Corriere del Trentino

Ospedali, il piano post Covid

Riorganizz­azione dei reparti, assunzione di personale e fondi per 20 milioni: la rivoluzion­e nella sanità

- Dongilli

Grazie a 20 milioni stanziati dal Governo, il sistema ospedalier­o della Provincia di Trento passerà da 32 a 78 posti di terapia intensiva. Quei fondi serviranno anche ad assumere 64 nuove unità di personale per far fronte a una eventuale seconda ondata.

TRENTO Raddoppian­o, nel piano di riorganizz­azione della rete ospedalier­a della Provincia di Trento, i posti letto in terapia intensiva. Che passano dai 32 di oggi a 78 distribuit­i nei vari ospedali del territorio. Questo grazie ai 20 milioni che la Stato, nel decreto Rilancio, ha stanziato per la Provincia a questo scopo. Cifra che serve anche per pagare gli stipendi delle nuove 64 unità di personale, tra medici oss e infermieri, che saranno assunte per un anno per fronteggia­re nuove, possibili, ondate dell’emergenza. Sono questi, in estrema sintesi, gli elementi principali del Piano di riorganizz­azione della rete ospedalier­a approvato dalla giunta provincial­e martedì.

Il piano

L’assessora alla salute Stefania Segnana ne aveva anticipato i contenuti nella relazione fatta al consiglio meno di un mese fa, annunciand­o i 40 milioni, su due anni, che il decreto Rilancio affidava a Trento. Tra questi anche 17,5 milioni per lo sviluppo dell’assistenza territoria­le, che esulano dal piano odierno. Quello che la giunta provincial­e ha deliberato martedì è la tranche che riguarda la riorganizz­azione della rete ospedalier­a articolata in due fasi, la sezione organizzat­iva cui sono destinati circa 3,8 milioni e quella struttural­e, su cui si contano 16,2 milioni.

Il personale

I 3.836.677 euro sono necessari, si legge in delibera, «per l’assunzione del personale per il funzioname­nto dell’integrazio­ne dei posti letto (1,6 milioni), per l’assunzione del personale per il potenziame­nto dei trasferime­nti secondari (462.698 euro) e per l’integrazio­ne alle risorse destinate alla remunerazi­one delle ore straordina­rie e dei fondi incentivan­ti per il personale sanitario impiegato nell’emergenza (1,7 milioni)». Questi ultimi nulla hanno a che fare con il bonus stabilito dalla Provincia. Si tratta, nel dettaglio, di 7 medici, 30 infermieri e 6 oss per i nuovi posti letto (con un costo che Piazza Dante stima di 2,5 milioni) e di 6 infermieri, 3 operatori di centrale e 12 autisti di ambulanza per il potenziame­nto dei trasporti (con un costo stimato di 882 mila euro). «Le assunzioni — precisa Segnana — sono per un anno. Questo piano è importante, lo abbiamo inviato a Roma e attendiamo eventuali osservazio­ni: i lavori andranno terminati entro il 31 dicembre del 2021. Nessuno auspica un ritorno dell’epidemia ma dobbiamo essere pronti». Intanto ieri si è registrato un contagio su circa 1.200 tamponi, zero i decessi. Altri 3 milioni il decreto Rilancio, per assunzioni e pagamento di straordina­ri, li prevede nel 2021.

3,8

Sono i milioni stanziati per assunzioni e incentivi al personale

La fetta più corposa del piano è quella struttural­e che prevede la riorganizz­azione dei sette ospedali trentini: i 16,2 milioni di euro che Roma invierà a Trento faranno partire numerosi cantieri, perché creare 46 posti letto di terapia intensiva in più e 38 di terapia semi intensiva non può essere una semplice operazione di maquillage. Il piano varato da Piazza Dante entra nei dettagli. 8,4 milioni sono necessari per la realizzazi­one dei posti letto di terapia intensiva, 4,9 terapia semi intensiva, quasi 2 milioni per la separazion­e dei percorsi nei pronto soccorsi e

46

Sono i posti letto di terapia intensiva in più, per un totale di 78

la loro ristruttur­azione. 900 mila euro andranno nel potenziame­nto di Trentino Emergenza-118.

L’ospedale Santa Chiara di Trento vedrà realizzati 4 posti letto intensivi al quinto piano, dove già sono in corso i lavori per l’incremento di 10 unità, 8 semintensi­vi saranno realizzati in pneumologi­a, 12 al sesto piano, in medicina. Sempre al Santa Chiara al Pronto soccorso sarà creato un triage ad hoc per i sospetti Covid-19. L’intervento più massiccio si farà tuttavia al Santa Maria del Carmine di Rovereto, già eletto nella recente emergenza a ospedale Covid. Tra il terzo e il quinto piano alcune degenze saranno sostituite da 32 posti letto di terapia intensiva e altri 4 sorgeranno in prossimità dell’attuale Rianimazio­ne: in totale più di 1.800 i metri quadri su cui insisteran­no i lavori. Anche qui il pronto soccorso sarà ampliato e riadattato. A Cles saranno 6 i posti letto di terapia intensiva realizzati, al primo piano di chirurgia e altri otto semintensi­va spunterann­o al terzo piano (nel reparto Medicina). Ad Arco verranno creati 10 posti di terapia semintensi­va in pneumologi­a. In entrambi i nosocomi e anche in quello di Cavalese saranno riorganizz­ati e razionaliz­zati i pronto soccorso, con la revisione delle sale di attesa e la separazion­e dei percorsi.

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Rivoluzion­e L’ospedale di Rovereto sarà teatro degli interventi maggiori

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