un’iniziativa lodevole — l’ha definita il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti — che dimostra la capacità di fare sistema dei trentini». Il progetto di raccolta avrà inizio giovedì e proseguirà fino a fine luglio, con l’eventuale possibile di essere prorogato. «L’iniziativa si regge su quattro gambe — ha spiegato Roberto Simoni, presidente Sait del Consorzio delle cooperative di consumo trentine —. Sait e Famiglie cooperative, che in questi mesi si sono impegnati per garantire la spesa ai trentini; i produttori locali, sempre al nostro fianco con produzioni di qualità e certificate; i soci consumatori che hanno il ruolo importantissimo di scegliere cosa acquistare; e la Provincia di Trento che ci aiuterà a destinare il denaro raccolto».
Comprando uno dei prodotti forniti dalle 14 aziende trentine aderenti all’iniziativa e opportunamente indicati nei punti vendita. il 10% di ogni acquisto verrà destinato all’Azienda sanitaria locale per mettere in atto delle campagne di prevenzione per il coronavirus: dall’igienizzazione di spazi pubblici alla somministrazione di tamponi o test sierologici, il tutto secondo le necessità che la stessa Apss indicherà nei prossimi mesi. «Dalle nostre previsioni dovremmo raggiungere 500mila euro, ma non abbiamo fissato un tetto massimo: se i trentini compreranno sempre più prodotti locali ci saranno più fondi per l’Azienda sanitaria ha voluto chiarire Simoni. «Speriamo che questo sia un modo per proiettare il Trentino oltre l’emergenza. Anche in Sait e Famiglie cooperative abbiamo passato momenti drammatici — ha ammesso il presidente Sait —. Nei mesi di lockdown abbiamo avuto difficoltà a tenere aperto e a garantire gli approvvigionamenti nei punti vendita, ma abbiamo superato le difficoltà dei magazzini anche grazie alla puntualità dei produttori locali». Nei mesi scorsi le cooperative di consumo sono andate incontro a diverse contestazioni da parte dei clienti, che lamentavano i prezzi troppo alti nei negozi dei piccoli centri. «In Trentino abbiamo circa 250 punti vendita, alcuni anche molto piccoli e tendenzialmente in perdita, che teniamo aperti grazie a una logica di rete — ha spiegato Simoni — . Oggettivamente abbiamo registrato qualche tensione, ma è ingrato e impossibile confrontare i prezzi che si trovano lì con quelli della grande distribuzione».
Presidente Possiamo arrivare a 500mila euro, non fissiamo tetti
È ingrato paragonare i prezzi di un piccolo negozio e quelli della gdo