Not, l’alt del Tar non fa paura Piazza Dante: faremo in fretta
Misconel: era nell’aria, giusto che vengano fatte tutte le verifiche
L’Ance Come trentini lavoreremo in subappalto, è bene che chi vince sia solido
TRENTO La sentenza del Tar di Trento, che ha imposto l’ennesimo stop al bando per la realizzazione del Not, il nuovo ospedale di Trento, non spaventa nè le imprese nè Piazza Dante. «La commissione non andrà cambiata — spiega Raffaele De Col, dirigente provinciale della Protezione civile — quella in carica dovrà, stando alla sentenza, integrare la documentazione come chiesto dai giudici amministrativi». E che questo sia, tutto sommato, un fatto non negativo lo sostiene Giulio Misconel, presidente dell’Ance Trento: «Era nell’aria, nel male è un bene che siano fatte tutte le verifiche del caso» afferma.
Sono trascorsi nove anni dal primo bando del Not, nove anni fatti di ricorsi, battaglie legali e sentenze del Tar. In ballo ci sono 1,6 miliardi per la realizzazione del nuovo ospedale che devono attendere ancora: il collegio ha infatti deciso di accogliere il ricorso presentato dalla ditta di Parma, la Pizzarotti spa, mandataria del raggruppamento temporaneo di imprese di cui fa parte anche la trentina Cristoforetti servizi energia e difesa dagli avvocati Giuseppe Caia e Roberta De Pretis. È stata annullata la determinazione del dirigente del 14 gennaio 2020 con la quale era stata nominata promotrice del progetto la Guerrato spa di Rovigo.
La Guerrato aveva vinto la gara di appalto in project financing con un’offerta economicamente più vantaggiosa che considera l’esecuzione dei lavori in 812 giorni e un canone per gestire i servizi ogni anno di 35,8 milioni e di disponibilità per manutenzione e ammortamento di 13,4 milioni. Un canone che il vincitore riscuote per 25 anni portando il costo dell’ospedale a 1 miliardo e 233 milioni.
Pizzarotti aveva proposto un canone di 37 milioni, 13,9 di disponibilità e 902 giorni, venendo così sconfitta. E ha deciso di impugnare il provvedimento contestando il fatto che Guerrato avrebbe indicato un soggetto diverso come finanziatore del progetto rispetto a quello citato nel Pef, il piano economico finanziario. La commissione avrebbe dovuto, per i giudici, valutare questo aspetto.
La palla quindi ora torna alla Provincia. Che tuttavia non si fa prendere dal panico. «Non è necessario — spiega De Col — nominare una nuova commissione, quella in carica dovrà integrare la valutazione». Da questa integrazione uscirà il verdetto, ossia se Guerrato sarà confermato vincitore o se la vittoria andrà a Pizzarotti. Sui tempi De Col non si sbilancia: «Troppo presto per dirlo, ma si farà il prima possibile». Guerrato potrebbe ricorrere anche al Consiglio di Stato, cosa che invece la Provincia, per ora, non intende fare.
«Questa sentenza — afferma Misconel — era nell’aria, ce la aspettavamo perché già all’apertura delle buste erano state sollevate perplessità sullo stato di salute della Guerrato e sulla fideiussione da Malta. Assieme ad alcuni trentini avevamo partecipato anche noi al bando in una prima fase, ma in questa fase avevamo fatto un passo indietro perché non era economicamente sostenibile». Misconel è dispiaciuto per l’ennesimo stop ma ammette: «Sarebbe stato peggio che la società iniziasse i lavori e li lasciasse a metà. Non credo che i tempi siano lunghissimi: spero che verifichino bene tutto, per chi come noi trentini, lavorerà in subappalto, è importante essere certi di essere pagati».
De Col La commissione rimarrà in carica e integrerà la valutazione come deciso dai giudici