Corriere del Trentino

«Quanta emozione, ma tornare all’asilo alla fine è stato facile»

- Marika Damaggio

Il resoconto è minuzioso, impossibil­e perdere un solo millimetro di ciò che è accaduto nel corso di una lunga mattinata. Ma in quel flusso di parole frizzanti si trova una costante: inizio e fine del racconto coincidono. «È stato proprio bello» ripete Camilla, trovando una sintesi per sé e per il fratellino Filippo di tre anni. «Bè — aggiunge — lui sì che all’inizio era preoccupat­o, ma poco eh. E solo perché aveva paura di non saper mantenere le distanze con gli altri bambini. Gli è passata subito». Sei anni compiuti, a settembre un nuovo inizio alle elementari, alle spalle un lockdown impiegato nella lettura di «Harry Potter» («Non a voce alta eh, ma nella mente da sola») poi, ieri, il ritorno all’asilo. «Forse vuoi dire scuola materna», corregge subito.

Regole, protocolli, polemiche, proteste, soluzioni immaginifi­che. Agli occhi dei bambini, piccoli cittadini lasciati ai margini di un tortuoso discorso pubblico dedicato alla pandemia, alla fine le cose sono più semplici. Camilla parte dalla sera prima. «Sapevamo che dovevamo alzarci presto perché non si può arrivare in ritardo — dice al termine dalla prima mattinata, riannodand­o i fili delle ultime 24 ore — la sveglia l’abbiamo puntata alle 7».

L’emozione di rivedere amiche e amici dopo tanto tempo unita all’eco dei protocolli da rispettare hanno però dilatato il momento di mettersi a letto. «Filippo era agitato, quando mi è caduto l’occhio erano forse le dieci e sei minuti». Tardissimo. «Poi però ci siamo addormenta­ti e stamattina (ieri, ndr) il papà ci ha portati a scuola». Termoscann­er per misurare la temperatur­a («Filippo ha capito che non fa niente, temeva facesse male») e subito dentro, riaffaccia­ndosi verso una normalità che pare lontana per chi non ha più sei anni ma può riscrivers­i agilmente per chi bada più alla sostanza che al fraseggio. «Io e Filippo abbiamo il nostro tavolo, c’è una volpe disegnata, ci sono i nostri nomi e abbiamo proprio tutto: album, pennarelli, colla, delle formine del Didò, una vaschetta del Lego — racconta Camilla — Ero proprio felice, abbiamo anche ballato». Poi la merenda, ancora gioco, il pranzo. Certo, ora è diverso: non ci si tocca. Ma Camilla non si sofferma, rivedersi è sufficient­e. «Sai cosa pensavo? — prosegue — Che è stato molto più difficile tornare a scuola dopo due o tre giorni in cui stavo a casa con l’influenza, ora che sono mancata tre mesi è stato facilissim­o. Chi l’avrebbe detto?». Poi Camilla si ferma un attimo e prova a darsi una risposta. «Forse è perché mi mancava tanto».

È stato bello La sera prima ero agitata, in questi mesi mi mancava un po’ tutto

 ??  ?? Nuova normalità Due bambini dell’asilo di Novaledo, il primo che ha riaperto in Trentino lunedì scorso
Nuova normalità Due bambini dell’asilo di Novaledo, il primo che ha riaperto in Trentino lunedì scorso

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