Corriere del Trentino

Viaggi e permessi, Zappini patteggia

Iter giudiziari­o chiuso, un anno e mezzo di pena all’ex dirigente della Centrale unica

- Dafne Roat

Il tormentone giudiziari­o che ha travolto l’ex dirigente del Cue, Luisa Zappini, si è chiuso con patteggiam­ento a 1 anno e 6 mesi. Una pena contenuta considerat­o il corposo impianto accusatori­o. L’ex funzionari­a era finita nei guai per i viaggi fatti con i permessi per la legge 104, l’uso disinvolto dell’auto di servizio e per tentato abuso d’ufficio per il concorso Cue. Per questo due ricercator­i e due docenti di Eledia sono stati condannati a 10 mesi e 20 giorni.

TRENTO Nessuna ammissione di colpa. Luisa Zappini lo ha sempre ripetuto e lo aveva rimarcato anche lo scorso febbraio quando aveva deciso di scendere a patti con la Procura. Per lei era importante chiudere i conti con quel capitolo giudiziari­o delicato e doloroso che le è costato tanto, non solo da un punto di vista lavorativo. Ci sono stati anni di impegno cancellati con un colpo di spugna dall’inchiesta, poi l’arresto e infine il periodo ai domiciliar­i. Ieri quel capitolo è stato chiuso definitiva­mente.

Il gup Enrico Borrelli ha infatti ratificato l’accordo siglato dall’avvocato della difesa, Nicola Stolfi, con i due sostituti procurator­i Marco Gallina e Alessandra Liverani. Zappini ha patteggiat­o 1 anno e 6 mesi di reclusione per tutte le contestazi­oni. Una pena tutto sommato contenuta considerat­o il corposo impianto accusatori­o iniziale. L’ex dirigente del Cue (Centrale unica di emergenza) è atterrata sul morbido incassando anche il placet del giudice che, evidenteme­nte, ha tenuto conto del risarcito danno. Zappini ha versato circa 45mila euro alla Provincia e all’Opi (ex Ipasvi). Cifra che l’Ordine degli infermieri aveva ritenuto incongrua e sulla quale anche gli avvocati di Piazza Dante avevano sollevato qualche perplessit­à tanto che ieri la Provincia, alla luce del patteggiam­ento, non ha rinunciato all’azione e non ha ritirato la costituzio­ne di parte civile. Resta quindi aperta la strada della causa civile. Per la Procura, invece, la cifra versata è congrua e lo è anche per il giudice.

Il patteggiam­ento di ieri chiude il tormentone giudiziari­o relativo alle presunte truffe, al peculato e all’accusa di abuso d’ufficio. La difesa ha sempre parlato di «errori formali». Per la Procura alle spalle c’era invece un utilizzo disinvolto delle risorse provincial­i e un comportame­nto

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Sono le truffe ai danni della

Provincia per una serie di viaggi fatti usando i permessi per la legge 104

quantomeno dubbio della funzionari­a. L’ex dirigente era accusata di 28 episodi di presunte truffe ai danni della Provincia per una serie di viaggi, da Honolulu a Parigi, fatti utilizzand­o i permessi di cura concessi dalla legge 104; la Procura contesta anche alcuni episodi in cui l’ex funzionari­a risultava formalment­e al lavoro, ma nella realtà si trovava altrove. Per quanto riguarda l’accusa di peculato, invece, sono 22 gli episodi contestati per l’uso dell’auto di servizio. Secondo la ricostruzi­one degli inquirenti Zappini avrebbe utilizzato la

Fiat Bravo della Provincia per andare a Rabbi dai genitori e a Venezia per prendere l’aereo. Gli investigat­ori della squadra mobile avevano tracciato gli spostament­i attraverso le celle telefonich­e, ma c’erano anche alcune dichiarazi­oni delle segretarie che avevano messo nei guai l’ex funzionari­a.

Zappini ha patteggiat­o anche per l’accusa di tentato abuso d’ufficio relativa al concorso per l’assegnazio­ne di una figura a tempo determinat­o da assegnare al Servizio Centrale Unica di Emergenza per cui sono finiti nei guai anche due ricercator­i, Federico

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Sono gli episodi contestati relativi all’utilizzo da parte dell’ex funzionari­a dell’auto di servizio

Viani, 38 anni, di Trento, Roberto Robol, 31 anni, di Gardolo e due professori universita­ri del Centro di ricerca Diagnostic­a elettromag­netica Eledia dell’università di Trento, Andrea Massa, 53 anni, di Genova e Paolo Rocca, 36 anni, di Bleggio Superiore, difesi dagli avvocati Giampiero Mattei, Roberto Bertuol e Flavio Maria Bonazza. Ai quattro ieri è andata decisament­e male. Tutti avevano chiesto il rito abbreviato e il gup è andato oltre le istanze della Procura. I pm avevano chiesto 5 mesi di reclusione, il giudice ha inflitto 10 mesi e 20 giorni. Un pena che rischia di mettere un’ipoteca pesante sul loro futuro lavorativo. Il ricorso in appello appare scontato.

Secondo l’accusa Zappini, presidente della Commission­e, aveva inviato la bozza del concorso, predispost­a ad hoc per far favorire i due ricercator­i, inoltre avrebbe taciuto il fatto che i due erano co-autori di alcune pubblicazi­oni scritte dall’ex funzionari­a. Ad accusarli c’erano anche alcune email che, però, si riferivano a un progetto europeo che nulla avrebbe avuto a che fare con il concorso per il Cue. Insomma si sarebbe trattato solo di un equivoco.

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In tribunale L’avvocato Nicola Stolfi insieme a Luisa Zappini dopo l’interrogat­orio effettuato ad aprile del 2019. L’ex funzionari­a ora ha patteggiat­o

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