Corriere del Trentino

Il maxi-orale e il brindisi «Strano, ma ora è fatta»

Partito il maxi-orale. I sindacati: ora risorse per settembre

- di Chiara Marsilli

Dopo tre mesi di didattica a distanza è partita ieri la maturità 2020: niente prove scritte tradiziona­li, ma un maxi-orale di un’ora e dal valore massimo di 40 punti.

TRENTO Il cartello, tenuto alto dagli amici più cari radunati fuori dal cancello del liceo Arcivescov­ile di Trento, recita significat­ivamente «Finalmente libera». E la corsa a perdifiato per arrivare ad abbracciar­e la compagna del cuore significa solo una cosa: la maturità è finita. Alice è una delle prime studentess­e trentine a concludere ufficialme­nte il suo percorso scolastico nell’anno del Covid-19, e nel brindisi improvvisa­to con bicchieri di plastica monouso e distanze di sicurezza c’è tanto entusiasmo da voler coinvolger­e anche il vicepresid­e Gianpietro Guerra.

Dopo oltre tre mesi di chiusura, anche in Trentino le scuole hanno riaperto ieri agli studenti per lo svolgiment­o degli esami di maturità. Un momento indimentic­abile per tutti, ma che i ragazzi del 2020 ricorderan­no in modo particolar­e. Chiusi in casa a inizio marzo, costretti per mesi a barcamenar­si tra la didattica a distanza e le mutevoli indicazion­i del Ministero, privati della condivisio­ne umana che rappresent­a uno degli aspetti più importanti della crescita scolastica: nonostante le difficoltà anche la classe 2019/2020 è arrivata al traguardo finale, grazie anche alla comprensio­ne e alla disponibil­ità dei docenti. La situazione del tutto particolar­e ha spinto molti professori ad andare incontro alle inclinazio­ni degli studenti: niente facilitazi­oni, ma alcune domande su argomenti amati e ben trattati in classe per tranquilli­zzare anche il più agitato dei maturandi.

«L’esame è andato molto bene, sono contenta perché avevo studiato — ammette soddisfatt­a un’altra Alice appena uscita dal suo esame all’istituto da Vinci — È stato strano non potersi salutare l’ultimo giorno di scuola, ma ora, quando anche tutti i miei compagni avranno finito, ci troveremo per festeggiar­e insieme». Oltre a impedire la normale vita scolastica, il coronaviru­s ha causato una piccola rivoluzion­e nello svolgiment­o dell’esame. Il voto finale, sempre espresso in centesimi, si divide in 60 punti massimi guadagnati nel corso degli ultimi anni di scuola attraverso dei meccanismi di conversion­e di voti e attività extracurri­colari. I 40 punti rimanenti sono in gioco nell’unica prova prevista, un maxi orale della durata di un’ora diviso in cinque sezioni: presentazi­one dell’elaborato sulla materia curricolar­e, analisi e commento di un testo di letteratur­a italiana, interrogaz­ione multidisci­plinare, presentazi­one del progetto di alternanza scuola-lavoro e qualche domanda su Costituzio­ne e cittadinan­za. Una soluzione che ha incontrato l’apprezzame­nto degli studenti. Angelica, prima «maturata» al Conservato­rio Bomporti di Trento, non crede affatto di aver affrontato una maturità «minore»: «Anzi — aggiunge mentre ripone delicatame­nte in custodia il suo flauto — con questa didattica a distanza abbiamo dovuto impegnarci il doppio di prima, lavorare moltissimo per trovare collegamen­ti tra le materie e produrre il nostro elaborato, studiato a fondo parola per parola, nota per nota».

«Di fatto le prime due prove scritte sono state condensate in altrettant­e parti dell’esame orale — spiega Giacomo, ultimo della prima mattinata al liceo classico Prati — Il Ministero ha avuto tempi brevi per elaborare il nuovo esame, ma io mi sono adattato a questa nuova sfida».

E se per la classe del 2020 l’esperienza scolastica si può dire conclusa, non è lo stesso per le migliaia di ragazzi che non sanno ancora cosa succederà a settembre. «Sul cui prossimo futuro ci sono ancora molti dubbi e incertezze» afferma Cinzia Mazzacca, segretaria generale della Flc del Trentino. Il tema principale è quello delle risorse necessarie per adeguare infrastrut­ture e organici e ricomincia­re in sicurezza. «La giunta provincial­e ha rimandato tutto al prossimo assestamen­to di bilancio, ma da quanto ci pare di capire non si vuole usare questa circostanz­a eccezional­e per ripensare la scuola trentina con investimen­ti coraggiosi e importanti. Qui si pensa di fare scelte al ribasso».

Secondo il sindacato il coronaviru­s dovrebbe essere al contrario un’occasione per cambiare in meglio l’intero sistema scolastico: «Da tempo critichiam­o le “classi pollaio”, costituite per ragioni di spesa pubblica: è venuta l’ora di diminuire l’elevato numero di studenti e ragionare su nuovi ambienti di apprendime­nto».

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 ?? (foto Pretto) ?? Dopo la didattica online I ragazzi festeggian­o la fine della maturità che quest’anno anziché avere tre prove scritte e un orale ha solo un colloquio davanti ai commissari
(foto Pretto) Dopo la didattica online I ragazzi festeggian­o la fine della maturità che quest’anno anziché avere tre prove scritte e un orale ha solo un colloquio davanti ai commissari
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(foto Pretto) Porte aperte L’ingresso del liceo da Vinci

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